Oggi la città si è svegliata con la poesia. Più di duecento fogli attaccati sui muri lungo il corso Vittorio Emanuele e la via Militello, al confine col sistema delle piazze.
Le parole dei grandi poeti hanno accarezzato il cuore di tante persone che si sono fermate a leggere, alcuni a fotografare, altri a prendere appunti. Altri ancora a chiedersi il significato recondito di questa strana iniziativa.
Mi piace pensare che qualcuno abbia voluto regalare bellezza ad una città difficile e piena di contraddizioni, portando un po’ di sole a questo marzo torturato dalla pioggia e dal vento.
E’ come se fosse tornato il libraio di Selinunte, quello della favola di Roberto Vecchioni. Un uomo misterioso che aveva un sacco di libri che però non vendeva, ma li raccontava a chi voleva ascoltarlo. Nessuno però era interessato a parte un ragazzo, “Frullo”, che lo ascolta leggere ogni sera i passi più belli dei grandi poeti e romanzieri di ogni tempo.
Stamattina, a Castelvetrano, sui muri c’erano tutti: Garcia Lorca, Hermann Hesse, Fernando Pessoa, Charles Baudelaire, Paul Verlaine…
Come se avessero voluto salvarci dalla crisi più grande, quella del cuore.
Egidio Morici
www.500firme.it
e.morici@alice.it
I poeti lavorano di notte
I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere iddio
ma i poeti nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.
Alda Merini
Questo è un esempio che nella nostra città ci sono grandi animi e grandi cuori che non hanno bisogno di contributi pubblici per esprimere i propri sentimenti culturali…