Salve mi chiamo Vito Caronna è voglio raccontarvi l’ennesima barriera architettonica che impedisce a persone come me costrette a muoversi in carrozzina ad accedere nei luoghi pubblici. In questo caso in un Teatro.
Dinamica dei fatti
Teatro Selinus di Castelvetrano (TP) lì 07/03/2012 dovevo partecipare a un convegno organizzato dalla CESVOP – Centro di Servizi per il Volontariato di Palermo.
Dico dovevo perché, non mi è stato possibile accedere in codesto Teatro, nonostante esplicita richiesta fatta da parte degli organizzatori dell’evento “CESVOP” ai responsabili del teatro dicendo loro che c’erano persone in carrozzina, e quindi il Teatro doveva essere accessibile, cosa che poi non hanno fatto, è questo è davvero triste.
Non è ammissibile che ancora oggi ci siano strutture non a norma di legge, il fatto ancora più grave perché il Teatro di cui vi parlo è gestito dal Comune, che in ambito di abbattimento di barrire architettoniche dovrebbero essere di esempio per gli altri “ecco la beffa delle beffe”.
Mi auguro, che chi di dovere metta fine a questa vergogna!!! e renda quel teatro accessibile a tutti.
Grazie per l’attenzione.
Cordiali saluti
Vito Caronna
presidente probiviri
Misericordia di Partanna
Intervengo solamente per invitare i lettori a leggere la storia dell’amico Vito che si trova su una sedia dal 1988 a causa di un incidente, apparentemente stupido.
Vito dimostra attraverso il suo sito internet una gran forza e per questo nutro in lui tanta tanta stima.
Mi unisco con tutto il cuore alla sua più grande speranza, quella che un giorno la scienza gli possa donare ciò che lui desidera e che tutti ci auguriamo per lui! Un forte abbraccio Vito!
Clicca qui per la storia di Vito:
http://www.vitocaronna.it/Chi_sono.htm
Flavio sei un’amico, stima ricambiata.
Sig. Caronia,
anche se il direttore artistico di un teatro non ha diretta competenza sulla funzionalità della pedana elevatricce, sento l’esigenza di porgerLe le mie scuse personali per quanto occorso. Non era inatteso, poiché da tempo il nostro dispositivo presenta frequenti guasti che gli interventi di manutenzione riescono solo a “sedare”. Urge un elevatore nuovo, credo; di recente costruzione e magari anche “riparabile”. Questo è quel che so. Inutile dirle che il mio referente amministrativo, ha frequentemente sottoposto la questione; questo non ci manleva dalla responsabilità di non essere stati incisivi e perentori nell’ottenere risposte. Ma qui, volevo che Lei sapesse quanto il suo caso (non risolvibile dal nostro intervento “a braccia” che in questi periodi ha garantito l’accesso ai disabili, poiché troppo pesante anche per le nostre volentarose braccia) di certo provocherà una accelerazione, e magari una soluzione. Non posso che ribadire le mie scuse. E gliele faccio di cuore anche se non ho diretta responsabilità in mansioni amministrative. Gliele faccio perché vorrei che non ci si nascondesse la testa nella sabbia come gli struzzi, anche quando le cose non dipendono da una nostra firma. Sig. Vito, come forse la avranno detto, abbiamo cercato di fare del nostro meglio perché la serata CESVOP fosse una festa; con lei non ci siamo riusciti. E ce ne addoloriamo.
Giacomo Bonagiuso
Direttore artistico del Teatro Selinus
Una sola precisazione ad onore di verità: il reparto amministrativo del Teatro ha comunicato al CESVOP che l nostro elevatore era guasto. Questo non ci giustifica, ma per onore di verità il CESVOP sapeva della nostra impossibilità a farlo funzionare.
cordialità
Nella mattinata di mercoledi’scorso, con alcune classi del Liceo classico e delle scienze uname,ci siamo recati al nostro Teatro Selinus per assistere ad unospettacolo. Avendo a seguito anche un alunno diveramente abile, mi sono sentito doppiamente indignato nel vedere che, ancora oggi esistono le barriere architettonicche rendendo difficoltoso l’accesso.Il migliore auspicio che il nostro Comune metta fine al piu’ presto a questa vergogna.
