Un uomo solitario, burbero, diventato “instabile e depresso” dopo la rottura con la moglie, con alle spalle qualche condanna per reati minori. Un musulmano non troppo praticante, che non andava in moschea e quest’anno non aveva nemmeno rispettato fino alla fine il Ramadan.
E’ questo il profilo di Mohamed Lahouaiej Bouhlel, 31 anni, l’attentatore di Nizza, secondo le prime notizie diffuse da inquirenti e media. Originario della città tunisina di Msaken, nel nordest della Tunisia, Bouhlel abitava da tempo a Nizza e aveva un permesso di residenza della durata di dieci anni.
Di lavoro faceva il corriere, e da poco aveva ottenuto la patente per i mezzi pesanti. Era sposato e padre di tre figli, ma aveva rapporti deteriorati con la famiglia. Il suo matrimonio si stava concludendo con un amaro divorzio dopo un periodo teso, in cui Bouhlel era anche stato anche indagato per violenze coniugali.
L’attentatore era musulmano, ma sempre secondo le testimonianze dei vicini non sembrava molto praticante. “Era un uomo poco religioso, che non pregava, non andava in moschea, amava la salsa e le belle ragazze”, racconta uno di loro alla stampa locale, spiegando che il mese scorso aveva cominciato il digiuno per il Ramadan, ma l’aveva mantenuto solo per qualche giorno.
“Non era mai stato oggetto della minima segnalazione di radicalizzazione”, ha detto ancora il procuratore Molins. Il padre però, riferiscono i media tunisini, è ritenuto vicino agli ambienti dell’estremismo islamico ed è iscritto al partito religioso Ennadha. Alcuni suoi parenti sarebbero stati condannati durante il regime di Ben Alì, e avrebbero poi approfittato dell’amnistia per uscire di prigione.
AUTORE. Redazione