Il Dott. Gaetano Salerno (in foto), Medico Legale componente della Commissione Medico Legale – Direzione Provinciale I.N.P.S. di Trapani ed esperto di risk management, relazionerà al XXII Congresso Nazionale A.N.C.E. dei Cardiologi che si terrà a Taormina dall’11 al 14 ottobre 2012, sul tema della Medicina difensiva in Cardiologia.
“Quello della Medicina difensiva, ovvero della medicina praticata con il primario scopo della propria tutela legale piuttosto che alla cura del paziente e che si realizza con iper-prescrizioni di accertamenti clinico-strumentali e terapeutici, è frutto dell’esponenziale crescita del contenzioso medico-legale; secondo i dati ANIA pubblicati nel 2007, dal 1995 al 2005 si è passati da 17.000 a circa 28.500 denunce a carico di medici, con un incremento di circa il 60%; dati ANIA pubblicati nel 2010 hanno inoltre rilevato che nel solo anno 2009 si è realizzato un incremento del 15%. Si comprende, quindi, come l’attività del medico venga esposta a forti pressioni, oltre che di natura legale, anche di natura psicologica. A ciò si aggiunga che, non di rado, le strutture sanitarie si presentano inefficienti sotto l’aspetto strumentale o – più in generale – organizzativo, creando ulteriori difficoltà nella gestione clinica dei pazienti con conseguente moltiplicazione delle possibilità in cui può emergere l‘inadempimento professionale”.
“In altri termini”, continua il Dott. Salerno, “la Medicina difensiva – fenomeno diffuso in tutto il mondo che non vede esenti neppure gli Stati con i più alti livelli tecnologici in ambito sanitario, anzi, basti pensare agli Stati Uniti in cui – secondo uno studio pubblicato dall’Harvard Medical School nel 2005, il 93% dei medici pratica medicina difensiva a fronte di un 75,6% dei medici italiani (studio pubblicato dall’Ordine dei Medici di Roma su un campione di 2.783 medici), costa circa 10-12 miliardi di euro all’anno (dei complessivi 100) al Servizio Sanitario Nazionale, che, come si può facilmente intuire, il nostro Paese non è più in grado di sostenere”.
“Al Congresso Nazionale dei Cardiologi, presenterò – unitamente al Dott. R. Orlando che ringrazio per il coinvolgimento in questo progetto, oltre che i dati delle Unità Operative di Cardiologia presenti sul nostro territorio provinciale e di cui esprimo riconoscenza ai relativi Direttori per la pronta collaborazione nell’individuare le dimensioni del fenomeno negli Ospedali della nostra Azienda Sanitaria Provinciale, anche le possibili soluzioni (soprattutto di ordine legislativo e gestionale) al fine di riuscire a ridurre la spesa sanitaria ed il numero del contenzioso medico-legale per responsabilità professionale, garantendo cure mediche di qualità centrate sul paziente, fermo restando che l’errore rimane una possibilità, seppure negativa, delle prestazioni sanitarie e che è il medico, in primis, ad essere chiamato ad affrontarlo”.
AUTORE. Redazione
Il medico vince il 70% delle cause e per quanto riguarda il restante 30% non si parla necessariamente di sconfitta.
Possibile che si parli soltanto di errore medico e nulla si dice del perito scorretto?
A nessuno sorge il dubbio che forse la revisione deontologica delle pratiche medico legali (art. 62 e 58 per iniziare) potrebbe essere utile?
Saluti
Arnaldo Capozzi
capozzi@ecografie3d.com