Dare ogni colpa a Schettino fa comodo a tutti: alla capitaneria di Livorno, alla Carnival Corporate, il cui titolo è subito crollato in borsa, e alla compagnia Costa. Intorno a una nave da crociera ruotano enormi interessi e scaricare tutta la responsabilità sul comandante è la regola. Piero Calamai, il comandante dell’Andrea Doria, affondata nel 1956, si comportò eroicamente, rimase a bordo dopo aver messo in salvo i passeggeri, solo l’intervento dei suoi ufficiali riuscì a convincerlo a lasciare la nave, ma, ciò nonostante, ebbe la carriera distrutta.

Schettino ha certamente delle serie responsabilità, ma il linciaggio serve a rassicurare il turismo delle crociere, perché c’è sempre un capitan De Falco a mettere a posto le cose. Ecco allora servita la classica commedia di bassa lega, senza sfumature e dunque senza verità. Il codardo Schettino rientra nella galleria dell’italiano vigliacco, opportunista e cialtrone, resa celebre in tutto il pianeta dal nostro cinema; l’eroe De Falco resterà famoso per la sua perentoria, e deliberatamente registrata, telefonata a un uomo in evidente stato di choc, a cui si intima, come a un soldatino di leva, questo è un ordine.


Non c’è bisogno di scomodare Lord Jim e Joseph Conrad, bastano i sommi (e nostrani) Totò e Fabrizi dei Tartassati o di Guardie e Ladri per capire che bene e male, mostri ed eroi, guardie e ladri fanno parte dello stesso impasto umano e dentro ogni italiano c’è un po’ di Schettino e un po’ di De Falco. Nessuno infatti ci può dire se i due personaggi a parti invertite – il primo in poltrona e l’altro sugli scogli del Giglio – si sarebbero comportati diversamente.

Invece, il grande teatro mediatico ha subito scel siamo tutti De Falco, siano tutti eroi, tutti integerrimi, tutti pronti a lasciare il posto in scialuppa, tutti bramosi d’affondare con onore piuttosto che salvarci con ignominia. E che gusto sopraffino e a buon mercato correre a crocefiggere l’orrido Schettino, “il Capitan Codardo” come lo chiama Libero in prima pagina, già personaggio da opera dei pupi, su cui tutti vogliono aggiungere la loro bastonata!La narrazione televisiva ha fatto scempio di ogni prudenza nell’uso dell’oltraggio e dell’encomio: Mentana sulla 7 ha superato se stesso nel mettere in scena la trasfigurazione dei due uomini in caratteri da commedia e a trascinarci nell’allegra brigata del fischio e dell’applauso.

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AUTORE.   Francesco Saverio Calcara