Tra i mille aspetti di questa pandemia Coronavirus, ce n’è uno del quale si parla sempre più spesso: il Covid-19 ha rallentato le cure per i malati oncologici e, in alcuni casi, ha determinato che per certe patologie si è perso tempo. Qualche mese fa ne parlò sul nostro giornale Salvatore Alcide. Ma la pandemia Coronavirus ha pure offuscato le emozioni belle, come quelle di un parto. Eppure la nascita di un bambino è un’esperienza unica e indimenticabile per ogni mamma, il momento più bello della sua vita.

Ce lo racconta una mamma di Castelvetrano che vuole rimanere anonima: «Ho vissuto nove mesi della gravidanza con la paura e la fobia di contrarre il virus, ho dovuto affrontare il parto, un taglio cesareo, in solitudine senza il conforto e l’aiuto di un parente, senza la presenza del marito, senza l’affetto degli amici e senza vedere i volti commossi e la gioia dei familiari all’uscita dalla sala operatoria».

È vero, la pandemia Coronavirus ha cambiato tutto. E lo sa bene questa mamma: «Tutto freddo, statico, ermetico». E, paradossalmente, i parenti sono diventati l’equipe del reparto: «Seri professionisti che mi hanno assistita con molta accuratezza e attenzione in un taglio cesareo non molto semplice, dandomi anche, con il loro supporto e la loro grande umanità, forza e coraggio. Per tutto questo voglio elogiare e ringraziare la “grande squadra”, perché mi hanno aiutata a vincere, composta dai medici Angelo Caradonna, Maria Rosa Marino, Daria Cangemi e Micol Roma che mi hanno organizzato in modo eccellente il cesareo che si presentava molto difficile e complicato».

C’è spazio ancora per le emozioni. E la nascita di un bambino – seppur in un anno difficile – non può finire offuscata. L’umanità, alla fine, trionfa: «Ho trovato persone che mi hanno rassicurato e mi hanno aiutato a vincere la solitudine. Grazie a tutti loro posso dire che sono stata fortunata anche in tempo di Covid-19 a partorire presso il reparto di ostetricia dell’ospedale “Vittorio Emanuele II” di Castelvetrano».

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