Lo ha detto il pm Antonio Ingroia nel corso di un applauditissimo intervento alla serata ‘Tutti in piedì, organizzata da Michele Santoro a Bologna. «Paolo Borsellino e Giovanni Falcone erano grandi uomini, eroi, martiri. Vorrei che non avessimo più nè eroi nè martiri – ha proseguito -, vorrei che non ci fossero più missioni per i magistrati, vorrei che il nostro fosse un lavoro normale, perchè questo significherebbe che politici e magistrati farebbero lo stesso lavoro: combattere la mafia. Oggi questo è un sogno. È difficile. Troppi insulti, troppi attacchi, troppe campagne contro. Uguali a quelle contro Borsellino e Falcone. Anche loro insultati con insulti simili a quelli di oggi. In più la beffa di piangerli da morti: apprezzarli da morti con l’indecente sistema di usare i morti contro i vivi. Dicendo che loro sì erano bravi al contrario dei vivi. Questo perchè qualcuno pensa che i magistrati siano meglio da morti che da vivi. Si isolano i vivi per piangerli da morti».
«I magistrati hanno diritto al rispetto del loro lavoro, come quello di tutti gli altri – ha aggiunto Ingroia – per tutelare il diritto alla giustizia che sia uguale per tutti, senza privilegi, impunità e immunità. Serve che ci lascino lavorare e per questo voglio battermi ancora fuori e sopra i palchi, cercando di non dimenticare mai i modelli di umiltà e tenacia di Borsellino e Falcone».