La Corte dei Conti condanna quindi anche in appello la società che gestiva gli ingressi in diverse aree archeologiche della Sicilia, compreso il Parco Archeologico di Selinunte.
Sotto inchiesta, nel parallelo procedimento penale, c’è Gaetano Mercadante, 51 anni, romano, legale rappresentante delle imprese Novamusa Valdemone, Novamusa Val di Mazara e Novamusa Val di Noto.
Tutte facevano parte dell’ATI incaricata di occuparsi degli incassi di diverse aree archeologiche siciliane: il parco antico di Taormina, Segesta, Selinunte, il museo Paolo Orsi ed il parco di Neapolis a Siracusa.
Ma secondo quanto deciso dalla Corte dei conti, e le indagini nel procedimento penale, non sarebbero stati versati i soldi alla Regione ed ai comuni di di Taormina, Siracusa, Castelvetrano, Calatafimi-Segesta e Marsala. In base alla convenzione stipulata alla Novamusa spettava il 10% degli incassi. Tutto il resto doveva essere trasferito, per il 70%, alla Regione e al Comune sul cui territorio ricade il bene archeologico, il 30%.
Mercadante si è sempre difeso sostenendo di aver già restituito 14 milioni di euro, mentre i 19 contestati li aveva trattenuti come compensazione per alcuni lavori eseguiti di tasca propria nei siti gestiti dalla sua società. Una linea difensiva sostenuta dalla stessa Novamusa davanti ai giudici contabili.
Ora però la sezione d’appello della Corte dei Conti ha rigettato il ricorso alla condanna di primo grado condannando la società a risarcire circa 19 milioni di euro. 16.032.328,09 euro alla Regione siciliana.
E poi circa 3 milioni di euro a carico dei Comuni:
Comune di Taormina, € 965.909,01
Comune di Siracusa, € 957.224,48
Comune di Castelvetrano € 391.992,04
Comune di Calatafimi – Segesta € 415.345,08
Comune di Marsala € 54.051,91
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Mi sembra giusto che vengono risarciti i Comuni. Ma chi risarcirà i dipendenti di Novamusa che sono stati incolpevolmente sedotti e abbandonati al loro destino?
Poichè dall'articolo non si evince sarebbe utile per i cittadini sapere chi e quando si è accorto che il gestore non versava agli enti le somme di loro spettanza.
In altri termini ha funzionato il potere-dovere di vigilanza e controllo che gli enti creditori avrebbero dovuto svolgere per evitare le " distrazioni" di chi doveva versare nelle casse pubbliche ?