Una bretella di strada statale a scorrimento veloce e doppio senso di circolazione collegherà Trapani con Mazara del Vallo. Il via libera al finanziamento del primo lotto dell’opera, di grande importanza strategica per il territorio non solo trapanese, ma dell’intera Sicilia Occidentale, e dal valore epocale, è arrivato questa mattina dal Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica riunito a Palazzo Chigi, grazie all’utilizzo dei fondi Fas che finanziano il Piano per il Sud. Grande la soddisfazione del presidente della Provincia di Trapani, Mimmo Turano, che ha avuto da sempre a cuore l’infrastruttura impegnandosi istituzionalmente per il suo immediato finanziamento.
Il finanziamento, di 150 milioni di euro, riguarda il primo lotto dell’infrastruttura, circa 21 km che collegheranno Mazara del Vallo con Marsala. Si tratta del lotto più importante, essendo un tragitto da realizzare ex novo, mentre per secondo lotto, di circa 14 km di collegamentO tra Marsala e Birgi si tratterebbe di un adeguamento di un percorso già esistente.
“Si tratta di un’infrastruttura di straordinaria importanza – spiega il presidente della Provincia di Trapani, Mimmo Turano – che darà un forte slancio all’economia del territorio migliorandone la viabilità e attirando un turismo crescente. Ho avuto particolarmente a cuore questo progetto, che ha una valenza strategica per la crescita dell’intero territorio trapanese, e la soddisfazione è massima perché ripaga un impegno costante e altissimo per il finanziamento dell’opera. Con la realizzazione della bretella – continua Turano- si giungerà alla chiusura dell’anello autostradale costiero, previsto nella proposta di piano regionale dei trasporti, e alla connessione tra l’autostrada A 29 (Palermo – Mazara del Vallo) e la A29 direzione Palermo – Trapani. L’infrastruttura permetterà, inoltre, di potenziare il collegamento con l’aeroporto di Trapani–Birgi, aumentandone le potenzialità e l’accessibilità, garantirebbe un più efficace collegamento con l’aeroporto di Palermo nonché con la provincia di Agrigento e il porto di Trapani e di Mazara del Vallo, permettendo quindi anche al pescato di raggiungere molto più velocemente i mercati nazionali”.
L’intero progetto, un tracciato in variante alla Statale 115 “Sud Occidentale Sicula“ nel tratto Trapani–Mazara del Vallo compreso tra lo svincolo di Birgi e il collegamento alla Statale 115 in corrispondenza di Mazara del Vallo, è di circa 35 km ed ha già ottenuto tutti i pareri di compatibilità ambientale e di natura urbanistica e, quindi, ottenuto il finanziamento, è immediatamente cantierabile, dopo le procedure di esproprio.
L’importo complessivo dell’opera ammonta a circa 370 milioni di euro, secondo l’ultima variante al progetto, e prevede lavori per un quadriennio.
L’opera rappresenta una soluzione strategica alla viabilità provinciale, considerati l’intensità del traffico veicolare e i numerosi incidenti che si verificano nell’attuale strada statale. Si prevede, infatti, che grazie alla nuova infrastruttura, si dimezzeranno i tempi di percorrenza del tragitto.
”Mi preme ringraziare – conclude Turano – per questo straordinario risultato ottenuto il Ministro per gli affari regionali, Raffaele Fitto, il Ministro per le infrastrutture, Altero Matteoli, gli onorevoli Gianfranco Micciche’, Lorenzo Cesa e Nicola Cristaldi, Alberto Brandani dell’Anas, il senatore Tonino D’Ali’ e tutti i deputati della Provincia di Trapani”.
L’iter progettuale
Il presidente Turano ha avuto da sempre a cuore il progetto, il cui iter comincia nel 2001 con l’inserimento, da parte del Cipe, tra le infrastrutture strategiche individuate dalla “Legge obiettivo”. L’opera viene approvata dal consiglio di amministrazione dell’Anas nel 2005, con un progetto da 287 milioni di euro, i cui costi nel 2010 vengono nuovamente stimati in 370 milioni di euro con l’incremento dei caselli e dei tracciati a galleria. Nel 2009 arrivano i pareri di compatibilità ambientale e di natura urbanistica. Su richiesta di Turano, la giunta regionale inserisce l’opera nella riprogrammazione dei fondi Par-Fas Sicilia 2007-2013 per il cofinanziamento della realizzazione dell’opera in oggetto. L’ultima tappa il 20 giugno scorso quando Turano convoca deputati nazionali, regionali, i rappresentanti dei comuni del territorio provinciale e delle associazioni di categoria provinciali per chiedere al Ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, e al Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, l’immediato finanziamento dell’opera e il suo inserimento nel Piano nazionale per il Sud.
