Un modello tridimensionale in scala del tempio G di Selinunte – uno dei maggiori templi del Mediterraneo dedicato a Zeus Olimpo – in legno massello africano, composto da circa 6mila pezzi lavorati a mano con l’attribuzione capillare dei frammenti rimasti, ideato dal professore Mario Luni, archeologo dell’Università di Urbino e direttore della Missione archeologica italiana a Cirene (Libia) e dall’archeologo e scrittore Valerio Massimo Manfredi. E’ stato presentato alla comunità scientifica di circa 40 tra i maggiori studiosi ed esperti di restauro provenienti da tutto il mondo alla conclusione dei lavori del convegno internazionale “Selinus 2011. Restauri dell’antico. Ricerche ed esperienze nel Mediterraneo di età greca”, promosso dall’Assessorato regionale ai beni culturali, dalla Provincia di Trapani e dal Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa.
Il modello, dal carattere epocale e fortemente innovativo, è stato realizzato sulla base degli studi archeologici, i rilievi grafici e gli scavi alle fondazioni del tempio G di Selinunte attuati dal mese di febbraio scorso da archeologi e tecnici restauratori dell’Università di Urbino, attivi da circa quaranta anni nel contesto di studi e ricerche su nuovi templi dorici rinvenuti a Cirene (Libia) in collaborazione con Valerio Massimo Manfredi, coinvolto come consulente, a titolo gratuito, dal presidente della Provincia di Trapani, Mimmo Turano, per la valorizzazione dei beni culturali nel territorio trapanese.
Il modello del tempio, di circa 2 metri, è stato prodotto in scala dopo avere scolpito e assemblato più di 6mila pezzi con tecniche esclusivamente artigianali, supportate da un prototipo digitale come guida per le lavorazioni e rappresenta l’edificio così come era stato progettato e costruito a Selinunte alla fine del VI secolo A.C. – inizio V. Il progetto è stato finanziato con 100 mila euro interamente con fondi privati grazie all’impegno di Valter Mainetti, amministratore delegato di Sorgente Group, società al vertice di un gruppo che opera nella finanza immobiliare internazionale e scolpito da Andrea e Gastone Buttarini di Fermignano (Pesaro e Urbino).
La presentazione del modello, al Baglio Florio del Parco archeologico di Selinunte, è avvenuta nell’ambito di una tavola rotonda, coordinata da Valerio Massimo Manfredi, alla presenza dei maggiori studiosi ed esperti in città greche del Mediterraneo e del presidente della Provincia di Trapani, Mimmo Turano, che si è fatto promotore del progetto di rilancio del tempio G e dell’intera area archeologica di Selinunte, la più vasta d’Europa, per la quale ha chiesto, insieme ai siti di Segesta e alle Cave di Cusa, l’inserimento nei beni patrimonio mondiale dell’umanità tutelati dall’Unesco attraverso una delibera di giunta approvata giovedì proprio all’interno del parco e sottoscritta dalla comunità scientifica internazionale presente a Selinunte.
“Siamo riusciti ad accendere i riflettori su Selinunte e sul futuro del suo parco archeologico – ha detto il presidente Turano – portando proprio all’interno del parco il dibattito dei maggiori esperti mondiali del settore. E’ un risultato importante frutto dell’impegno che la Provincia ha assunto verso il suo territorio per valorizzare uno dei siti archeologici maggiori al mondo affinché da esso si produca ricchezza, lavoro e benessere. Un recente studio – ha aggiunto – condotto dall’Osservatorio sul turismo delle isole europee ha evidenziato che il comune di Castelvetrano ha attirato lo scorso anno 89.444 turisti di cui la maggior parte italiani (63%): sono numeri davvero esigui per un sito di tale importanza che necessita di un vero rilancio di cui saremo promotori insieme alla Regione Siciliana che ha destinato al parco 8 milioni di Fondi europei Po-Fesr 2007-13”.
Un comitato scientifico valuterà nei prossimi giorni il progetto firmato da Luni per decidere la fattibilità della sua realizzazione.
“L’ampia pulizia della vegetazione che infestava le strutture crollate – ha spiegato il professore Mario Luni – ha permesso un efficace rilievo grafico delle colonne crollate a terra in modo uniforme, ovvero blocco per blocco, e anche delle strutture della trabeazione, nonché di quelle delle celle a tre navate, con pronao tetrastilo (4 colonne) e opistodomo distilo. Questo lavoro impegnativo ha consentito di rielaborare l’intera documentazione in relazione all’elevato, caratterizzando a colore i blocchi superstiti. Ulteriori verifiche e controlli sono stati eseguiti al computer incrociando i dati derivati dai rilievi grafici consentendo una ricostruzione “filologica” tridimensionale del monumento. Grazie alla partecipazione diretta alla campagna di studi archeologici e alla stesura del rilievo grafico si è reso possibile il trasferimento puntuale dei dati acquisiti sul campo direttamente sul modello ligneo. La documentazione innovativa raccolta ha permesso – continua Luni – di realizzare un modello in scala del tempio G, composto da circa 6mila pezzi lavorati a mano. In definitiva si è raggiunta una nuova fase di ulteriore conoscenza dell’edificio monumentale che costituisce il fondamento della discussione in corso sugli interventi urgenti di tutela, con ulteriori scavi e restauri in linea da quanto è scaturito dai risultati del convegno “Selinus 2011. Restauri dell’antico. Ricerche ed esperienze nel Mediterraneo di età greca”.