Antonello, spero che con le nostre braccia anche il tuo alunno abbia potuto accedere al nostro teatro. Sono certo, inoltre, che una santa battaglia di civiltà non divenga motivo di strumentalizzazione politica. Quell’elevatore è rotto a singhiozzo da molto tempo, credimi: non merita sola ed unica attenzione nei 45 giorni antecedenti la competizione elettorale. Sono certo che una persona della tua intelligenza comprenderà la natura del problema che non è solo banalmente comunale (Il teatro è sottoposto, come sai, a vincoli “maggiori” come tutti i monumenti, e talvolta i tempi per la soluzione dei problemi sono, ahinoi, lunghissimi). Spero che lo spettacolo in lingua inglese che abbiamo offerto ai tuoi studenti, per la prima volta nel teatro cittadino, sia stato di tuo e di loro gradimento. Scusami personalmente con il tuo studente, per il disagio.
Sig. Giacomo Bonagiuso, la ringrazio per le scuse perché se sento vere.
Considerazione senza voler far polemica con nessuno, ma c’è un detto che fa “volere e potere”. In parole povere: se vuoi, puoi. Se vuoi ottenere una cosa, puoi farlo, se vuoi diventare qualcuno, hai il potere di diveltarlo. In questo caso chi di dovere non ha ascoltato le vostre sollecitazioni, e questo è triste perché, se sono state fatte delle richieste per riparare una pedana che permetta l’accesso in teatro a disabili, ma poi chi di competenza non ascolta, vuol dire solo una cosa, che in merito alla figura del disabile c’è poca considerazione è sensibilità.
L’essere umano va sempre rispettato indipendentemente dalla condizione in cui si trova. Si parla spesso di pari opportunità e di diritti “solo teoria” perché poi nella pratica si eccede nel non rispettare e dare quei diritti di cui prima.
Barriere architettoniche?
Le barriere architettoniche per le persone “diversamente abili” sono un impedimento nel svolgere la propria vita sociale di tutti i giorni.
Moltissime persone con disabilità soprattutto chi è in carrozzina, rinuncia ad andare in quei luoghi pubblici, locali o in altre attività commerciali perché, per loro non sono accessibili, per la presenza di barriere che non dovrebbero esserci, ma che, purtroppo persistono ancora oggi in moltissime Città o paesini D’Italia.
Spesso mi pongo queste domande?
Perché ancora oggi “nel 2012” ci sono luoghi del tipo, bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie, teatri, cinema, negozi di vario genere… solo per citarne alcuni, non accessibili a tutti? …nonostante la normativa relativa all’abbattimento delle barriere architettoniche dove, obbliga i titolari o gestori di attività pubbliche o private “come elencati sopra”, ad abbattere tutte quelle forme di barriere architettoniche “barriera” elemento costruttivo che impedisca, limiti o renda difficoltosi gli spostamenti o la uso di servizi (specialmente di persone con limitata capacità motoria con menomazioni o limitazioni permanenti di carattere fisico o di carattere sensoriale o cognitivo).
Quale sarà l’ostacolo che impedisce di adeguare quella struttura pubblica sprovvista di quei minimi servizi come può essere una semplice pedana o scivolo che, permetta l’accessibilità al disabile? sarà un fattore economico o è un problema di scarsa sensibilità? Sinceramente penso che non sia solo un fattore economico ma, soprattutto di scarsa sensibilità accompagnata da poca volontà.
Credetemi spesso, mi sono trovato davanti ad’ ostacoli stupidi, piccoli scalini che potrebbero essere abbattuti con costi non accessibili.
Adesso vediamo cosa dice la legge in materia di barriere architettoniche?
Il quadro legislativo
La legge quadro italiana che tratta il problema dell’accessibilità è la legge 13/89 che stabilisce i termini e le modalità in cui deve essere garantita l’accessibilità ai vari ambienti, con particolare attenzione ai luoghi pubblici. Il D.M. 236/89 (decreto attuativo) si addentra maggiormente nella parte tecnica ed individua tre diversi livelli di qualità dello spazio costruito.
