[di Max Firreri] Al giovane Gabriele Albano, 30 anni, affetto del morbo di Sheuermann, palermitano ma residente a Marinella di Selinunte, l’Inps ha riconosciuto il 77% di invalidità con un’indennità minima di quasi 300 euro mensili, certificando ufficialmente la malattia di cui soffre.

Il minimo di legge per avere l’indennità è del 74%. Dopo che Albano ha raccontato la sua storia al Giornale di Sicilia, l’Inps, in attuazione del principio di autotutela della pubblica amministrazione, ha riconvocato il giovane per sottoporlo nuovamente a visita dalla Commissione medica superiore nella sede di Trapani.

Stavolta per visitarlo sono stati nominati due medici della sede Inps di Caltanissetta. Il controllo è avvenuto il 15 febbraio scorso, ora, a un mese e mezzo di distanza, è arrivato l’esito: invalido con riduzione permanente della capacità lavorativa, a decorrere dal 14 dicembre 2017.

Il percorso di Gabriele tra visite e mancati riconoscimenti per la sua malattia è stato denunciato dal Giornale di Sicilia qualche mese fa. Fino ad allora al giovane era stato riconosciuto il 62% di invalidità con una sentenza del tribunale di Marsala, al quale Albano si era rivolto presentando ricorso avverso quanto aveva deciso in prima battuta l’Inps di Trapani, cioè il 50% come «scoliosi». Lo stesso riconoscimento che, anni prima, aveva dato l’Inps di Palermo, stavolta «come malattia generale».

Ma per la sua malattia oggi Gabriele Albano è costretto a non poter più lavorare: per lui non è possibile fare nessun minimo sforzo, le ossa sono debolissime. Per chiedere aiuto ha lanciato anche una petizione su Change, raccogliendo più di 60.000 firme.

«Grazie al Giornale di Sicilia la mia storia e il mio appello hanno trovato sostegno e conforto» ha detto ieri Gabriele. Il giovane oggi, per alleviare i dolori, si cura con oppiacei e cannabinoidi prescritti da medici di strutture pubbliche: «La mia malattia è degenerativa e, mese dopo mese, riconosco l’aggravamento – racconta Gabriele Albano – non posso più far nulla e ogni minima vibrazione è avvertita dalle mie ossa. Oramai convivo con i dolori e l’impossibilità, semplicemente, di poter prendere in braccio mia figlia».

di Max Firreri
per Giornale di Sicilia

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