Immaginiamo una grossa imbarcazione che a causa di una falla stia colando a picco.
Nei pressi si trova un pescatore che, rendendosi conto di quello che sta per accadere, si lancia col suo piccolo peschereccio nel disperato tentativo di salvare più persone possibili. Ad un certo punto, proprio mentre sta tirando su un ragazzino che annaspa tra le onde, si avvicina un diportista e chiama subito la capitaneria di porto.
Dall’altro capo del telefono gli chiedono cosa stia succedendo e il diportista in modo concitato comunica che c’è un peschereccio con un kit di soccorso diverso da quello approvato dal Ministero dei Trasporti e della Navigazione, che gironzola impunemente nelle nostre acque territoriali.
A Pino Maniaci di Telejato è successo qualcosa di simile. Mentre era occupato a tentare di salvare l’informazione siciliana, quasi del tutto affondata nelle pericolose acque dell’autocensura, qualcuno ha pensato bene di accusarlo di abuso della professione giornalistica.
Come se senza tesserino non si potessero fare nomi e cognomi, informando la gente sui fatti.
Ci avevano già tentato l’anno scorso e sono tornati alla carica anche quest’anno. In entrambe le occasioni però Pino Maniaci è stato assolto e, a scanso di equivoci, ha pure ottenuto il preziosissimo tesserino dell’Ordine dei Giornalisti.
Per carità, il suo praticantato è stato un pò più lungo dei due anni minimi previsti ma, in equilibrio tra querele, intimidazioni, aggressioni, auto in fiamme e piani per ucciderlo, sicuramente avrà avuto le giornate abbastanza piene, soprattutto se nel frattempo non ha mai rinunciato a mandare in onda il suo telegiornale.
Egidio Morici
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