«Le voci isolate rimarranno tali nella lotta alla mafia, quello che serve, invece, è un impegno corale di tutti, al di la delle parole, con la concretezza delle azioni e dei fatti». Lo ha ribadito il vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero incontrando stamattina i dieci operai (compresi alcuni della cooperativa «Placido Rizzotto» nel Palermitano) che nell’uliveto confiscato a Gaetano Sansone in contrada Seggio Torre a Castelvetrano stanno raccogliendo le olive per produrre l’olio col marchio di «Libera».
Quei venti ettari sono stati affidati dal Comune alla gestione di «Libera» che – insieme alla Diocesi di Mazara del Vallo (tramite il “Progetto Policoro”) – sta costituendo una cooperativa sociale per la gestione del fondo.
(Davide Pati, Domenico Mogavero, Marilisa Magno)
«I messaggi concreti arrivano proprio da azioni come queste – ha ribadito Mogavero – in questa terra che oggi torna alla società civile si raccolgono i frutti profumati di legalità, con un impegno sia del mondo civile che di quello ecclesiastico. E questa è la migliore risposta nei confronti di chi, nei giorni addietro, ha gettato discredito nei confronti di associazioni ecclesiastiche che avrebbero avuto affidamenti di comodo, che accumulano senza alcuni esito produttivo».
Mogavero è stato accolto in contrada Seggio Torre da Davide Pati di «Libera» e da una delegazione di studenti degli istituti superiori di Castelvetrano. Dopo la tappa in campagna, nell’aula magna della scuola elementare «Ruggero Settimo» s’è svolto il dibattito con la partecipazione del sostituto procuratore Bernardo Petralia e di Rino Giacalone di «Libera Informazione».
Gli ultimi cinquanta minuti, invece, sia il vescovo che il Prefetto di Trapani Marilisa Magno hanno risposto alle domande dei ragazzi in platea. Salvatore Navetta, studente dell’istituto alberghiero, ha chiesto al vescovo qual è la posizione della Chiesa nella lotta alla mafia: «Oggi è alquanto chiara, più di vent’anni fa, non credo ci siano in Italia Diocesi che stanno in silenzio. L’esempio di don Pino Puglisi è la più chiara testimonianza: lui parlava al cuore dei ragazzi, spiegando che l’impegno nell’agire quotidiano nel rispetto delle regole era la giusta via da seguire». E a Marco, studente del liceo scientifico “Michele Cipolla” che ha accennato alla connivenza tra la mafia e la politica, Mogavero ha risposto così: «Non ci sono persone inattaccabili, tutti siamo esposti. È la forza morale di ognuno di noi, poi, che ci consente di scegliere tra il bene e il male.
La legalità, certamente, fa vivere». A fine dibattito il vescovo, ad una giornalista che gli ha chiesto su cosa direbbe al super latitante Matteo Messina Denaro, monsignor Mogavero in poche parole ha detto: «Lui è un nostro diocesano, si costituisca, saprà come fare».
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Castelvetrano, 18 novembre 2011 - Aula magna della scuola elementare «Ruggero Settimo».
Incontro organizzato da Libera sui beni confiscati alla mafia.
Riportiamo la domanda di uno studente, Marco, e la risposta del Vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero.
Marco:
“Le nostre istituzioni, soprattutto siciliane, negli ultimi anni sono state colpite da indagini e sentenze. Ad esempio, Cuffaro è stato arrestato per collusioni con la mafia; il nostro presidente della Regione, Lombardo, è indagato; così come Saverio Romano, ex ministro dell’agricoltura. Perché le nostre istituzioni siciliane sono continuamente colpite dal fenomeno mafioso? Perché il palazzo del potere è sempre colluso con la mafia? Che cosa possiamo fare noi per risolvere il problema?”
Mons. Mogavero:
“Tutti siamo nelle condizioni di cedere o di resistere. Tutto dipende dalla forza morale che abbiamo e dall’obiettivo che intendiamo conseguire. Se io ho l’obbiettivo di avere il maggior numero di voti, non guardo se il voto è pulito o sporco, mi interesserà soltanto che mi porti da qualche parte. Ma se sono una persona moralmente corretta, se sono un cristiano fino in fondo, non posso accettare di andare a ricoprire un ruolo di responsabilità, sapendo che mi ci ha mandato qualcuno che poi mi chiederà il conto. Se ciascuno di noi ha quella correttezza e quella dirittura morale per la quale sa anche rinunciare ad un favore pur di non sporcarsi le mani, allora non percorrerà la via dell’illegalità. Se però comincia col compromesso, col chiudere un occhio, pian piano finirà per chiuderli tutti e due.”
Il giorno dopo, su un quotidiano e su alcuni siti web, c’era questa sintesi:
“E a Marco, studente del liceo scientifico “Michele Cipolla” che ha accennato alla connivenza tra la mafia e la politica, Mogavero ha risposto così: «Non ci sono persone inattaccabili, tutti siamo esposti. È la forza morale di ognuno di noi, poi, che ci consente di scegliere tra il bene e il male.
La legalità, certamente, fa vivere».
Egidio Morici
http://www.500firme.it
e.morici@alice.it
Sintesi diluita rispetto a temi e problemi che attengono ai voti " sporchi". Per fortuna a parlare è un uomo di chiesa,dunque non si può dire che sia stato imbeccato o strumentalizzato da chi,come noi comunisti, dice da anni la stessa cosa. Piuttosto, chi ci sa dire quando costa oggi un voto,considerata la crisi economica?...
Maria Antonietta Garofalo
Segretaria Circolo "G.Impastato"
Rifondazione Comunista
...ma si dedichi insieme ai suoi colleghi un pò anche agli intrighi meschini, criminali e oscuri che da troppo tempo avvolgono la chiesa e le persone di chiesa...e che donassero i loro immensi e inestimabili beni per risanare il debito pubblico... per loro non sarebbe un grosso sforzo, visto che si beccano pure l'8 per mille da noi emeriti deficenti contribuenti...