E’ la terza domenica di agosto a Selinunte e sono le otto del mattino. Il mare del porto si colora di verde. Succede.
Non è la prima volta e non è quel verde cristallino che vivacizza la trasparenza dei fondali; le acque appaiono invece molto torbide, a tratti schiumose. Le più colorate sono quelle in prossimità dell’accesso da terra, vicino allo scivolo di ingresso per le barche.
Questa ciclica colorazione è sempre accompagnata da un cattivo odore, tipo uova marce, da molti percepita come la classica “puzza di fogna”.
In effetti le condotte fognarie passano proprio a qualche metro di distanza dalle acque del porto e ci si chiede se sotto la strada possano esserci delle vasche in cui si raccolgono le acque scure per poi essere spinte, magari da qualche pompa, verso il depuratore ubicato ad un livello superiore e distante circa 400 metri. Certo, se così fosse verrebbe anche da chiedersi cosa succederebbe nel caso si guastassero le pompe. Dove scaricherebbe l’eventuale sovrappiù?
Per fugare ogni dubbio basterebbe fare un’analisi dell’acqua, magari proprio quando questa diventa verde, in modo da verificare la quantità di streptococchi fecali e cercare di capire se il sistema fognario sia davvero adeguato.
Non bisogna dimenticare che il porto, oltre ad essere meta di amene passeggiate, è anche luogo di lavoro dei tanti pescatori che rappresentano Selinunte, così come il parco archeologico o la riserva.
Per fortuna dallo scalo passano spesso i nostri consiglieri comunali, assessori, esponenti della ASL ed altri acuti osservatori. Sono sicuro che stanno già lavorando alacremente per risolvere il problema.
Egidio Morici
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