I carabinieri del ROS e del Comando provinciale di Trapani hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Palermo nei confronti di tre persone accusate di far parte della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo. Si tratta dell’imprenditore Giovanni Vassallo, che ha avuto gli arresti domiciliari, Emilio Alario e Giuseppe Lodato ai quali è stata notificata la misura della custodia cautelare in carcere. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido e ha fatto luce sugli affari e sugli assetti del clan di Mazara del Vallo da sempre alleato fedele del capomafia Matteo Messina Denaro a cui ha assicurato aiuto logistico ed economico durante la latitanza. Dalle indagini è emerso che Vassallo, già socio del castelvetranese Giuseppe Grigoli, imprenditore che grazie ai suoi rapporti col padrino di Castelvetrano da piccolo bottegaio ha costruito un impero nel settore della distribuzione alimentare e che da tempo collabora con gli inquirenti, avrebbe fatto parte della rete di fedelissimi che gestiva le comunicazioni di Messina Denaro e avrebbe contribuito a finanziare la sua latitanza.
Dall’indagine dei carabinieri del ROS è emerso che Vassallo, nel giugno 2021, avrebbe raccolto lo sfogo di un “sensale” che lamentava l’intromissione di alcuni marsalesi nell’intermediazione per la vendita di un fondo che gli sarebbe stato assegnato dal boss Vito Gondola. Vassallo a quel punto avrebbe fissato il prezzo della mediazione indicandolo nel 2% del valore dell’immobile a carico sia del venditore sia dell’acquirente. L’inchiesta ha anche svelato l’interessamento dell’indagato nell’assunzione di manodopera da parte di una ditta legittimamente aggiudicataria di lavori presso il depuratore di Campobello di Mazara e il suo intervento in una procedura giudiziaria per la vendita di un terreno dopo il fallimento della società proprietaria.