Dalla farina di rimacinato nascono i pani votivi. La festa di San Giuseppe è legata al pane e in queste settimane lì dove stanno per essere allestiti gli altari, sono in attività i laboratori dei pani: da Salemi a Gibellina, a Castelvetrano, a Campobello di Mazara. Ma perché per i pani votivi vengono scelti determinate forme o vengono riprodotti particolari soggetti? Le varie forme del pane di San Giuseppe racchiudono un significato allegorico: tre forme di pane che si trovano sulla tavola hanno diversi aspetti: la forma del sole o di un fiore è destinata a Gesù Bambino, il sole indica Cristo che è la luce del mondo, il pane a forma di palma, che indica il cibo che Maria fu costretta a mangiare quando fuggì dall’Egitto per salvare la vita di Gesù Bambino, destinato alla Madonna ed infine, quello a forma di barba o bastone, destinato a San Giuseppe, indica l’assennatezza e la purezza, virtù proprie al Santo. Altre forme di pane evidenziano i simboli del mestiere di San Giuseppe. Ma come si preparano i pani votivi? Lo spiega Rosetta Barbera che sta coordina il laboratorio del pane della Pro Loco “Costa di Cusa” di Campobello di Mazara e delle frazioni.

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