Nessuno ammetterà mai di essere superstizioso, la superstizione è una credenza di natura del tutto irrazionale e vuoi per orgoglio vuoi per cultura prevalentemente religiosa, il carattare profano di molte credenze particolarmente diffuse cerchiamo sempre di non renderle facenti parte del nostro agire.
E’ pur vero che l’uomo non riuscirà mai ad essere tanto stupido da convincersi che davvero siano solo azioni dell’irrazionale. Insomma non è vero ma ci credo. Vi sfidiamo infatti a negare di non non esserlo un pò… chi, non si è ritrovano a scansare una scala pur di non passare sotto a essa, o di qualcuno che non ha espresso un desiderio alla vista di una stella cadente o ancor pensarci su prima di percorrere una strada che è stata appena attraversata da un gatto nero!
Bene, allora siamo tutti peccatori! ma non scoraggiatevi, infatti a queste in tempi davvero molto lontani veniva dato un significato pressoché spiegabile, ad oggi spesso è soltanto paura per l’ignoto.
Qui sotto troverete alcune delle nostre superstizioni che vi invitiamo a leggere anche solo convincerci che spesso queste entrano nella nostra vita perché parte delle nostre tradizioni e credere ad alcune di queste non ci fa affatto male !
Mai camminare sotto una scala. Una scala appoggiata a un muro forma idealmente un triangolo e nell’Antico Egitto questa era una figura sacra, passarci in mezzo sarebbe stato quasi un oltraggio. Nel Medioevo invece una scala appoggiata ricordava il patibolo, dunque camminarci sotto era quasi come mettere in scena la propria esecuzione.
Aprire un ombrello in un luogo chiuso porta sfortuna. In epoca vittoriana i meccanismi di apertura degli ombrelli non erano perfettamente funzionanti e aprirne uno in casa poteva anche causare incidenti.
Rompere uno specchio causa sette anni di guai. Nell’antica Grecia si prediceva il futuro di una persona analizzando il suo riflesso in uno specchio. Un’immagine distorta non era di buon auspicio. Inoltre i romani ritenevano che ogni persona attraversasse cicli alternati di salute e malattia della durata di sette anni.
Un gatto nero che attraversa la strada non è di buon auspicio. Sin dall’Antico Egitto il gatto era considerato un animale che portava fortuna, persino sacro. E secoli dopo la caduta di Re Carlo I venne attribuita alla morte del suo gatto.
Il numero 13. La sfortuna che porterebbe questo numero nasce nella mitologia scandinava: 12 dei stavano cenando insieme quando Loki, dio della guerra e del male, interruppe la festa provocando la morte di uno dei dodici dèi.
Mettere un cappello sul letto porta sfortuna. In molte culture si ritiene che gli spiriti cattivi alloggino tra i capelli delle persone, di conseguenza anche nei loro cappelli.
Il ferro di cavallo sulla porta. Nel Medioevo si riteneva che le streghe avessero paura dei cavalli. Un ferro di cavallo le teneva lontane.
Esprimere un desiderio quando si vede una stella cadente. Nel primo secolo d.C. Tolomeo teorizzò che le stelle cadenti fossero il segno della discesa degli dèi sulla Terra.
La fede si indossa sul quarto dito della mano sinistra. Tradizione iniziata al tempo dei Romani, che quando dissezionarono dei corpi scoprirono che esiste un tendine o nervo che collega proprio il dito anulare al cuore.
Trovare un quadrifoglio porta fortuna. Per i Celti la foglia in più rispetto al comune trifoglio denotava forza e potenza, dunque poteva essere utilizzato per scacciare il male.
Olio e Sale. Versarlo è segno di malaugurio. Diciamo come stanno le cose: tanti secoli fa olio e sale erano materiale prezioso, e quindi rovesciarli e perderne era un danno economico e una perdita: per questo “saltavano all’occhio”.
“Essere superstiziosi è da ignoranti ma non esserlo porta male”
Cit. E. De Filippo