Valeria Patrizia Li Vigni, Direttrice del Polo Museale regionale di Arte Moderna e Contemporanea di Palermo, Enrico Caruso, Direttore del Parco Archeologico di Selinunte e Shai Baitel, Direttore strategico del Mana Contemporary, sono lieti di annunciare l’inaugurazione della mostra “Are You My Mother ?”, a cura di Ysabel Pinyol Blasi.
Fino al 16 settembre, le opere dei quattro artisti saranno esposte all’interno del Parco Archeologico di Selinunte. La mostra è stata concepita come parte di uno scambio di residenze d’artista tra la Sicilia e gli Stati Uniti, reso possibile grazie alla collaborazione tra il Museo regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo ed il Mana Contemporary di Jersey City, Miami e Chicago. La curatrice Ysabel Pinyol ha invitato gli artisti ad esporre opere sul tema della memoria. Il significato principale della mostra siciliana conduce il fruitore a trarre una considerazione su come identifichiamo le persone più vicine a noi Recentemente, infatti, anche l’identità è stata definita più spesso in termini negativi, da ciò che ci divide. ”Are You My Mother? “intende spingerci a guardare oltre queste barriere per concentrarsi sulla parentela culturale ed esperienziale.
Nella serie Youth , Aleksandar Duravcevic, grazie ad un materiale iridescente riflettente , incorpora l’immagine dello spettatore nell’opera, mentre le tre colonne esposte a Selinunte, evocano un senso di perdita attraverso l’assenza implicita di ciò che una volta avrebbero potuto sostenere, ed una registrazione di lamentose voci femminili suggerisce il lutto, che implica la perdita personale rappresentata dalla distanza di Duravcevic dalla sua terra natale.
Nella produzione artistica della serie Amerika, anche Eugene Lemay esplora la relazione con il luogo, esaminando l’impatto delle ideologie divisive sul popolo di una nazione. Lemay usa l’esempio più iconico di un simbolo unificante, la bandiera, per interrogare le verità che si presume queste trasmettano. L’artista rimuove il colore dalla bandiera per sollecitare lo spettatore a rivalutare l’importanza simbolica di quest’ultima e la sua continua validità., dimostrando che allo stesso tempo si può riconoscerla o meno , problematizzandone l’utilità.
All’interno del Parco Archeologico di Selinunte, Giacomo Rizzo riproduce con un imponente scultura, Il fiore Myosothis , più conosciuto come non ti scordar di me per ricordar negli anni gli avvvenimenti importanti della nostra Storia.
“Are you My Mother?” chiede a noi stessi di riesaminarci come autori delle nostre narrazioni storiche. Gli artisti presenti indagano su come potremmo esercitare l’empatia nonostante le opinioni divergenti sull’identità familiare e nazionale. Ci invita inoltre a chiederci come impieghiamo il nostro sempre crescente accesso alla condivisione delle informazioni per sottolineare sia la somiglianza che la differenza.
SCHEDA TECNICA
Titolo: Are You My Mother?
Curatore: Ysabel Pinyol Blasi
Artisti: Jamie Diamond, Aleksandar Duravcevic, Eugene Lemay, Giacomo Rizzo
Date: 14 Maggio | 16 Settembre 2019
Patrocinio: Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana
Ideazione e Produzione: Mana Contemporary
Promossa da Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo, Museo Riso
Organizzazione Mesime
Visitato Selinunte proprio ieri.
Opere d’arte, se così si possono chiamare, a dir poco “raccapriccianti”!
La pazzia di installare abominei del genere in una valle dei Templi come Selinunte non so a quale anomalia cromosomica sia dovuta; sia da parte dello “pseudo artista” in questione, , che ancor più di chi gliel’ha approvata, compreso il critico con le sue cagare pazzesche sopracitate!
“il materiale iridescente riflettente , incorpora l’immagine dello spettatore nell’opera”….. Ma ho un Tempio greco difronte! Una delle meraviglie archeologiche più importanti al mondo, ma cosa me ne puo fregare di 3 colonne di m***a ricoperte di carta cuki!? Per fare un foto di lato al tempio le ho dovute rimuovere con photoshop da quanto facevano schifo!
Levate quelle grandissime stron**e e lasciate inviolata la bellezza della valle! E pregate il dio che non le veda Sgarbi!