Mario Bignone, è andato via un grande uomo

Mario Bignone, il capo della Catturandi della Squadra mobile di Palermo morto stamattina, era «un grande professionista», soprattutto «un grande uomo, che ha condotto con coraggio e passione l’azione antimafia e ha vissuto con dignità e forza la malattia», operando fino all’ultimo «con lo stesso entusiasmo e la stessa determinazione del primo».

Così il capo della Polizia, Antonio Manganelli, ricorda il vicequestore, a capo di quel gruppo di uomini che ha preso tra gli altri Bernardo Provenzano e i fratelli Lopiccolo. «I risultati conseguiti dalla Catturandi della Squadra mobile di Palermo sotto la sua guida – dice infatti Manganelli – sono stati straordinari. Il Paese deve essergliene grato». Manganelli, a nome di tutta la Polizia, lo ricorda «con grande affetto ed emozione». «Continueremo ad operare, anche in suo nome – conclude il capo della Polizia – per il bene del Paese, e gli promettiamo di conseguire quegli ulteriori risultati che con lui ci eravamo proposti».

(ANSA)

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  • Il PRESIDIO di LIBERA CASTELVETRANOI è VICINO ALLA FAMIGLIA BIGNONE E ALLA SQUADRA CATTURANDI DI PALERMO

  • Sono stato per due anni suo compagno di palestra, ignorando chi rappresentasse e che figura di spessore avessi al mio fianco.
    Uomo silenzioso, discreto e rispettoso, amante della forma fisica e solo adesso apprendo, della legalità al massimo della sua espressione.
    Estremamente dispiaciuto nell'apprendere la triste notizia, porgo ai familiari le mie più sentite condoglianze.
    Addio Mario.

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