[Filippo Siragusa per GdS] Fu il medico castelvetranese Melchiorre Allegra il primo pentito di mafia siciliano. L’episodio storico, è stato ricordato di recente dal presidente del Tribunale di Marsala, Alessandra Camassa nel corso dell’incontro svoltosi a Mazara del Vallo, alla scuola media “Grassa”.
“Già negli anni 30 – ha spiegato il presidente Camassa ai ragazzi – si era aperto uno squarcio nell’omertà mafiosa. A parlare fu un medico che viveva a Castelvetrano, che ai carabinieri dell’epoca raccontò molti aspetti e circostanze delle famiglie trapanesi e belicine. Peccato però che quelle dichiarazioni rimasero nei cassetti per molti anni e non portarono a nulla”.
La figura del medico Allegra, nato a Gibellina nel 1881 e morto a Castelvetrano nel 1951, mesi prima dell’assassinio di Salvatore Giuliano avvenuto nell’estate dello stesso anno, fu fatta conoscere al grande pubblico dal giornalista Mauro De Mauro, ucciso dalla mafia negli anni 70 e che nel gennaio 1962 pubblicò a puntate sul quotidiano palermitano L’Ora per il quale lavorava.
Nella primavera del 1937 , in piena era fascista, al termine di una brillante operazione antimafia condotta dai Carabinieri fra Castelvetrano, Gibellina e Santa Ninfa viene arrestato anche il medico Melchiorre Allegra, specialista in malattie infettive, che esercitava presso una casa di cura di Castelvetrano.La notizia scandalizzò la pubblica opinione dell’epoca: Un medico che finisce in carcere e per mafia non era episodio frequente .Allegra, quando finisce in carcere ha 55 anni.
Il medico belicino , per ragioni che non sono state del tutto chiarite comincia a collaborare con gli inquirenti. La data della sua confessione è del 23 luglio 10937. Allegra, come anche ricordato dal presidente Camassa, spiega tanti particolari sulle famiglie mafiose e sui legami con la massoneria, ambienti politici e imprenditoriali. Parla dei grandi proprietari terrieri e del ruolo dei campieri nel controllo dei territori. Di quei verbali se ne seppe dell’esistenza solo il 22 gennaio 1962, tre giorni prima della morte di Charles Luciano negli Usa. Le pagine del verbale vengono pubblicate da L’Ora di Palermo. L’articolo sulla strana vicenda, rimasta sconosciuta per decenni lo firma Mauro De Mauro. Il giornalista scomparso in situazioni rimaste tutte da comprendere. De Mauro parla di Allegra , come l’unico uomo d’onore che abbia rotto il muro dell’omertà. Lo definisce il primo pentito di mafia, in un periodo storico dove, parlare di pentiti , era semplicemente una follia.La domanda che molti studiosi si fanno è scontata, ma allo stesso tempo inquietante. Come è stato possibile nascondere una testimonianza così importante per oltre 25 anni? La mafia è riuscita a bloccare questi verbali anche nell’era fascista e successivamente con la prima repubblica? Eppure, Allegra, in quelle carte, svelò molti segreti sulla mafia. Spiega che i suoi rapporti con la mafia cominciano al tempo della Prima guerra mondiale. E la stessa presidente Camassa che ai giovani mazaresi- narra cosa Allegra portò alla luce nelle sue dichiarazioni. Il medico castelvetranese raccontò della sua complicità con i mafiosi, per evitare la trincea agli «amici» e agli «amici degli amici». La ricompensa i tanti favori è l’entrata nel 1917 nella famiglia mafiosa di Pagliarelli, una delle più potenti nella mappa di cosa nostra palermitana. Allegra si fece la «punciuta» del dito medio, e giurò fedeltà ai boss. Allegra parlò delle famiglie mafiose dei Cottone e i Saccone di Villabate, Greco e Crivello di Cruillas, Vitale di Altarello di Baida, Calò di Rocca, Trifirò di Monreale, Gentile di San Lorenzo, Motisi di Pagliarelli; i legami con il fascismo e l’intervento del prefetto Mori.
Filippo Siragusa
per GdS