Con la scadenza elettorale si presentano puntuali gli sciacalli. Si tratta di una razza che vive in letargo, il cui risveglio e’ legato strettamente alle elezioni regionali.
Anche il 2012 non si sottrae alla regola. Sono tanti i candidati all’Assemblea regionale siciliana (Ars) che, pur di strappare un voto, promettono assunzioni nel settore della formazione professionale. Un classico sul quale le autorità competenti, con ogni probabilitaà, troveranno spunti operativi.
Ed allora si spiega un altro fenomeno che si presenta in coincidenza delle elezioni: la denigrazione e l’attacco “sempre e con ogni mezzo” a chiunque provi ad andare contro corrente. Parlare di formazione professionale in Sicilia quindi è vietato. Quando qualcuno lo fa, entra nel mirino di critiche ed accuse di misticismo o, peggio ancora, di mistificazione. In alcuni casi le minacce, più o meno dirette, nutrono un contesto fatto spesso di odio e malversazione. Se poi una libera testata giornalistica sceglie la linea editoriale che porta all’approfondimento quotidiano, le cose si complicano. Non più e non solo il singolo diviene oggetto di “tiro al bersaglio” ma è lo stesso strumento di democratica informazione ad essere colpito.
In questa “caccia alle streghe” il nostro giornale non si sottrae, impegnato com’è quotidianamente e far chiarezza su uno dei più chiacchierati e “miliitarizzati” segmenti dell’economia isolana. Mettiamo subito in chiaro che il diritto di critica od anche il diritto di replica hanno pari dignità col diritto all’informazione. In questo noi, almeno abbiamo il buon gusto di essere chiari. Altri scelgono l’anonimato o, peggio ancora, il “te lo mando a dire”. Ed allora proviamo, ritentiamo, riorganizziamo le idee per dire le cose come stanno. Ovviamente sempre e solo a nostro giudizio.
Il settore della formazione si contraddistingue per una caratterizzazione pubblicistica. Pubblico servizio erogato secondo quanto previsto dalla legge regionale 6 marzo 1976, n.24. Un requisito che, per mezzo del reclutamento privatistico, ha costituito, pero, leva per assunzioni a gogò. Un’evoluzione, quella del settore della formazione,che ha seguito, di pari passo, il crescere dell’impegno finanziario.
Maggiori investimenti nel settore hanno significato un continuo ed esponenziale aumento degli occupati. Un perverso circolo vizioso che è servito ad ingrossare le segreterie di partito, ingenerando un meccanismo di non ritorno con l’effetto di non garantire chi, al sistema, apparteneva. Ingordigia e peccato di gola hanno reso infernale il funzionamento del sistema formativo nel suo complesso.
Direte: perché? Facile! Raggiunta la saturazione, il sistema è crollato sotto i colpi della crisi finanziaria prima che economica, fittizia prima che reale. Un bluff nel bluff. Se a maggiori finanziamenti corrispondono crescenti occupati appare chiaro che se diminuiscono le risorse impiegate l’effetto è una flessione degli occupati. Una regola che e così chiara dall’essere, per l’appunto, applicata massicciamente, nel corso degli ultimo anno, dagli Enti formativi.
Per la verità le cose non sono così fluide. Variabili endogene ed esogene al sistema formativo ne condizionano le alterne fortune. Tra le variabili interne il complesso di leggi, più volte richiamate in precedenti nostri articoli, che, garantendo la continuità lavorativa in favore degli operatori della formazione professionale, pone, di fatto, un divieto al licenziamento.
Ma appartiene al sistema di variabili endogene anche l’indirizzo politico-amministrativo di assessore regionale all’Istruzione e Formazione professionale e dirigente generale del settore. I quali, come nel caso del trio LAC (Lombardo, Albert, Centorrino) hanno avuto l’impavido coraggio di smantellare il tutto a colpi di mitra. Proiettili mortali, i provvedimenti amministrativi che hanno sventrato il cuore del sistema formativo.
Tra le variabili esogene la crisi finanziaria internazionale e quindi, nella logica piramidale, nazionale e regionale, che ha ridotto le disponibilità finanziarie.
Una riflessione a parte meritano i sindacati che prima fondano nel 1976 la legge regionale (n.24 del 6 marzo 1976) che ha consentito loro di creare Enti formativi per favorire la formazione, l’aggiornamento e la qualificazione e poi contribuiscono a disapplicarla. Gli stessi che prima conquistano un sistema di istituti giuridici favorevoli per gli occupati nel settore, al punto da riempire interi allegati nei vari Contratti Collettivi Nazionali (CCNL) di Lavoro sottoscritti con le Associazioni datoriali di settore e poi li calpestano.
