Cancello sbarrato e locali deserti. È questo quello che i turisti si ritrovano davanti l’ingresso lato Triscina del Parco archeologico di Selinunte. Ancora per un altro anno il secondo ingresso del Parco è rimasto chiuso al pubblico. Lo è, in effetti, da molti anni, già ancora prima che il Comune venisse commissariato per mafia. Quest’anno qualcosa si è mosso ma nulla si è poi definito per aprire. Il Comune, dal canto suo, ha affidato la zona bar e la terrazza per sei anni, ma non i locali commerciali dell’area. È l’imprenditore Giovanni Bongiorno che dovrà gestire bar e terrazza. Quest’anno, però, tutto è rimasto per com’era negli anni addietro. La biglietteria, invece, rimane in capo al Parco archeologico e, come per l’ingresso di Selinunte, a gestirla dovrebbe essere Coopculture col suo personale.

Il sindaco Enzo Alfano spiega: «Tra il Comune e l’ente Parco ci sono state interlocuzioni e siamo stati disponibili anche a impiegare personale del Comune, ma poi non si è fatto più nulla». Il direttore del Parco Felice Crescente spiega, invece, che «siamo disponibili a effettuare un periodo di apertura, anche per testare l’affluenza di pubblico da quel lato del Parco, con un preavviso di tre/quattro mesi per sistemare i sentieri interni e la viabilità. Ma per farlo c’è la necessita che il Comune, proprietario dell’immobile, lo riattivi». Oltre il bar il Comune deve affidare gli altri locali commerciali, attualmente vuoti, che potrebbero essere elementi d’attrazione per invogliare i turisti a entrare nel Parco lato Triscina. Rimane il rimpallo di competenze tra Comune e Parco e, intanto per un’altra estate, il cancello è rimasto sbarrato e il parcheggio vuoto.

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