Sulla A29 che collega Palermo a Trapani, le steli della strage di Capaci ricordano a chiunque passi da lì, la terribile stagione in cui la mafia dichiarò guerra allo Stato ed ai suoi servitori, come Giovanni Falcone e i suoi uomini di scorta fatti saltare in aria con 500 chili di tritolo.
Eppure, il luogo simbolo di una Terra che non deve dimenticare la ferocia e la sfrontatezza di Cosa nostra continua ad essere mortificato. Sul basamento di una delle steli da qualche settimana sono comparse delle scritte.
Non è la prima volta che accade. Ma quei segni, tracciati da una mano probabilmente inconsapevole, etichettabili come “bravata”, fanno male più che mai. Sono dei messaggi d’amore, le solite frasi che siamo abituati a leggere su marciapiedi e muri di palazzi da chi vuole in modo eclatante manifestare il proprio sentimento.
“Scusami di tutto, ti amo piccola”. “Sei la persona più importante della mia vita”. E ancora: “Sei la donna più bella del mondo”.
Frasi scritte con il linguaggio tipico degli adolescenti, che però suscitano non poca tristezza.
E’ chiaro che l’autore dei messaggi non ha capito il valore di quel luogo, di quelle steli, del rispetto dovuto a quelle vittime che hanno lottato perché la Sicilia diventasse una terra affrancata dal malaffare.
Si parla tanto di antimafia e sensibilizzazione verso i più giovani, e poi ci si ritrova a fare i conti con una realtà diversa.
A doverlo riconoscere, anche il gruppo di sei agenti della squadra mobile di Palermo che da anni incontrano i ragazzi delle scuole e li portano sul luogo della strage di Capaci per spiegare loro il valore della legalità, per raccontare la vita e purtroppo la morte, di uomini straordinari come Falcone e Borsellino.
di Veronica Femminino
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Se è vero che non è la prima volta che accade, è colpevole l’insipienza della Pubblica Amministrazione che non ha provveduto a porre davanti a quei monumenti una guardia civica a salvaguardia di simboli dell’umanità e a onore di due eroi civici.
È una vergogna,,,,un monumento che tutti devono sapere cosa rappresenta imbrattata da scritte che non c’entrano con il significato che rappresentano. ,,la colpa non è dei giovani ma delle famiglie che non spiegano ai figli il rispetto per i monumenti e soprattutto non sanno cosa è stato il Giudice Giovanni Falcone e la sua scorta per la Sicilia e i siciliani, ,,
I morti non parlano e alla fine si dimenticano pure. Non basta un monumento per tenere vivo il ricordo.
Carla