L’uomo racconta di essere stato picchiato dai carabinieri e sporge denuncia.
Dopo qualche settimana, tredici militari della Stazione di Pantelleria vengono iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Marsala. Sono stati tutti trasferiti in altra sede in via precauzionale.
Affaritaliani.it ha raggiunto telefonicamente la vittima delle presunte aggressioni, che ha raccontato la sua versione su ciò che sarebbe accaduto quella notte. “Ero appena uscito da un locale e stavo accompagnando due persone al centro di Pantelleria. Dopo qualche centinaio di metri mi hanno fermato a un posto di blocco”. Aveva bevuto? “Sì, sinceramente avevo bevuto tre bicchieri di vino. L’ho detto subito anche ai carabinieri, dopo di che l’appuntato ha detto che mi dovevano portare in caserma. Io non capivo come mai, sono rimasto molto stupito. Comunque non mi sono opposto e ci sono andato. Prima però mi hanno fatto guidare fino in paese, ho lasciato a casa i due ragazzi e poi siamo andati in caserma. Evidentemente non ero così ubriaco se mi hanno lasciato guidare da solo”.
L’uomo decide di denunciare i carabinieri: “Non potevo farlo a Pantelleria, non mi fidavo più di nessuno. Allora ho deciso di sporgere denuncia alla Procura di Marsala”. Secondo la vittima, il suo non sarebbe un caso isolato: “Pantelleria era terrorizzata dallo stato di polizia che si era venuto a creare. C’erano cinque o sei carabinieri che facevano il bello e il cattivo tempo. La gente quasi non usciva più perché aveva paura e i media locali non parlavano di quello che succedeva. La legge non era uguale per tutti, la legge la facevano loro”.
A seguito della denuncia della vittima, la Porcura di Marsala decide di iscrivere nel registro degli indagati tredici carabinieri. In un primo momento gli interessati della misura sembravano solamente cinque, ma gli investigatori sono convinti che gli episodi di violenza siano più di uno. Da fonti investigative interpellate da Affaritaliani.it, pare che cinque dei tredici indagati siano sospettati per le aggressioni, mentre gli altri sarebbero responsabili di omessa denuncia. Le indagini sarebbero avviate alla conclusione, tanto che la fonte sostiene che “mancano ancora solo pochi tasselli del mosaico”.
autore. Lorenzo Lamperti
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Se il tutto corrisponde a verità (e solo in questo caso) questi personaggi, protetti e nascosti da una divisa da carabinieri e non solo, sono senz'altro degli emeriti deficenti squilibrati che meriterebbero il licenziamento immediato, la restituzione delle somme percepite sotto forma di stipendio nella loro scellerata carriera, e come minimo dai 5 ai 10 anni di carcere. Sempre più spesso negli ultimi tempi stiamo assistendo a fatti di questa grave portata causati da giovanotti che finalmente hanno raggiunto lo scopo della propria vita e per il quale hanno il diritto (secondo la loro testa) di spacciarsi per padroni del mondo e ai quali lo Stato affidano la "nostra protezione" e le armi che prima o poi useranno a loro unico piacimento... VERGOGNA!!!...DEVONO MARCIRE IN GALERA!!!
sono assolutamente daccordo con giuseppe!