Oggi, 15 maggio, ricorre il 69° anniversario dell’Autonomia Siciliana.
In occasione della celebrazione che si terrà a Villa Malfitano alle ore 12:00, verrà stipulata una convenzione tra la Regione siciliana, la Prefettura di Palermo, il Comune di Isola delle Femmine e l’ANAS Spa – Direzione Regionale per la Sicilia, per la riqualificazione del Giardino della Memoria “Quarto Savona Quindici” ubicato sotto la stele posta lungo l’A29 in direzione Palermo, luogo in cui avvenne la strage di Capaci che uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.
ATTENZIONE: a causa delle avverse condizioni climatiche, la celebrazione per il 69° anniversario dell’Autonomia Siciliana inizialmente prevista a villa Malfitano, si svolgerà sempre alle ore 12:00 al Teatro Politeama di Palermo.
La storia dell’Autonomia Speciale
L’Autonomia speciale è quella particolare forma di governo della Regione Siciliana che fu concessa il 15 maggio 1946 dal re Umberto II di Savoia, disciplinata da uno Statuto speciale (art. 116 della Costituzione Italiana), che l’ha dotata di una ampia autonomia politica, legislativa, amministrativa e finanziaria.
L’Autonomismo fu un modo per svuotare il separatismo, guidato dal Movimento Indipendentista Siciliano, che all’indomani dello sbarco alleato del luglio 1943 era uscito dalla clandestinità in cui era stato sotto il periodo fascista, chiedendo l’affrancamento della Sicilia dallo Stato Italiano. Svanì quasi subito invece l’idea che la Sicilia divenisse uno Stato federato agli Stati Uniti d’America. Padri dell’Autonomia possono essere considerati i politici siciliani che lottarono per la concessione dell’Autonomia come Salvatore Aldisio, Giuseppe Alessi, Giovanni Guarino Amella, Enrico La Loggia.
Lo statuto speciale siciliano fu originato da un accordo di origine “pattizia” (assimilabile, secondo alcuni, ad un trattato fra due entità paritetiche) fra lo Stato Italiano ed la Sicilia, rappresentata dalla Consulta regionale siciliana, in cui erano rappresentate le categorie, i partiti e i ceti produttivi dell’Isola, organo che materialmente formulò lo Statuto. Statuto che fu emanato con regio decreto da Re Umberto II il 15 maggio 1946 (quindi precedente alla Costituzione della Repubblica italiana, che lo ha recepito per intero con la legge costituzionale n. 2 del 1948), e diede vita alla Regione Siciliana prima ancora della nascita della Repubblica Italiana, prima fra le 5 regioni a statuto speciale. Le prime elezioni per l’Assemblea regionale siciliana si svolsero il 30 aprile 1947, e il 25 maggio 1947 ci fu la prima seduta parlamentare. Fino al 1970 (data di nascita dei Consigli delle regioni ordinarie) è stata l’assemblea legislativa italiana più importante per poteri e numero di abitanti amministrati, dopo le due Camere.
La storia politica di sessant’anni di autonomia speciale in Sicilia, e dei suoi governi, ha vissuto momenti di vivacità, che hanno portato a definire la politica siciliana una sorta di “Laboratorio politico”, e altri più bui. Da alcuni anni l’autonomia siciliana è stata rilanciata da molti politici, tra cui l’ex presidente Raffaele Lombardo leader del Movimento per l’Autonomia (MPA) e l’attuale presidente Rosario Crocetta.
I principi dell’autonomia in Sicilia
Grazie allo Statuto autonomistico, la Regione Siciliana ha competenza esclusiva (cioè le leggi statali non hanno vigore nell’isola), su una serie di materie, tra cui beni culturali, agricoltura, ambiente, pesca, enti locali, territorio, turismo, polizia forestale. Ogni modifica allo Statuto, trattandosi di legge costituzionale, è sottoposta alla cosiddetta procedura aggravata, cioè a una doppia approvazione, a maggioranza qualificata, da parte delle Camere.
Per quanto riguarda la materia fiscale, la totalità delle imposte riscosse in Sicilia resta nell’isola. Ai sensi degli articoli 36 e seguenti del proprio Statuto (Legge Costituzionale n.2 del 26 febbraio 1948), la Regione siciliana è dotata di completa autonomia finanziaria e fiscale.
Alcune prerogative statutarie non sono a oggi applicate, in quanto mancano le corrispondenti Norme di attuazione dello Statuto che devono essere emanate dalla Commissione paritetica Stato Regione.
AUTORE. Redazione
a mio parere non c’è affatto nulla da festeggiare, piuttosto la vivo come una giornata di lutto considerato che le classi dirigenti e politiche regionali non hanno saputo coglierene appieno le ragioni facendo dell’autonomia solo uno scudo per salvaguardare privilegi, clientele e ruberire.