Scoperto un antico relitto di origine bizantina, davanti il mare di Selinunte. A 50 metri circa dalla spiaggia, prossima al fiume Modione, si trova una nave del VI secolo d.C., a soli tre metri di profondità. A dare l’annuncio ufficiale dell’importante ritrovamento, il professore Sebastiano Tusa, Sovrintendente del mare della Regione Sicilia, e da sempre studioso dell’area archeologica di Selinunte.

Un relitto, che secondo gli scienziati nasconde ancora molte testimonianze storiche. Come spesso accade è la casualità che aiuta gli scienziati. Ci sono voluti molti anni di studio per avere la certezza scientifica della presenza di un battello di almeno 16 metri di lunghezza. La notizia per motivi anche di sicurezza è stata data in questi giorni.

relitto selinunte

Tutto inizia nell’estate del 1994, quando Nicolò Siragusa ex ferroviere con la passione per la pesca di prossimità, recuperava dal fondale antistante Triscina di Selinunte, alcuni oggetti di bronzo di notevole peso e fattura, appartenenti ad una grande stadera di età romana. La stadera , una bilancia basata sul principio delle leve, molto usata all’epoca nei vari commerci. Lo strumento giaceva ad una cinquantina di metri dalla battigia e alla profondità di circa 2/3 metri .Il bravo pescatore dilettante, avverte le autorità e consegna quanto trovato agli studiosi. Da questa segnalazione e da altri elementi di riscontro, i ricercatori iniziano una fase di studio. Come ci racconta il professore Tusa, “nei pressi del luogo indicato dall’appassionato pescatore si trovavano, concentrazioni di pietrame di medie dimensioni,alcuni frammenti di legno, chiodi e numerosi frammenti di vasellame ed anfore da trasporto.

Si tratta di un relitto rovesciato– afferma Tusa-. I materiali archeologici rinvenuti oscillavano tra la tarda età ellenistica ed il V secolo d.C., periodo cui si riferisce la stadera”.La stadera consisteva in un’asta, il giogo e staffa dell’apparato di sospensione del carico e sette anelli di bronzo e otto segmenti di catena per la sospensione del carico. Ma il pezzo più rilevante, per il sovrintendente , Sebastiano Tusa, sotto il profilo artistico, è il contrappeso mobile configurato a busto di Athena/Minerva-Roma.

L’eccezionale stato di conservazione- aggiunge Tusa- della stadera recuperata nel mare di Triscina, offre un importante contributo alla crescita delle nostre conoscenze in merito a questa poco usuale classe di materiali dell’instrumentum domesticum che circolava nel Mediterraneo nella tarda antichità. Dalle valutazioni scientifiche dei vari ritrovamenti e dopo anni di studi, si perviene all’annuncio di questi giorni.nel fondale si trova un importante relitto bizantino e che grida a gran voce di essere portato a terra

ritrovamenti selinunte

Secondo i ricercatori, in quel sito sarebbe affondata una nave, dopo avere imbarcato parte del carico di anfore da uno dei porti dell’Africa del Nord . Oltrepassato l’isola di Pantelleria, con il suo carico ,proseguì nella traversata verso la costa siciliana, forse nel tentativo di raggiungere e rifornire di mercanzie la rete di piccoli scali marittimi simili a quello rinvenuto di recente alla Foce del fiume Modione a Selinunte o anche i grandi porti limitrofi di Mazara e di Sciacca. Alle recenti ricerche ha collaborato il giovane archeologo castelvetranese, Ferdinando Lentini.

Sempre Sebastiano Tusa, ci dice che il relitto scoperto nel mare di Triscina è simile ad un imbarcazione trovata in località Bodrum Jassada al sud della Turchia. Quest’antica imbarcazione che si trova insabbiata verosimilmente proveniva da oriente. Un altro tesoro storico che Selinunte offre al mondo scientifico e all’umanità. Adesso la parola passa alle istituzioni per trovare i fondi utili a completare le ricerche.

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