Speriamo che i tempi di realizzazione non siano biblici come al solito perchè è davvero un’opera di grande importanza
secondo me ci prendono per i fondelli come sempre.Ma dove sono questi soldi visto che ci hanno portato al fallimento? La manovra di 50 miliardi di euro è stata anticipata al 2014 pittosto che al 2015.Considerate che siamo messi MALISSIMO,il debito pubblico è al 120%.come possiamo risollevarci se chi amministra come questo governo ed altri, pensano solo a se stessi? Il piano per il sud non esiste nella forma che l’intendiamo noi ,ma in un altra forma questo si.Siamo lasciati a noi stessi,sopratutto i piu deboli.Questo a loro non importa ,tante che stanno accumulando a piu non posso,costruendosi una bella scialuppa di salvataggio con tutti i criteri, perche la nave sta affondando .Loro si stanno mettendo in salvo (portando i loro capitali all’estero o costruendosi letteralmente delle case in qualche luogo),mentre loro vogando gridano col megafono:Tutto bene,tutto bene,in italia stiamo benissimo le banche reggono,reggono anche le famiglie,le aziende sono in ripresa,il debito pubblico in fase di risanamento!!!!.Sapete perchè parlano sempre al sud?Sapete perchè ogni quindicina di giorni intervengono per il sud? Perchè sanno che dal sud partira’ la prima scintilla che dara’ spunto ad una nuova cultura politica un ribaltamento sociale culturale ed economico.
Davide Testa
21/09/2011 10:50 E la Sicilia muore di fame A Roma il governo sta lavorando per elaborare un piano di rilancio dell’economia, per andare oltre la resistenza alla crisi e al rischio default, che è sempre dietro l’angolo. Ma che Tremonti & c. davvero abbiamo ancora qualche idea e qualche euro per far ripartire l’economia del Paese è illusione che hanno ormai in pochi, anche nello stesso governo. A Ballarò il povero ministro del Fas e del Piano per il Sud, Fitto, annaspava vistosamente. Sa che non arriverà niente da nessuna parte, né in Puglia, né in Calabria, né in Sicilia, anzi l’obiettivo ormai nemmeno celato è quello di far passare tempo prezioso, allungare gli iter degli appalti, delle procedure burocratiche, per arrivare al dicembre 2012 senza avere un solo appalto pronto e far disimpegnare le somme che già il Cipe ha assegnato anche alla Sicilia. Perché? Perché al di là della quota di finanziamento del 50% che viene dall’Unione europea, ci vogliono poi il 25% dello stato eil 25% della Regione. Che non hanno più nulla. Il governo siciliano lamenta il fatto che i tagli statali hanno tolto 1,4 miliardi proprio al capitolo dei finanziamenti di grandi opere, quindi non c’è un soldo per cofinanziare nulla. Di suo, poi, la Regione ci mette una programmazione lenta e farraginosa, per cui resta tutto bloccato a prescindere e la Sicilia possiamo dire oggi sta morendo di fame. Basti pensare alla situazione dell’agricoltura: due miliardi di fondi bloccati e centinaia di imprese agricole che chiudono. Stesso discorso nell’artigianato: ci sarebbero soldi per rilanciare le attività, ma non arrivano agli artigiani, le banche pretendono il rientro dai fidi fatti e loro ricorrono agli usurai. Risultato finale: addio aziende. C’è il crollo dei consumi, anche del settore alimentare e questa è la novità più triste: non ci vestiamo più, non si viaggia più, ma adesso si mangia sempre meno e basta andare non nei centri commerciali, dove non c’è più folla, ma anche negli esercizi commerciali di quartiere, che hanno ripreso a vendere qualcosa, a credito. Ma sempre meno, perché la gente in Sicilia non vede più non un futuro, ma nemmeno il presente, con un giovane su due che non lavora e non studia. E, intanto, a Roma studiano il piano di rilancio dell’economia. Per un paese che per buona parte è morto. Andrea Lodato Da Sicilia web