Quando la Regione Siciliana collabora con la Regione Siciliana si ottengono importanti risultati e a bassi costi. Il concetto, che potrebbe sembrare un paradosso, è ampiamente dimostrato in questi giorni, al Parco Archeologico di Selinunte e Cave di Cusa dove, uomini e mezzi del Corpo Forestale regionale, in collaborazione con il personale del Parco diretto da Enrico Caruso hanno messo in atto un piano di ripulitura e di messa in sicurezza contro possibili incendi di un’area pari a 270 ettari circa.
Gli uomini della Forestale in due settimane di lavoro hanno provveduto a pulire le aree monumentali e realizzare fasce parafuoco perimetrali molto utili per gestire possibili focolai d’incendio e limitare l’eventuale diffusione delle fiamme.
Sono state ripulite tutte le strade interne del parco, compresa la zona di Malophoros, della collina orientale e intorno al nuovo teatro e al Baglio Florio. Le squadre della Forestale hanno effettuato importanti interventi di potatura di piante ornamentali.
Quando strutture diverse dell’amministrazione regionale – ha commentato il direttore Caruso- collaborano i risultati arrivano e sono visibili. La Regione Siciliana ne esce rafforzata agli occhi di tutti.
I risultati ottenuti in questi giorni sono evidentissimi e di questo, siamo grati all’opera prestata dai forestali. Il loro lavoro- conclude- il direttore Caruso- eviterà al parco seri rischi d’incendi, vista la presenza di sterpaglie in diverse zone.
Il lavoro di questi giorni ha migliorato di molto l’antico paesaggio dell’area archeologica di Selinunte.
L’intervento del Corpo Forestale, seppur tardivo, ha funzionato. Adesso a Selinunte il rischio incendi è diminuito drasticamente. Nel mese di giugno scorso , in occasione del primo grande caldo, quando molte aree siciliane furono aggredite dal fuoco, in molti si preoccuparono anche per il parco particolarmente a rischio per la presenza di molte aree incolte.
Sarebbe auspicabile che il prossimo anno i lavori iniziassero a maggio onde evitare possibili rischi anche per i turisti.
Ecco alcune foto..
Filippo Siragusa
per GdS
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Un plauso fragoroso a chi ha avuto l'iniziativa ed a tutti coloro che hanno operato il tardivo ma prezioso intervento. C'è solo da augurarsi che la soddisfazione per il risultato raggiunto sia di sprone per la realizzazione di altre iniziative di questo tipo, di cui il nostro territorio ha tanto bisogno. Magari con il coinvolgimento della cittadinanza, che avrebbe bisogno di essere responsabilizzata sulla necessità di partecipare alla salvaguardia del decoro, elemento indispensabile per la valorizzazione delle immense ricchezze paesaggistiche e storiche della Sicilia Occidentale.
Sembra una barzelletta. Sono state ripulite le zone limitrofe ai ruderi ed ai templi (basta vedere le foto allegate), e non le aree con gli scavi visitabili dai turisti. Certo meglio che niente, ma i ruderi quando li libererete dalle erbacce? ---- Quindi direttore Caruso non parli di grandi risultati.
Lodevole iniziativa...un po' tardiva...ma apprezzabile. Il problema è la sporcizia che io turista trovo nel recarmi al Parco, non è che ci atterro con un elicottero! Fuori è roba quasi indicibile....lavori di asfaltatura, puzzo incredibile con più ci si avvicina al porto, spazzatura in giro a far bella mostra di se. Pur volendo parlare delle bellezze del passato (per del presente non c'è nulla di bello di cui parlare) non si può che tornarsene a casa con la delusione di aver visto un posto di per se bellissimo, deturpato, massacrato da non si sa che intelligenza sovraumana.
Domenica passata ho avuto il piacere di visitare il Parco entrando dal nuovo ingresso lato Triscina, non ho visto tutta la pulizia di cui si parla, ho visto degli alberi potati con gli scarti accantonati nei dintorni, un'altra pecca che non è incanalata l'acqua che fuoriesce dal bevaio creando un pantano nel percorso pedonale. Ho incontrato dei turisti che si lamentavano per la mancanza di servizi igienici nel tratto del percorso pedonale.