“Mi spiace, ma Vecchioni ha ragione! Ha difeso la Sicilia”

Credete che sia qui soltanto per sviolinare? No, assolutamente. Arrivo dall’aeroporto, entro in città e praticamente ci sono 400 persone su 200 senza casco e in tutti i posti ci sono tre file di macchine in mezzo alla strada e si passa con fatica.

Questo significa che tu non hai capito il senso dell’esistenza con gli altri. Non lo sai, non lo conosci. È inutile che ti mascheri dietro al fatto che hai il mare più bello del mondo. Non basta, sei un’isola di merda. Non amo la Sicilia che rovina la sua intelligenza e la sua cultura, che quando vado a vedere Selinunte o Segesta non c’è nessuno e sono solo. Non amo questa Sicilia che si butta via”.

Chi ha letto “Il libraio di Selinunte” non può stupirsi delle parole di Vecchioni che, a Palermo, ha detto, in altro più colorito modo, ciò che in quel libro dichiarava, riferendosi a noi castelvetranesi, e cioè che siamo un popolo che, avendo smarrito il senso della memoria, non sa chiamare più le cose col loro nome e disperde un patrimonio di bellezza, storia e cultura che ha immeritatamente ereditato.

Roberto Vecchioni in uno scatto di Paolo De Francesco, fonte FB

Roberto Vecchioni, uomo di eccezionale sensibilità, nutrito com’è in ogni sua fibra di Umanesimo e fiducia nell’uomo, non mi pare che debba pentirsi di nulla; anzi, con la sua provocazione, ha difeso la Sicilia, rimproverando quei siciliani che non la difendono e che la lasciano morire, rifugiandosi, come bene dice Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nella presunzione di essere perfetti.

Perché avrebbe dovuto essere ipocrita? Perché, invitato ad un dibattito dalla facoltà di ingegneria di Palermo, non doveva dire quello che, non solo lui, ma ciascuno di noi, nel suo intimo, davvero pensa, quando si interroga (e io lo faccio tutti i giorni) sul motivo per il quale deve vivere in una città sporca, senza servizi, caotica; in una terra in cui i cosiddetti “parchi eolici” (in odore di mafia) hanno devastato il panorama, dove le strade crollano, le ferrovie sono obsolete, i santi si inchinano davanti ai boss, i politici si fanno sbiancare il culo, gli ignoranti sono chiamati a fare i consulenti culturali e gli asini si assidono in cattedra a pontificare senza costrutto.

Questo davvero vogliamo? Continuare a boccheggiare in un mondo senza più ossigeno di realtà e giustizia? Affogare, lentamente ma inesorabilmente, in un mare di incoerenze e di merda? Il cantautore ha aggiunto qualcosa di ulteriore al suo sfogo: “I siciliani sono la razza più intelligente che esiste al mondo, perché si buttano via così? mi dà un fastidio immenso che l’isola non sia all’altezza di se stessa”.

Insomma, non vale a niente rivangare il mito della “Sicilia bedda”, decantare le sue bellezze, il suo fascino o il suo passato, proprio mentre quel patrimonio viene deturpato da classi dirigenti irresponsabili, che da anni l’hanno consegnata a un passo dal default; ricordare che siamo la patria di Archimede, di Gentile e di tanta filosofia; la madre della scuola poetica che tanto ha contribuito, ancor prima di Dante, alla nascita della lingua italiana; la Trinacria, la terra del mito, che ha dato i natali non solo ai padri del Verismo, Giovanni Verga e Luigi Capuana, ma anche ad altri grandi scrittori e pensatori tra i più amati del ‘900, come Pirandello, Quasimodo, Tomasi di Lampedusa, Sciascia, Consolo e Bufalino; né giova citare persone come Giovanni Falcone (con la moglie e la scorta) o Paolo Borsellino, che non amavano definirsi eroi proprio perché spronavano tutti i siciliani (e con essi l’Italia intera) ad avere le loro peculiari doti di onestà e coraggio.

Non serve a niente, dicevo, se poi ci incazziamo di fronte alla sfida di chi, con grande onestà intellettuale, ci ricorda che tutti dobbiamo sentirci tirati in causa quando chiudiamo gli occhi e non facciamo nulla per migliorarci e difendere l’invidiabile patrimonio naturale, artistico, culturale che abbiamo avuto in dono.

Anche noi, che magari lottiamo per un mondo migliore, confinati ed emarginati nella nostra piccola realtà, ma che non siamo pronti a schierarci quando, come in questo caso, diventa essenziale, Io lo faccio e dico: Vecchioni ha ragione.

