Aperto e subito rinviato al 22 gennaio prossimo il processo che si celebra davanti la Corte d’Assise di Trapani per la morte di Maria Amatuzzo, uccisa a coltellate dal marito Ernesto Favara il 24 dicembre 2022. Durante l’udienza la Corte, presieduta da Enzo Agate, ha ammesso le prove chieste dalle parti. L’accusa è sostenuta dal magistrato Stefania Tredici. Oggi in aula c’era anche il procuratore della Repubblica di Marsala Fernando Asaro. Lo scorso 14 novembre, a rinviare a giudizio l’ex pescatore è stato il gup del Tribunale di Marsala, Riccardo Alcamo. Subito dopo il delitto, Favara venne arrestato dai carabinieri, per strada, vicino casa, mentre aveva ancora in pugno il coltello sporco di sangue.
Il 24 dicembre 2022, Amatuzzo sarebbe stata attirata con un pretesto da Favara nella sua abitazione di Marinella di Selinunte («Vieni a prenderti il cappotto, io non sarò a casa»), ma quando entrò nel garage venne accoltellata. Dall’autopsia è emerso che i fendenti sarebbero stati 28, inferti in varie parti del corpo. Favara è difeso dagli avvocati Margherita Mariella Barraco e Valentina Blunda, mentre le parti offese (genitori, una sorella e uno zio della Amatuzzo) sono assistite dall’avvocato Vito Daniele Cimiotta. Oltre a loro, si sono costituite parti civili anche due associazioni antiviolenza sulle donne rappresentate dalle avvocatesse Roberta Anselmi e Marilena Messina. Ernesto Favara è attualmente rinchiuso nel carcere di Trapani.
AUTORE. Redazione