Da tutti è chiamato porto ma quello di Marinella di Selinunte è stato mai davvero un bacino portuale autorizzato? In questi ultimi mesi la protesta dei pescatori ha riacceso le luci sul “porticciolo” di Selinunte, infrastruttura sotto il naso dei selinuntini e sotto gli occhi, purtroppo, anche dei turisti. L’ammasso di posidonia all’interno del bacino ha bloccato l’attività dei pescatori ma è stato motivo, negli anni, anche di un odore nauseabondo tra bagnanti e villeggianti. Insomma tanto suggestivo quanto maledetto (a volte).
La storia del porticciolo di Selinunte risale a più di mezzo secolo fa. È nato in maniera spontanea (senza nessuno studio sulle correnti marine) come molo per l’attracco di piccole imbarcazioni (da diporto e per pescatori) che, sino ad allora, erano costretti a tirare a secco le proprie barche nelle giornate di meteo avverso «Un primo intervento venne eseguito intorno al 1960-61 con la realizzazione del piccolo molo occidentale, eseguito in due tempi, lungo centocinquanta metri – ricorda l’ingegnere Giuseppe Taddeo, ex dirigente dei Lavori Pubblici al Comune di Castelvetrano – nel 1972, i fratelli Di Gregorio iniziarono a vendere piccole imbarcazioni, costruendo un attracco in legno a est, che però una violenta mareggiata distrusse».
Sul porticciolo a intervenire è stato poi negli anni il Comune su autorizzazione del Demanio marittimo. Tra il 2000 e il 2005 è stato fortificato. L’attracco originario è stato ingrandito fino ad assumere quasi le dimensioni odierne. È col sindaco Giuseppe Bongiorno che si avviò la complessa procedura prevista per realizzare un nuovo ed efficiente porto. L’incarico fu conferito all’ingegnere Giuseppe Mallandrino ma poi il progetto venne approvato il 26 marzo 2003 (delibera di consiglio comunale n.36), condizionato alla procedura di compatibilità ambientale, senza la quale sarebbe stato inefficace.
Solo il 26 maggio 2006 la Regione Siciliana riconoscerà il porticciolo di Selinunte all’interno del Piano di sviluppo della nautica da diporto della Sicilia. In quel decreto così c’è scritto: «…L’attuale struttura portuale di Marinella non possiede alcuno dei requisiti minimi che possano definirlo come un dispositivo portuale, con riferimento sia all’agibilità, sia alla sicurezza, sia inoltre alla fruibilità, non possedendo quei requisiti minimi necessari a rispondere adeguatamente alla potenziale domanda di ricettività turistica. …». Insomma nel piano strategico predisposto dalla Regione l’approdo di Marinella di Selinunte è stato classificato quale porto di categoria II, classe III, con destinazione turistica, da diporto e peschereccia. «Questo però si riferisce al progetto per il nuovo porto e non certo a quello preesistente e ancora in essere» chiarisce l’ingegnere Taddeo.
Il progetto del nuovo porto è rimasto fermo. Negli anni si è andato avanti con interventi tamponi. Nel 1999 il Genio Civile ha predisposto un progetto dei lavori urgenti e di consolidamento e potenziamento del porticciolo esistente: rafforzamento della punta del molo, l’installazione di una gru per facilitare la messa a secco delle imbarcazioni e, soprattutto, la creazione di un varco nel molo di ponente-mezzogiorno per consentire l’allontanamento in mare aperto delle alghe entranti. A realizzare quelle opere è stato nel 2004 il Comune.
Una nuova idea progettuale è nata con l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Felice Errante. È stato lui a dare l’incarico all’architetto francese Odile Decq che propose un’interessante soluzione. L’Amministrazione di allora diede seguito facendo redigere un progetto preliminare all’ingegnere Antonino Viviano. «Questo avvenne sulla scorta di una serie di studi batimetrici e di correnti marine, condotti dall’Università degli Studi di Catania», ricorda ancora l’ingegnere Taddeo. Manca oggi un progetto definitivo: «Questo si potrebbe porre a base di un appalto integrato (con onere della progettazione esecutiva posta a carico della ditta aggiudicataria), presupponendo ciò, però, la possibilità di un finanziamento pubblico, oppure coinvolgendo investitori privati, tramite l’istituto del project financing», dice ancora l’ingegnere Taddeo. Questo progetto il Presidente della Regione Nello Musumeci, giorni addietro, ha chiesto di tirarlo fuori e portarlo all’attenzione dei suoi Uffici. Sarà la volta buona affinché a Marinella di Selinunte possa nascere un vero porto?
La foto dall’alto con i detriti sembra che sia tutta una piattaforma di cemento. Da scarparo propongo di riempire tutto questo rettangolo di massi e poi incementare tutto. Poi fare le due braccia del porto da dove già abbiamo un fondale di tre metri. Da scarparo ….. mica sono incigneri.