Tuttavia non possiamo esimerci dal pubblicare alcune riflessioni. Giambalvo è stato dichiarato ufficialmente estraneo ai fatti a lui contestati, ma è veramente impossibile trascurare la pesantissima questione morale rappresentata dall’immagine dello stesso che emerge dal contenuto delle intercettazioni diffuse, quantomeno da ciò che è stato “sussurrato” nelle ultime settimane e comunque in attesa della pubblicazione della sentenza.
Secondo noi non si può in alcun modo sminuire il problema della criminalità all’interno delle istituzioni, o addirittura fingere che questa non esista, magari solo per “quieto vivere”, perchè ci si ritroverà ad essere nient’altro che un ingranaggio di questo sistema disfunzionale e fuori dal tempo.
In tutto il territorio nazionale non si contano più i casi in cui vengono allo scoperto infiltrazioni anche gravissime della criminalità organizzata nelle istituzioni e nelle pubbliche amministrazioni; l’atteggiamento anche solo parzialmente accondiscendente nei confronti di tutto questo (pur se ampiamente sostenuto da sentenze giudiziarie) non è più ammissibile.
Un atteggiamento accondiscendente di chi dovrebbe prendere le distanze e condannare fermamente comportamenti ambigui e deprecabili pone in assoluto risalto la questione essenziale del rapporto tra criminalità e politica. Ostinarsi a negare presenza e peso della criminalità nelle decisioni della politica riporta alla mente le squallide interviste degli anni ’80 e ’90 ai nostri concittadini… che si rifiutavano categoricamente di rispondere in maniera sincera all’intervistatore di turno… sono passati decenni, ma ci chiediamo se sia servito a nulla.
Le organizzazioni criminali, non dimentichiamolo mai, vivono e prosperano all’ombra del consenso e contesto sociale nel quale esistono. Ma veniamo a fornire uno stringato sunto della seduta… L’atmosfera era decisamente particolare, le strane presenze che si aggiravano tra i consiglieri (“alla riunione c’erano tutti, dal commissario al sacrestano, con gli occhi rossi e il cappello in mano”) e le numerose e interminabili riunioni dei vari gruppi consiliari nel privè di fronte all’aula non promettevano nulla di buono fin da subito. I giochi iniziano con la lettura di alcune dichiarazioni critiche dei vari gruppi, tutti elegantemente concordi nella comoda e facile critica degli atti dell’ex-inquisito, tutti altrettanto elegantemente concordi nel non azzardare richiesta alcuna contro la discutibile presenza dello stesso in consiglio comunale.
Questo consiglio comunale, citando ancora una volta il sempre attuale Fabrizio DeAndrè, “si costerna, s’indigna, s’impegna… e poi getta la spugna con gran dignità…” ed in questo caso è il Sindaco a gettare la spugna, con somma eleganza, bisogna dire, rimettendosi totalmente ai risultati della sentenza di pochi giorni fa e insistendo ad affermare che le sentenze vanno rispettate. Questo affermava IERI SERA il nostro Sindaco, noi possiamo solo auspicare che se ne ricordi non solo in queste “particolari circostanze”, ma a partire da adesso OGNI GIORNO, nella gestione della cosa pubblica. E comunque, citando nuovamente il sommo, possiamo solo affermare che: “anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”.
MeetUp Castelvetrano Selinute