L’importante operazione è il frutto di una serie di indagini sviluppate nella provincia di Trapani dall’Arma dei Carabinieri, dalla Polizia di Stato e dalla D.I.A. sotto il coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, opportunamente assemblate attraverso la lettura e valorizzazione sistematica dei vari filoni investigativi.

In tale ambito, le indagini hanno permesso di documentare il ruolo di vertice operativo assunto da Gaspare COMO, cognato del latitante, designato quale reggente del mandamento di Castelvetrano dopo un periodo di interregno conseguente agli arresti effettuati nel dicembre 2013 (op. EDEN) e agosto 2015 (op. ERMES) che avevano colpito i principali esponenti dell’organizzazione, tra cui taluni membri del circuito familiare dei Messina Denaro.
Proprio la costante esigenza di avere un esponente familiare al vertice della struttura, imponeva al capo mafia latitante di incaricare il cognato, personaggio rimasto a lungo nell’ombra per quanto coinvolto in passato in vicende criminali, quale responsabile del mandamento di Castelvetrano a partire dai primi mesi del 2016.
Gaspare COMO, durante tale periodo, ha esercitato la sua leadership attraverso un ristretto circuito di sodali di provata affidabilità composto da Antonino TRIOLO titolare di una agenzia pratiche auto in Castelvetrano; Vincenzo LA CASCIA, uomo d’onore della famiglia di Campobello di Mazara; Calogero GUARINO, gestore di una frutteria in Castelvetrano; Vittorio SIGNORELLO, dipendente civile dell’aeroporto Trapani Birgi.

Particolarmente significativi sono stati gli esiti delle intercettazioni ambientali all’interno dell’agenzia pratiche auto di Antonino TRIOLO, luogo deputato a mascherare i riservati incontri tra quest’ultimo e il COMO, funzionali alla veicolazione delle comunicazioni con Nicola ACCARDO, capo della famiglia di Partanna di cui il TRIOLO si è rivelato essere il principale braccio destro. In tale ambito si è avuta la conferma della centralità di Matteo MESSINA DENARO nelle dinamiche associative attraverso disposizioni impartite al cognato e a quest’ultimo giunte tramite Nicola ACCARDO il quale ha proceduto allo smistamento di “pizzini”.

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