Sgarbi SalemiPare che le cittadinanze onorarie siano diventate ormai una moda in Sicilia. Da quando c’è in giro Sgarbi sono come il caffè: possono essere offerte per farsi ben volere, per dimenticare un litigio, oppure per farsi perdonare. Sgarbi ha offerto la cittadinanza onoraria di Salemi alla moglie di Paolo Borsellino e a Tina Montinaro, vedova di uno degli agenti di scorta morti con Falcone, forse per riscuotere consenso agli occhi della vera antimafia.

Poi, dopo aver consigliato agli amministratori della città di Gela di non lasciare la città accesa anche di notte, e di (citiamo testualmente) “accendersi il buco del culo” fa partire una riparatoria offerta di cittadinanza anche per il sindaco di Gela, Rosario Crocetta. E per finire, prepara in due tazzine la cittadinanza anche per Rita e Salvatore Borsellino, a patto però che riconoscano di avere offeso l’intera città consigliando alla cognata Agnese, moglie del giudice Paolo, di rifiutare la cittadinanza onoraria propostale da Sgarbi sotto Natale.

È probabile che il capitolo di Agrigento abbia seguito lo stesso copione. Tutto comincia nella biblioteca comunale della città, dove Sgarbi è stato invitato per presentare il suo ultimo libro. La conferenza non riesce benissimo perché tra il pubblico un ragazzo di 22 anni, Giuseppe Gatì, con tanto di volantini e videocamera, comincia ad informare platealmente gli astanti sui trascorsi giudiziari del noto polemista ferrarese, quando viene fisicamente censurato dai vigili e rinchiuso in una stanza per quasi due ore. Dopo essersi resi conto che la videocamera era stata portata via dall’amica del ragazzo, lo lasciano andare dicendogli di aver commesso un grosso errore a mettersi contro Sgarbiche è stato parlamentare e ministro”.

Il video della contestazione ad Agrigento però finisce su internet, dove comincia a diffondersi fino ad arrivare sul blog di Beppe Grillo e addirittura viene mandato in onda da “Striscia la notizia”.
Purtroppo, dopo poche settimane, Giuseppe Gatì muore folgorato in un brutto incidente e il video della sua contestazione si diffonde ulteriormente, mentre migliaia di persone, incuriosite, si informano se davvero Sgarbi, come dice Giuseppe nel video, sia stato condannato in via definitiva per truffa allo Stato e, in primo grado, per aver offeso il giudice Caselli e il pool antimafia. Neanche a dirlo: emerge che è tutto vero.

Dopo qualche giorno, il giovane sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, consapevole del pasticcio creatosi, pensa di offrire a Sgarbi la cittadinanza onoraria di Agrigento, forse per rimediare allo spiacevole accaduto. E organizza la cerimonia di conferimento per l’11 febbraio scorso, nella sicurezza che stavolta non ci saranno contestazioni.

In rete però molti vengono a sapere di questa scelta, l’indignazione cresce e alcuni ragazzi, comunicando attraverso il web, decidono di presentarsi all’incontro con una videocamera, distribuendo gli stessi volantini informativi di Giuseppe Gatì.
Il giorno prima però, Sgarbi rinuncia dichiarando che il sindaco Zambuto gli ha comunicato di aver saputo da informative delle forze dell’ordine, che “un gruppo di provocatori, sotto il pretesto di una malintesa moralizzazione e della lotta alla mafia, ha preparato un’imboscata”. Sembrerebbero parole uscite da una gag di Braida , ma Sgarbi spiega di non avere intenzione di esporsi al rischio di agguati o di insensate contestazioni e, in barba alla sua teoria che “la mafia non esiste”, parla della sua azione a Salemi come di “un’attiva esperienza antimafia”. Neanche a farlo apposta la magistratura controlla il barattolo di marmellata eolica siciliana e, oltre ad essere arrestati mafiosi e imprenditori, vengono coinvolti anche alcuni politici, a dimostrazione del fatto che invece i rapporti mafia e politica sono ancora molto vitali, checché ne dica Sgarbi. E si è trattato soltanto di uno dei barattoli di conserva, tutto sommato, meno succulenta. In Sicilia, c’è da aspettarsi che la dispensa sia ancora molto nutrita.

Ad Agrigento invece, che le forze dell’ordine si fossero messe ad indagare, scoprendo il gruppo di contestatori, è davvero difficile da credere. Soprattutto perché i ragazzi si stavano organizzando in internet con tanto di messaggi visibili a chiunque e il giovane sindaco di Agrigento aveva già ricevuto alcune e-mail, regolarmente firmate, da ragazzi che lo invitavano a riflettere prima di offrire la cittadinanza onoraria ad un personaggio così discutibile.

Insomma, per il timore di contestazioni, Sgarbi ha rinunciato alla cittadinanza onoraria di Agrigento. Ma non era uno dei pochi a non temere il confronto?
Le cose sono davvero cambiate.
In mancanza di terroristi coi loro volantini eversivi, oggi alcuni politici combattono gli studenti informati che diffondono copie di sentenze della magistratura.

Egidio Morici
www.500firme.it

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