Questi tre livelli sono:
• Accessibilità: possibilità per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale di raggiungere l’edificio e le sue singole unità immobiliari e ambientali, di entrarvi agevolmente e di fruire di spazi ed attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia.
• Visitabilità: possibilità per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale di accedere agli spazi di relazione e ad almeno un servizio igienico di ogni unità immobiliare. Sono considerati spazi di relazione gli spazi di soggiorno dell’alloggio e quelli dei luoghi di lavoro, servizio ed incontro, nei quali il cittadino entra in rapporto con la funzione, ivi svolta.
• Adattabilità: possibilità di modificare nel tempo lo spazio costruito a costi limitati, allo scopo di renderlo completamente ed agevolmente fruibile anche da parte di persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale.
Sempre il D.M. 236/89 stabilisce anche, per gli edifici e gli spazi privati, i parametri tecnici e dimensionali correlati al raggiungimento dei tre livelli di qualità sopra riportati: per esempio le dimensioni minime delle porte, le caratteristiche delle scale, la pendenza delle rampe pedonali, gli spazi necessari alla rotazione di una sedia a ruote, le dimensioni degli ascensori e le casistiche della loro necessità, le caratteristiche di un servizio igienico accessibile ed altri ancora. I requisiti vengono stabiliti in modo differenziato a seconda della tipologia degli edifici e degli spazi. Ogni nuova costruzione deve, infatti, rispettare tali norme, ed i vecchi edifici devono essere opportunamente adeguati alla normativa in caso di ristrutturazione.
Per quanto riguarda gli edifici e gli spazi pubblici vi è stata l’emanazione di un ulteriore decreto attuativo.
Alcuni esempi di barriere architettoniche
Esempi classici di barriera architettonica sono: scalini, porte strette, pendenze eccessive, spazi ridotti. Esistono innumerevoli casi di barriere meno evidenti, come parapetti “pieni”, che impediscono la visibilità ad una persona in carrozzina o di bassa statura; banconi da bar troppo alti, sentieri di ghiaia o a fondo dissestato. Nel caso di persone non vedenti possono rappresentare casi di barriera architettonica anche semafori privi di segnalatore acustico o oggetti sporgenti;
Possiamo affermare che dalla definizione di barriera architettonica, anche attraverso la lettura del documento ICF del 2001, siamo passati al concetto di conflitto uomo-ambiente, ovvero a quella serie di ostacoli ed impedimenti, di forma temporanea o permanente, che impediscono all’utente di fruire in piena sicurezza di tutta quella serie di funzioni, attrezzature e servizi che lo spazio antropizzato dovrebbe garantire a tutte le categorie d’utenza. In tal senso accanto alle barriere fisiche e percettive si apre il mondo delle barrire comunicative, ovvero di tutti i segnali che l’ambiente genera nei confronti dei propri fruitori.
Parlando invece di barriere virtuali si possono menzionare alcuni siti internet non conformi agli standard di accessibilità.
Le normative di riferimento per eventuali approfondimenti sono:
• legge 13/89;
• D.M.236/89;
• Legge 104/92;
• DPR 503/1996;
• DPR 380/2001 (Artt. 77-81)
Prima parlavo di una maggiore sensibilità da parte di titolari o gestori di attività pubbliche o private, che possiamo definire “un po’ distratti” nell’abbattere quelle odiose barriere…. Ora per cambiare questo stato di “distrazione” Il primo passo da fare è, educando la comunità tutta, bisogna educarla a rimuovere le barriere culturali prima di quelle fisiche al fine di promuovere l’integrazione sociale parallelamente a quella ambientale. Il secondo grande passo deve essere fatto in fase di pianificazione urbanistica, la progettazione dello spazio e degli edifici deve essere volta a favorire il più possibile una vita indipendente e confortevole delle persone nei vari settori: nelle abitazioni, nei trasporti, nel lavoro, nell’istruzione e nel tempo libero.
Solo con un cambiamento culturale si può avere un mondo ha misura d’uomo.
Vito Caronna.
Certo che in piena stagione teatrale avere la pedana elevatrice che non funziona è alquanto scandaloso e, permettetemelo, completamente discriminante. Si spendono milioni di euro in cazzate e invece per una cosa del genere si verificherà sicuramente il “solito” scaricabarile!