Ai genitori hanno proposto di mettere nel cestino dei figli il classico panino, oppure di venirseli a prendere all’ora di pranzo, portarseli a casa a mangiare e riportarli nel primo pomeriggio.
Fino all’anno scorso i genitori pagavano una quota di circa un euro e il comune assicurava il pranzo ai loro bambini. È dalla fine delle vacanze estive però che negli asili della città non si pranza più; pare che il comune non abbia i soldi per il rinnovo del servizio. Almeno è così che si sono sentiti rispondere gli increduli genitori.
Il bilancio di previsione del 2008 però ha previsto più di 2 milioni e mezzo per i servizi sociali e il sindaco Gianni Pompeo, a fine maggio scorso, aveva tenuto a sottolineare di “aver mantenuto inalterata la pressione fiscale sui cittadini, continuando ad essere uno dei pochi comuni italiani a non applicare l’addizionale Irpef”.
Insomma una sorta di magia, se consideriamo che il comune non ha più le entrate dell’ICI sulla prima casa.
Ammettendo pure che i 58 milioni di euro approvati dal consiglio comunale siano davvero un importante strumento finanziario per i cittadini, ci si chiede quanto tempo ci voglia affinché i soldi deliberati sulla carta possano trasformarsi in soldi veri.
Se associazioni, emittenti, fondazioni e consulenti esterni possono aspettare, siamo sicuri che sia opportuno far aspettare anche i bambini dell’asilo?
Speriamo che l’assessore per l’assistenza e solidarietà sociale si faccia sentire o che la sensibilità di qualche associazione locale possa prendersi a cuore il problema ed attivarsi anche come sprone nei confronti dell’amministrazione comunale. O anche loro non hanno ancora ricevuto il proprio contributo dal comune?
Egidio Morici
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