“Ho chiesto la collaborazione del professore Mario Luni e della sua equipe dell’Università di Urbino – spiega Valerio Massimo Manfredi – per la loro lunga esperienza negli scavi e nei restauri di Cirene, in Africa, e per la vecchia amicizia e stima reciproca che ci lega. In quasi un anno di lavoro, con studi e rilievi compiuti, ci siamo concentrati sul maggiore monumento selinuntino, il tempio G, per studiarne lo stato di conservazione e le caratteristiche strutturali e architettoniche su cui già si erano cimentati, negli anni, illustri studiosi. Il convegno internazionale che si è chiuso ieri è stato un importante momento da cui sono emerse anche indicazioni sulle iniziative future da intraprendere affinché uno dei complessi più impressionanti e prestigiosi del mondo greco possa essere studiato in tutte le sue caratteristiche”.
Angela Abbate
Ufficio Stampa “Feedback”
…ma…io credevo scherzassero.
E inutile, rovineranno solo la bellezza del fuso della vecchia famoso per il suo essere così, distrutto. Non potranno mai completare la restaurazione, poiché mancano molti pezzi di pietra, perché fu utilizzata molti anni fa quando costruirono il primo molo di selinunte, quindi secondo me faranno un bel buco nell’acqua.
@malph..eh no questi non babbiano!!!
Mi sembra un Ponte sullo Stretto in salsa archeologica. Con tante emergenze nei beni culturali nazionali, senza cura da anni e abbandonati a se stessi, si va a pensare al megaprogetto faraonico da diecimilamille miliardi.
Proposta: affidiamo anche quest’opera all’ingegner Cane?
sono favorevole alle ricostruzioni, solo non mi sarei cimentato proprio con il tempio G, il più grande e più complicato.. templi atterrati non mancano a Selinunte, anche di rispettabili dimensioni..sarebbe stato meglio raddrizzarne qualcuno di questi risparmiando ‘il fuso della vecchia’
Tranquilli non accadrà mai, è solo pubblicità
I pezzi di quel tempio sono disseminati in chiese, case, bagli e quant’altro, solo i pezzi non trasportabili sono rimasti al loro posto
bello il modellino
ma quanto costa..
devo fare un piccolo regalo di compleanno
grazie di tutto
E’ nella natura umana lamentarsi sempre!!!!ma perche’?una volta tanto che si mostra interesse verso questo sito da sempre abbandonato da tutti (politici e non)ora i politici se lo ricordano perche’ ci saranno le elezioni,se sara’ un buco nell’acqua questo non possiamo dirlo visto tutti questi studiosi che stanno lavorando a questo progetto…ma voi ve lo immaginate se dovessero riuscirci?
Piccolo calcolo x scherzare un po’ e per far capire come l’idea sia irrealizzabile per tantissimi motivi, non ultimo quello economico. Torniamo alla scuola elementare e risolviamo questo problemino.
PROBLEMA
se per realizzare un modellino di 2 metri quadrati si spendono 100.000 euro, quanto si spenderà per ricostruire un tempio di 4.907 metri quadrati tenendo conto del solo costo del modellino?
SOLUZIONE
€ 100.000 : mq 2 = € 50.000 (costo al metroquadrato)
mq 4.907 x € 50.000 = € 245.350.000,00 (costo complessivo rapportato al modellino)
Ripeto è un calcolo x scherzare e prettamente empirico, ma per avvicinarsi alla realtà la cifra andrebbe sicuramente aumentarla…
Se la natura ha voluto che il Tempio G assumesse questa apocalittica forma, un motivo ci sarà, la natura non sbaglia mai…
Ma non sarebbe meglio restaurare quelli già esistenti, che sono veramente malandati e urgono di manutenzione?
LASCIATECI SOGNARE!!!! Se veramente si riuscirà
a realizzare il progetto (…e in molti hanno messo la “loro faccia” ) che meravigliaaaaa !
100.000 euro per il modellino? mi sembra troppo.
Bisogna ricordare che l’inserimento nella graduatoria Unesco dei patrimoni dell’umanità per Selinunte, fu fatto nell’anno 2000 da noi studenti del liceo classico G.Pantaleo, sotto la guida del Prof. Giuseppe Libero Bonanno e, conseguentemente, ricevendo i complimenti dell’allora assessore regionale Tusa. Cosa a cui non avevano mai pensato tutte le esimie personalità, politiche e non, che ogni tanto tornano a battersi il petto davanti ad una meraviglia archeologica che,se curata nel modo opportuno, sarebbe da sola la ricchezza della città di castelvetrano.