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Olio dalla Tunisia, nella valle del Belice scatta la protesta

I produttori olivicoli del Belice dicono “no” all’ingresso di oltre 35 mila tonnellate di olio d’oliva tunisino a «dazio zero» che stanno per arrivare sul mercato italiano Italia. L’ok , pervenuto nei giorni scorsi, è arrivato dall’Unione Europea e avallato dal Governo italiano. Le reazioni, tra i produttori nel territorio belicino, non sono mancate.

I frantoiani di Castelvetrano, Elio Cavarretta dell’omonimo olificio, commenta così la scelta della comunità europea:«qui siamo buoni solo per pagare le tasse e del nostro lavoro non interessa a nessuno. Quest’olio che arriva dall’Africa danneggia tutta la filiera dell’olio e sarà crisi profonda per il comparto». Rincara la dose Valentina Blunda , giovane imprenditrice di Partanna e produttrice d’olio di qualità.

«Continua la reiterata mancanza di tutela dei produttori olivicoli italiani da parte del Governo-afferma piccata Valentina Blunda- I nostri politici non si rendono conto del grave danno arrecato ad un comparto come quello olivicolo che, soprattutto in Sicilia, è fondamentale per la tenuta dell’economia.

Noi sottoposti a norme e i pressanti vincoli e il Governo autorizza l’immissione sul mercato di un prodotto senza controlli di qualità. Sono indignata». Rincara la dose la Coldiretti Sicilia che scrive in un comunicato:«l’olio tunisino costa meno di due Euro, ha il record di offerte speciali nella grande distribuzione e mortifica la produzione isolana».

Filippo Siragusa
per GdS

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  • io non mi meraviglio del governo italiano, che riceve le busterelle dagli industriali che debbono esportare i loro prodotti in Tunisia, e non mi meraviglio nemmeno del popolo siciliano considerato da sempre pecorone, mi meraviglio degli oleifici e grossi produttori di olio, che dormono fra gli allori non capendo che fra non molto in Sicilia finirà peggio delle Puglie, perchè dovremo bruciare i nostri uliveti, perchè antieconomici. Il popolo francese a quest'ora avrebbe fatto la II rivoluziobe francese. Il popolo siciliano è pecorone perchè pesano sulle sue spalle millenni di ingiustizie alle quali si è dovuto inchinare ed ora è stanco e non si ribella nemmeno se rimane a digiuno. La sua filosofia popolare è racchiusa in un solo proverbio "calati iuncu chi passa la china". Anche questa volta il popolo resterà a guardare gli eventi, senza nemmeno protestare. Che si ribellino almeno i letterati di grido con l'arma della scrittura.

  • Good for olive producers to band together to stop import of Tunisian olive oil. It would hurt economy of Sicily and of those who pay taxes.

  • Buongiorno, a chi leggerà e magari commenterà la mia presente. Domanda? Perché i tre Sindaci delle città della Nocellara del Belice (Castelvetrano-Campobello di Mazara-Partanna), non pensano di dare un forte segnale al Parlamento Italiano ed anche al Parlamento Europeo, con tre azioni: 1°) uscire dal patto di stabilità; 2°) esenzione totale di tasse e contributi, a produttori ed oleifici presenti nel territorio; 3°) chiusura totale di accoglienza ad immigrati che NON arrivano da paesi in guerra. Sicuramente il 3° punto scatenerà l'indignazione di tanti buonisti che sono tali o per interessi o per non lungimiranza nel lungo termine. Per non lungimiranza nel lungo termine, intendo che entro 20 anni saremo chiamati il continente AfroEuropeo.

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Filippo Siragusa