Negli scorsi giorni militari del Gruppo Trapani hanno individuato, in località Salinagrande, un
laboratorio di pasticceria totalmente abusivo esercitato all’interno di un’abitazione privata,
condotta in locazione.

I finanzieri, dopo una serie di sopralluoghi ed appostamenti riservati effettuati nei giorni
precedenti la data dell’intervento nei pressi dell’abitazione – durante i quali veniva notato un
via vai continuo di presunti clienti -, hanno intercettato e colto sul fatto il “pasticciere”,
identificandolo nel mentre era intento a consegnare prodotti dolciari ad una locale pasticceria.
All’interno della cucina adibita a laboratorio abusivo venivano infatti realizzati prodotti dolciari
dal pasticciere abusivo e dalla moglie. Il primo, che aveva già in passato esercitato una
regolare attività di pasticceria cessata nel 2000, dal mese di giugno 2019 risulta percepire
anche circa 700 euro mensili a titolo di reddito di cittadinanza.

Le precarie condizioni igieniche dell’abitazione e degli stessi locali in uso al laboratorio, nonché
l’assenza dell’autorizzazione sanitaria e dei requisiti igienico-sanitari – sia di impianto che
funzionali – previsti dalle leggi e regolamenti, richiedevano il necessario intervento di personale
dell’A.S.P. di Trapani, congiuntamente al quale è stato eseguito il successivo sequestro di ben
160 kg. circa di prodotti dolciari – tra i quali in particolare la caratteristica “frutta martorana” –
pronti per essere rivenduti a diverse pasticcerie e forni trapanesi in occasione delle imminenti
festività.
Il titolare del laboratorio abusivo è stato denunciato alla locale Autorità Giudiziaria, ai sensi
dell’art. 5, lett. b) della Legge 30 aprile 1962, n. 283, per violazione delle norme che tutelano
la pubblica salute, la produzione ed il commercio delle sostanze destinate alla alimentazione,
nonché ai sensi dell’art. 7, comma 1, D.L. 4/2019, che prevede una specifica sanzione penale
per coloro che, ai fini dell’ottenimento del reddito di cittadinanza, utilizzano dichiarazioni o
documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omettono informazioni dovute all’Inps.

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