Cronaca

Si ricorda oggi Rosario Livatino, il “giudice ragazzino”

Il 21 settembre del 1990 in un agguato di matrice mafiosa venne ucciso Rosario Livatino un magistrato che, a dispetto della sua giovane età, aveva già saputo ottenere risultati importanti nella lotta alla criminalità organizzata.

Nel 1979, quando aveva appena 27 anni, diventò sostituto procuratore presso il tribunale di Agrigento e ricoprì la carica fino al 1989, quando assunse il ruolo di giudice a latere.

Venne ucciso il 21 settembre del 1990 sulla SS 640 mentre si recava, senza scorta, in tribunale, per mano di quattro sicari assoldati dalla Stidda agrigentina, organizzazione mafiosa in contrasto con Cosa nostra. Aveva appena 38 anni. Del delitto fu testimone oculare Pietro Nava, sulla base delle cui dichiarazioni furono individuati gli esecutori dell’omicidio.

Nella sua attività si era occupato di quella che sarebbe esplosa come la Tangentopoli siciliana e aveva messo a segno numerosi colpi nei confronti della mafia, attraverso lo strumento della confisca dei beni.

Il Sindaco di Castelvetrano, Felice Errante, lo ricorda oggi citando due suoi pensieri :

Il Giudice deve offrire di sé stesso l’immagine di una persona seria, equilibrata, responsabile; l’immagine di un uomo capace di condannare ma anche di capire; solo così egli potrà essere accettato dalla società: questo e solo questo è il Giudice di ogni tempo”

“Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili.”

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  • Detto cosi, sembrerrebbe che lui viaggiava avendo eluso la scorta, invece a lui la scorta non gli e lavevano mai assegnata.

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Redazione