Pubblichiamo di seguito la lettera aperta di Pietro Di Gregorio in riferimento alla manifestazione in memoria di Giovanni Gentile
“Spett. Sig Sindaco, credo che l’apposizione di una targa in memoria di G. Gentile sia stato un errore. Il pensiero filosofico del nostro concittadino, negli anni recenti è stato certamente rivalutato, anche a sinistra. Non so se sia un bene. Non mi intendo di filosofia. Mi limito a prenderne atto. Ma Giovanni Gentile non fu solo un filosofo.
Fu un teorico del Fascismo, e come ci ricorda il prof. Claudio Riolo, docente di Storia Politica, presso l’Università di Palermo, “fornì la giustificazione filosofica dello stato totalitario e, con il Manifesto degli intellettuali fascisti, ne giustificò le misure liberticide”. Aderì poi alla Repubblica di Salò. Quindi celebrare il suo ruolo politico significa camminare sul filo del rasoio dell’apologia del Fascismo.
Ad onor del vero, per ciò che attiene alla personalità del filosofo, Norberto Bobbio ritiene che “nonostante la sua adesione al fascismo, la sua interpretazione distorta del liberalismo che lo portò a vedere la piena attuazione dell’idea liberale in uno stato di polizia, Gentile rimase nell’animo e nel costume un liberale all’antica e cercò spesso con la sua opera personale di rimediare, specie nel campo della vita intellettuale, alle malefatte del regime”.
In conclusione non si può celebrare il filosofo senza ricordare gli errori e le contraddizioni del politico. Quella targa stende un velo grigio sul suo operato e alla fine non rende merito all’uomo. Capisco l’entusiasmo dell’Assessore Samonà, dati i suoi trascorsi politici, ma non credo proprio che i castelvetranesi debbano “rivolgere a Lui riverenti il pensiero”. Quella targa va tolta, come quell’orrendo strappo della prospettiva della nostra piazza.
Se si vuol ricordare il nostro concittadino, lo si può fare con il contributo di tutti, valutando tutti gli aspetti della personalità e del pensiero di Giovanni Gentile. Diversamente si cade nella celebrazione divisiva. Lo si può sempre fare, MA NON A NOME (e a spese) DI TUTTI I CASTELVETRANESI.
– Pietro Di Gregorio”
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poteva evitarsela si. Dio Gregorio,tranquillo