Internet a Castelvetrano nasce nel 1996 per iniziativa di una attività di servizi nel settore informatico: la “CENTRO COMPUTERS” di via XX Settembre a Castelvetrano. Il titolare, Dario Prinzi, da sempre appassionato di elettronica informatica e telecomunicazioni, fece in modo che il collegamento avvenisse a Castelvetrano tramite connessione urbana.
Dal 1994 circa Internet era già accessibile tramite una piattaforma chiamata GOPHER che rappresentava una sorta di evoluzione delle BBS (bullettin board system). Esistevano quindi dei sistemi che permettevano l’aggregazione di utenti con posta privata e informazioni accessibili, ma il tutto ristretto al sistema a cui ci si collegava in modo diretto tramite un modem a 300Baud componendo il numero telefonico per l’accesso (tipo WAR GAMES).
Il browser utilizzato a quel tempo era il NETSCAPE e l’interfaccia GOPHER si presentava come un menù con delle possibilità di scelta. La grafica era prettamente testuale e le immagini erano rappresentate da file da scaricare.
Nel frattempo, il Web (world Wide Web) cominciava a farsi strada, conquistando l’interesse del grande pubblico. Tuttavia a quel tempo era molto diverso da come noi oggi lo conosciamo poiché era un’evoluzione del GOPHER. La vera svolta avvenne con l’aggiunta dei collegamenti ipertestuali.
Un ostacolo alla libera fruibilità della rete era però rappresentato dai costi di accesso che avvenivano tramite un modem attraverso la rete telefonica. La tariffazione di allora era suddivisa in:
– Telefonate Urbane (quelle nella stessa città, le più economiche)
– Telefonate distrettuali (all’interno del distretto di appartenenza)
– Telefonate Interurbane ( quelle fuori distretto, le più costose)
Ma oltre alla costosa tariffazione vi era la lentezza del collegamento tramite modem (33,6 Kbps) che non consentiva in tempi brevi l’accesso a ciò che serviva. Telefonate costose e tempi lunghi di collegamento non davano a tutti la possibilità di accesso alla rete.
Ai costi di connessione dovevano aggiungersi anche i costi di abbonamento (circa 300.000 lire). Infatti bisognava passare attraverso un provider per connettersi, ricordo tra i primi e più importanti GALACTICA, VIDEO ON LINE, IT-NET.
I punti di accesso stavano nelle città. Pertanto chi si abitava a Palermo si collegava con una telefonata urbana e stava tutto il tempo che voleva. Cosa diversa per chi si collegava da Castelvetrano che doveva connettersi tramite una costosa chiamata interurbana.
Fu così che Dario Prinzi decise di attivare un nodo a Castelvetrano per consentire ai castelvetranesi (e non solo) di collegarsi tramite numero urbano alla rete.
Nei primi mesi del 1998 il nodo fu attivato tramite un accordo con Informatica Commerciale di Palermo, allora connessa con IT-NET. Telecom attivò una connessione CDN da 19,2 Kbps dal nodo di Alcamo a Castelvetrano.
Dario autonomamente costruì il server con tutti i modem connessi e il relativo software che consentiva l’accesso e la contabilizzazione degli utenti. Tramite le 6 linee ISDN erano possibili 8 collegamenti RTG e 4 ISDN contemporaneamente.
Da quel momento, previo abbonamento, era possibile collegarsi ad Internet al solo costo di una telefonata urbana. Fu un notevole passo avanti tecnologico per la zona. Infatti, grazie a questa possibilità, tanti acquistarono il computer, allora non diffuso come oggi, solo per l’accesso alla rete motivato da ragioni commerciali, professionali, di studio o semplice curiosità.
Ma questa avventura durò poco per il CENTRO COMPUTERS, così come per gli altri piccoli provider. Telecom Italia comprò allora VIDEO ON LINE che trasformò subito in TIN IT (oggi Alice), fornendo l’abbonamento gratuito agli utenti avendo un ritorno economico garantito dalle chiamate telefoniche.
Una concorrenza sleale che un provider privato – ci racconta Dario Prinzi – non poteva reggere dal momento che anche nel suo caso era Telecom a guadagnare dalle chiamate fatte dagli utenti per collegarsi. Bisognava pagare a Telecom la costosa linea CDN necessaria per fornire il servizio senza possibilità più di vendere abbonamenti dato che lo stesso fornitore del servizio li regalava all’utente finale.
I grossi provider crearono un’associazione e diedero battaglia legale a Telecom ottenendo il risarcimento per la concorrenza sleale e una multa dall’AGCOM. Bruscolini al confronto degli enormi guadagni ottenuti grazie ad operazioni che solo in Italia si potevano (e si possono) fare.
Così nei primi mesi del 2000 il nuovo millennio vide la chiusura del provider CENTRO COMPUTERS e qualche anno dopo anche dell’attività nel suo complesso. L’evoluzione tecnologica cambiò ulteriormente le cose con l’avvento dell’ADSL. Anche in quel caso Telecom Italia, con un altro “colpo di mano”, tagliò fuori gli altri provider vendendo in modo esclusivo una tecnologia che doveva mettere a disposizione anche degli altri operatori. Altri interventi giudiziari e dell’AGCOM misero fine per l’ennesima volta alle operazioni monopolistiche di telecom.
Pubblicato il giorno 11 maggio 2016
AUTORE. Redazione