Francesco Saverio Calcara

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  • caro professore Calcara, siamo sempre noi a demonizzare e condannare la Sicilia, e come da copione anche lei non sfugge a questo vezzo.Mi chiedo come mai, considerato che le e' piaciuto tanto il "Libraio di Selinunte, lei da amministratore, non abbia mai chiamato Vecchioni per un incontro-dibattito in questa città. Lei ritiene che questa persona "di eccezionale sensibilità, nutrito di Umanesimo e fiducia nell'uomo" abbia difeso la sicilia utilizzando un linguaggio da scaricatore e lo abbia fatto per amore.Ma se ad una persona amata lei dicesse : "quanto sei bella, pero' sei fetida trasandata e sporca, come crede che reagirebbe?Quando si ama non si insulta l'amato bene, si fa del tutto per fargli comprendere gli errori compiuti o gli atteggiamenti sbagliati con garbo e gentilezza Chi si comporta in modo diverso e utilizza le ingiurie non ama.Io invece amo la Sicilia, ne vivo con pena le contraddizioni come milioni di altri siciliani.Non posso consentire che qualcuno, si arroghi il diritto di esprimersi con veemenza e volgarita' contro la mia terra..Le parole di Vecchioni sia inteso, non mi offendono: molto piccolo come personaggio, inesistente come intellettuale, insomma solo un autore di canzonette piu' o meno orecchiabili.Tuttavia e' popolare e quello che ha detto, in certe fasce del popolo fa presa, dunque
    contribuisce in modo notevole a divulgare e confermare lo stereotipo del siciliano brutto sporco e cattivo.Se poi tanti ne hanno condiviso la scurrilita'' del linguaggio, pazienza la volgarita' ha sempre molti proseliti,e me ne faccio una ragione. A questo punto prendiamo Battiato lo mandiamo a Milano e facciamogli dire che e' assolutamente trascurabile, anzi del tutto inutile il fatto che sia una delle citta'piu' grandi e piu' attraenti, (economicamente parlando sia inteso) d'Europa, perche' e' invece la capitale della corruzione: vedi caso expo, tangentopoli presidente della provincia che e'un caposaldo di tutte le mafie; che fa schifo per l'incapacita' dei suoi abitanti di mostrare attenzione ai rapporti umani perche' non conoscono , l'empatia, la disponibilita' umana, la generosita'e che e' fredda nebbiosa e tristissima insomma una citta' di merda!Come pensa che reagirebbero i Milanesi? Io so come reagirebbe lei: Battiato ? il solito siciliano rozzo sporco brutto e cattivo

  • C'è poco da fare il nostro essere "scarsi e superbi" è più forte di noi...vero Rosanna?
    Pensi sia un "vezzo" puntare l'indice contro vizi e difetti di una terra, che sicuramente chi scrive qui ama, e appunto per questo non può chiudere gli occhi.
    Ah no, tu dici che bisogna usare i "metodi dolci" che le nostre verginee orecchie non possono tollerare termi ni scatologici: ma dopo 150 anni dall'Unità quanta dolcezza ancora ci vuole? E non venir fuori con giustificazioni vetero-meridonaliste perchè ormai hanno fatto la muffa anche quelle...

    Solo uno stolto non può condividere che quella di Vecchioni era, nel suo complesso, una dichiarazione d'Amore e la parola incriminata era solo un bicchiere d'acqua fredda in faccia a chi non vuole vedere o si inventa paraventi storico-sociologici.
    Cara Rosanna, purtroppo utilizzi tecniche retoriche, sempre uguali, sempre quelle, sempre misere, per spostare il fuoco del discorso:
    1) sposti l'attenzione sulla qualità della persona che ha espresso l'opinione
    2) sposti l'attenzione su altri contesti che, evidentemente non conosci bene (Milano, che è attraente per 100 altri motivi oltre a quelli economici ed è molto più umana e generosa di quello che pensi)

    Non prendere piena coscienza dei problemi, non prenderli di petto o addirittura avere remore a esprimerli, è parte del problema stesso.

