Ci sarà pure un Giudice a Berlino..
Per chi non conosce il significato di questa frase c’è sempre Internet. Per chi si sente offeso dall’incuria e dal degrado imperante a Castelvetrano è una domanda che, in questa od altra forma, si pone tutti i giorni e tutte le notti: apre le finestre e sente l’olezzo dell’immondizia; esce, si guarda intorno e pensa che questa situazione meriti altro tipo ed altro livello di giustizia.
Ma c’è un gruppo di persone che si sente particolarmente offeso e privato del merito per quei sentimenti nobili e spontanei da cui era scaturita un’iniziativa che aveva contribuito al restauro di un bene comune, di un’opera d’arte che fa parte integrante del patrimonio storico e culturale della città; sono le persone (soci Lions ed imprenditori locali) che hanno provveduto, con la loro gratuita attività o con la loro sponsorizzazione, al restauro della Fontana della Ninfa.
Il 10 Giugno scorso, nella Piazza Umberto I°, c’erano i soci del Lions Club, diversi imprenditori che avevano partecipato con un contributo in denaro, un delizioso coro di scolaresche che cantavano gli inni tipici di ogni evento di pubblico interesse, un certo numero di cittadini.
Tutti assistevano orgogliosi al recupero di un monumento che era tornato alla sua originaria bellezza e che, per la sua storia e per le peculiarità artistiche che lo caratterizzano, rappresenta un importante simbolo di ciò che è stata Castelvetrano e di ciò che in futuro potrebbe essere: una città che sa dare valore a quanto meglio la rappresenta.
A distanza di poco più di due mesi il monumento si trova in queste condizioni (guardate le foto).
I piccioni si sono impossessati della Fontana e, con i loro escrementi, l’hanno deturpata e ne hanno otturato lo scarico delle vasche, così che l’acqua fuoriesce dal monumento e si sparge, assieme al guano dei volatili, sulla Piazza e sulla strada vicina. La chiusura della erogazione dell’acqua ha prodotto poi un risultato peggiore: l’invasione da parte dei volatili è stata totale.
In soli due mesi è accaduto quello che accade da decenni a tutto ciò che è aggredibile da una popolazione di piccioni che ha procurato alla città milioni di euro di danni, facendo crollare case, chiese ed inondando di escrementi fetidi ed insalubri strade ed ambiti abbandonati all’incuria ed al degrado.
La constatazione che sorge spontanea è questa: siamo in pieno Centro Storico, ma nessuno vede, nessuno interviene, nessuno si sente colpevole dell’incuria e della mancanza di controllo di ciò che appartiene a tutti, nemmeno quando alcuni cittadini ritengono di avere il diritto di vedersi riconoscere il merito di contribuire, anche con il loro impegno fattivo ed economico, a recuperare un bene che appartiene a tutta la comunità. Scusate, dimenticavo: siamo in Agosto. Magari in futuro qualcuno provvederà; oppure potrebbero essere gli stessi promotori del restauro a doversi occupare della manutenzione dell’importante monumento.
Questo sperando che le norme glielo consentano, perché sempre di bene pubblico si tratta e magari l’inceppo potrebbe essere determinato dalla assenza di una opportuna autorizzazione comunale.
Ma riflettendo su questa ed altre ancora più gravi situazioni sorge spontanea una domanda: quanto si sarebbe potuto fare con un minimo di cura e di risorse per evitare che questa città cadesse in questo stato di assoluto abbandono? E quanto ancora resta da fare per recuperare una situazione di normale vivibilità?
Nel 2006 alcuni ragazzi del Liceo Scientifico avevano aiutato il sottoscritto a fare un articolo dettagliato sulla gravità della presenza dei piccioni. Dalla consultazione di opportune competenze scaturì che con 150.000 euro in due anni il Comune avrebbe potuto risolvere il problema; nessuno ha mai preso in considerazione il contenuto di un suggerimento maturato attraverso una seria indagine.
Quanti danni da allora hanno procurato i piccioni a Castelvetrano? Quello che sta succedendo alla Fontana della Ninfa ne è un esempio.
Chi è interessato legga l’articolo pubblicato la scorsa settimana da Repubblica su questo argomento, per capire cosa stanno facendo altri comuni in Sicilia con lo scopo di attenuare i gravissimi effetti della presenza dei piccioni.
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Certo, sono trascorsi solo due mesi dal loro insediamento ed i problemi da risolvere a Castelvetrano sono tanti; ma è lecito per noi tutti nutrire la speranza che i Commissari si armino di buone intenzioni e curino, oltre il ripristino della piena legalità amministrativa e le esigenze di bilancio, anche il recupero del decoro e della vivibilità che rappresentano diritti irrinunciabili per tutti gli abitanti di questa città.
Antonio Colaci
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alla faccia di quegli animalisti che hanno fatto dichiarare i piccioni "specie protetta" ,quindi l'uomo è impotente alla riproduzione imponente di questo volatile, che oltre i danni estetici è portatore di grave malattie.
Qui non si tratta del pubblico decoro al quale da lungo tempo ci siamo disabituati, quanto della doverosa salvaguardia di quel poco che sopravvive del patrimonio artistico-monumentale di Castelvetrano.
E' indiscutibile che ci troviamo in presenza di materia da codice penale, da interpretare per il giusto verso.
Detto in aggiunta: per quale ragione, priva di ogni buonsenso, si proibisce la caccia ai piccioni, o colombi che siano, fra i più prolifici del mondo animale?