Lo scorso 30 giugno è stato pubblicato un articolo riguardante un’ordinanza – a firma del Sindaco del Comune di Castelvetrano, avv. Felice Errante – contente la regolamentazione dei nuovi orari per le emissioni sonore a Marinella e Triscina di Selinunte.

Oggi, rileggendo l’articolo – che ripercorre le ragioni che hanno portato la Giunta all’emissione dell’ordinanza, da residente e selinuntina che vive questa realtà da trentanove anni per trecentosessantacinque giorni all’anno – mi viene voglia di fare alcune considerazioni.

Punto primo, definire la musica emissione sonora è alquanto riduttivo ed offensivo per la musica stessa, la musica è musica, è una delle arti ed è nata, insieme alla parola, con l’uomo e ne ha scandito il suo vivere nei secoli.

Cicerone diceva che una vita senza musica è come un corpo senza anima.
Emissioni sonore sono altre cose e quindi l’ordinanza andava intitolata: divieto di diffondere musica fuori dalle fasce orarie consentite.
E questo solo per rispetto della musica e di chi crede ed investe in essa, direttamente o indirettamente, facendo uno strumento di lavoro e di guadagno lecito.

movida selinunte

Punto secondo, il riposo ed il silenzio viene reclamato solo da una parte dei dimoranti o come oserei definirli, vacanzieri a tempo determinato e di ciò ne sono pienamente convinta; i residenti non hanno necessità di riposare e di godere di una quiete che li accompagna per 10 mesi l’anno, possono sopportare due mesi di “ sana diffusione sonora” al fine di consentire ai paesani di poter controbilanciare e fare quadrare i conti anche in vista della stagione invernale, momento i cui i “ villeggianti”, ivi compresa l’intera amministrazione comunale, si scorda delle borgate, di quelli che la abitano e soprattutto di coloro che hanno investito il proprio denaro, le proprie fatiche e le proprie speranze in questo piccoli ed incantevoli angoli di paradiso.

Solo io e gli altri “ scarioti” che viviamo Selinunte e l’abbiamo sempre vissuta sappiamo quanto sia difficile andare avanti, quanta fatica ci vuole per tamponare le spese nei ventosi mesi invernali, quando i soli clienti delle attività commerciali sono il vento, la pioggia ed il rumore del mare in tempesta.

A questo punto mi viene spontaneo affermare che l’ordinanza non mi sta bene, è inaccettabile per gli onesti commercianti selinuntini, per coloro che sperano, con l’arrivo della bella stagione, di poter lavorare, guadagnare e godere dei frutti del proprio lavoro.

Tale provvedimento è un modo indiretto per invitare la gente a non recarsi nelle borgate di Marinella e Triscina, a spingerla a cercare altrove luoghi di svago e divertimento, altri posti in cui portare il proprio denaro, posti in cui considerano l’estate un periodo di divertimento, un periodo in cui il confine tra il giorno e la notte non esiste, in cui tutto ciò che crea divertimento fa muovere le masse e porta denaro.

Questa valutazione, probabilmente, è sfuggita nel momento in cui è stata partorita questa ordinanza, come non si è considerata una fondamentale e consolidata regola di mercato, valida per tutti i luoghi di villeggiatura: estate=divertimento=gente=soldi; semplicissimo, ma forse solo per chi il lavoro lo vive e lo suda e non per chi si arroga il diritto di gestire il lavoro altrui.

Selinunte è destinata al declino, già carente di servizi ed attrattive che spingano i turisti di passaggio a soffermarsi oltre le dune, a vivere la realtà di questo incantevole borgo marinaro, privo di luoghi di aggregazione per i giovani durante le ore diurne ed ora blindata anche di notte, solo per le esigenze di pochi “bagnanti” che infastiditi dalla musica restano sordi alle grida delle attività commerciali che hanno bisogno di quella musica per dare un motivo ed un incentivo alla gente di vivere e godere la realtà delle borgate.

Fa tristezza pensare tutto ciò! Mi rattrista pensare che oggi si pensi ancora a senso unico! Capisco che questa ordinanza avrebbe comunque scontentato qualcuno, in qualsiasi modo sarebbe stata partorita, ma mi rattrista pensare che alla fine si è finiti per scontentare i più, i commercianti, i giovani, gli scarioti che la pensano come me e tutti coloro che non la condividono perché la ritengono inaccettabile.

Io ho una vita frenetica, lavoro ed anch’io stanco e chi mi conosce lo sa benissimo, ma ho anche la fortuna di vivere al centro della borgata, proprio sulla piazza e ormai da 39 anni e preferisco, nonostante a volte non riesca nemmeno a sentire io miei pensieri, la musica e le emozioni che questa mi da, insieme alla gioia che provo nel vedere la mia Selinunte gremita di gente, alla triste desolazione dei mesi invernali, quando ho come l’impressione, guardandomi intorno, che il mondo si sia scordato della mia Selinunte e di tutti coloro che in essa vivono e che in essa lavorano.

Avv. Margherita Barraco

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