  • Selinunte, fine giugno 2014 … Un mattino luminosissimo, cielo azzurro capace di arrivare dritto al cuore di chi, durante i mesi vissuti al nord, non è più abituato al suo colore e come un bambino riscopre i colori e la LUCE.
    L’aria è pulita, sono lontana dal porto, non c’è vento e i profumi che sento sono quelli del mare e della vegetazione mediterranea (no, le alghe in putrefazione no).
    Sono felice di essere finalmente a Selinunte e penso a come sono fortunati i castelvetranesi che possono godere di tali doni e a come sono stati bravi gli antichi greci a scegliere questo luogo per edificare la loro colonia.
    Ero anche triste per tutti quei giovani siciliani che per realizzare il loro sogno forse un giorno dovranno lasciare questa grande, bella e ricca isola.
    E’ con queste riflessioni che mi reco a comprare il pane quando, nei pressi del panificio, sotto un enorme e ombroso ficus incontro un signore distinto e a me sconosciuto che con nonchalance fa a pezzi della carta e la getta a terra.
    Non ce l’ho fatta a fare finta di non vedere, accompagnata dalle mie riflessioni su questa terra per me bellissima e che amo dal profondo del cuore l’ho apostrofato chiedendogli cosa stesse facendo … lui mi ha guardata basito, al che ho chiesto se gli sembrava giusto gettare a terra la carta e lui ha dato una risposta che ha lasciato basita me, ovvero “mii a quanti ci nneee”. (chiedo scusa per il modo in cui ho scritto in dialetto).
    Avrei potuto fare finta di non vedere e farmi gli affari miei, ma il mio gesto è stato istintivo, governato dal profondo sentimento che mi lega a questi luoghi. Se ami, è vero, non insulti. L’insulto e l’offesa però non sono solo verbali, anche i gesti possono offendere e la Sicilia è terra di gesti per antonomasia: basta un gesto per comunicare, seguendo un codice incomprensibile ai più ma che un siciliano comprende benissimo.
    Voglio dire che il siciliano in genere da grande importanza ai gesti. Ora, e la mia esperienza è solo un esempio, la carta a terra credo sia un gesto di offesa per Selinunte. Così come lo sono tutti i rifiuti lasciati nelle meravigliose spiagge capaci di emozionare anime sensibili alla bellezza del creato. Ancora, offendono la reputazione di questa terra, le montagne di spazzatura portati lontano dall’uscio di casa propria, ma in bella vista nei luoghi di passaggio, per non aspettare la raccolta del sacco indifferenziato il martedì e il sabato. Raccolta peraltro effettuata regolarmente dai ragazzi di belice ambiente nonostante gli stipendi arretrati.
    Montagne di rifiuti che se da una parte possono essere tollerati da quei siciliani rispettosi del luogo perché presi dalla stanchezza contro una situazione che “tanto è così, non cambierà mai”, non lasciano indifferenti i forestieri, quelli che fotografano con gli occhi, con gli strumenti e con l’anima e che tornati a casa diranno; “si Selinunte è bellissima, ha una luce fortissima, accoglientissima, purtroppo è sporchissima”. Tutti superlativi, la Sicilia non è terra da mezze misure, è una terra di eccessi e forse ci voleva un commento come quello di Vecchioni, eccessivo nella forma, per scatenare la reazione del popolo siciliano. Goethe scrisse: “l’Italia senza la Sicilia non lascia nello spirito immagine alcuna. E’ in Sicilia che si trova la chiave di tutto” (viaggio in Italia, 1817). L’Italia che aveva attraversato per giungervi era in netto svantaggio culturale e territoriale rispetto alla Sicilia. Mi domando se oggi potrebbe dire la stessa cosa.
    Ecco, credo che se la Sicilia fosse in grado di recuperare un po’ del vantaggio di cui ha goduto fino ad un certo punto della storia, si avvicinerebbe a quanto affermato da Paolo Borsellino “Un giorno questa terra sarà bellissima”. A cominciare dal cittadino comune per finire all’amministrazione pubblica, tutti dovrebbero cogliere la critica costruttiva di Vecchioni e lucidare Selinunte come si lava la propria casa: “ad acqua grande”.

  • Così non se ne esce più. Vecchioni ("che non so chi sia") non ha detto ne più e nemmeno di quello che pensiamo e diciamo ogni giorno noi siciliani, ("che paese di "merda") per le stesse ragioni che molto autorevolmente sono state già segnalate. Ha sbagliato ad usare la parola merda??? Per questo si e scusato. Non capisco tutto questo perbenismo;ha detto o non la verità???

  • puo' darsi che la mia sia tecnica retorica misera perche' sposto il fuoco del discorso,ma lo faccio con nome e cognome.Anche per argomentare un tanto al chilo bisognerebbe farlo con nome e cognome, esimio Selinon.

  • A beneficio della maestrina Centonze, che sta sempre col ditino puntato e, come giustamente è stato notato, piuttosto che entrare nel merito delle questioni, sposta il discorso sulla qualità delle persone, ricordo che nel 2008 0 2009, quando era appunto assessore il prof Calcara, sulle cui qualità umane e professionali non credo sia consentito a nessuno muovere delle obiezioni, fu organizzata una manifestazione dal titolo "Le stanze dello scirocco" guidata dal dott. Bonagiuso. Io ero allora studente liceale e mi pare di avere partecipato proprio alla presentazione del volume "Il libraio di Selinunte". Per il resto, condivido quanto è stato detto da Selinous, di cui non mi interessa conoscere il suo vero nome, quanto verificare quello che dice, visto che questa non è una rubrica per cuori solitari!

  • Rosanna, non capisco cosa ti cambi, ancora una volta svicoli dagli argomenti e tenti di togliere dignità all'interlocutore. Vecchioni scrive canzonette, io sono un vigliacchetto; tu invece difendi l'onore della Sicilia, vero?

  • Ne stiamo parlando da giorni e come sempre cogliamo solo quello che ci fa comodo, scomodando addirittura il nostro amor proprio, la nostra sensibilità!!! Uno che viene da Milano ha osato offenderci, con quale diritto? Ma l'isola appartiene ancora alla penisola o mi sono persa qualcosa? il ridicolo non è stato solo sfiorato ci siamo dentro fino al collo, soprattutto dopo la foto del presidente spiaggiato (quella sì che è un'offesa). Condivido ogni parola di Vecchioni tranne il suo benevolo giudizio sull'intelligenza dei siciliani, i commenti che ho letto in questi ultimi giorni sono la prova inconfutabile di quanto si sia sbagliato!

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