Cosa lega tutto e tutti? I cosiddetti superiori interessi politici che affiorano come potenti “porzioni magiche” che cambiano la testa dei pensatori al punto da credere ai licenziamenti possibili. E non solo, al punto da credere nella trasformazione degli Enti formativi da associazioni senza finalità di lucro a società per azioni. Al punto da credere che i processi di mobilità possono effettuarsi alla bettola o tra “quattro amici al bar” senza, magari, impartire precise indicazioni agli uffici periferici preposti. Al punto da credere che il ruolo istituzionale di vigilanza e controllo sulla spesa pubblica, appartenente alla Regione siciliana, oggetto di assegnazione a privati, non debba essere rendicontata.
Ciò significherebbe che, avuti i soldi, gli Enti possono spenderli senza verifiche periodiche o finali. Ed allora diventa legale e scontato produrre utili su utili anche sfruttando l’istituto della Cassa integrazione. In buona sostanza, un Ente di formazione qualsiasi ottiene due diversi finanziamento per erogare l’offerta formativa. In pratica, mentre dall’Avviso 20/2011 ottiene una quota-parte di finanziamento per pagare il proprio personale, lo stesso viene pagato dallo Stato attraverso l’indennità di Cassa integrazione.
Del resto, se l’Ente è diventato dall’oggi al domani società per azioni un utile lo deve pure produrre per distribuirlo a fine anno agli azionisti. Che poi tutto ciò accade senza alcune forma di pubblicità (la Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana è l’unico strumento deputato alla produzione di effetti giuridici) e senza pubblicazione del bilancio di esercizio, poco importa. La riprova è stata la novella incapacità dei partiti di minoranza al parlamento siciliano di imbastire una feroce opposizione a difesa del diritto.
Tutti interessati alla superiore difesa della “cosa pubblica”? E’ possibile. Ed allora comprendiamo i motivi che spingono taluni ad immolarsi per difendere i supremi interesse, spingendosi all’uopo alle minacce od ai cordiali consigli. Che sia il partito degli indecisi a stravincere le elezioni regionali? Dipende dalla generale coscienza dei siciiliani. Vedremo il 29 ottobre quali risultati usciranno dalle urne. Solo allora capiremo quale destino è riservato al settore della formazione professionale in Sicilia.
AUTORE. Giuseppe Messina
e adesso rimane un popolo di giovani mal-formati e a spasso che non tarderanno a trasformarsi in incazzati e malguidati da altri sciacalli….il sonno della ragione genera mostri!!!
avvoltoi ed iene, direi nella odierna situazione economica.
Una regione che vive a forza di debiti é destinata in qualche modo a morire ed allora le iene si preparano a mangiarne le carcasse.
Purtroppo io non ho voce in capitolo ma una regione che assume personale inutile come le forestali (28000),1 insegnante di sostegno per un ragazzo disabile(ne potrebbe avere 3 o 4 a seconda del tipo di malattia), impiegati comunali solo per dare loro lavoro, insomma costruire elettori…..,mah chissa quanto durerá ancora.
Soluzione anche se impossibile visto che la gente facchina in sicilia è a quantita industriali sarebbe non andare a votare!!!Tanto se prendete un “PORCO” e lo mettete alla regione è lo stesso,sia culturalmente che moralmente!!!
Mi piacerebbe sentire in proposito cosa ne pensano i vari candidati alle prossime elezioni: uno per uno. Senza se e senza ma. Concretamente. Ma sarà difficile….
Non credo sia un problema della Sicilia quello degli sciacalli politici…l’Italia è tempestata…certo ha fatto un certo effetto sapere che nell’era di internet siano stati assunti dei “camminatori” dall’ex governatore. Forse il problema sta proprio nei cittadini: ovvero dare il proprio voto solo a coloro che fanno ed agiscono per il bene comune prima di sedersi sulle tanto amate poltroncine…Esempio banale: quanti politici si sono visti la domenica andare “in forma privata” ad aiutare gli anziani in qualche casa di riposo per aiutarli a mangiare, portare conforto ed un po’ di compagnia? NESSUNO!!! E da me in Lombardia, i cellini soprattutto.
un pensiero da una simpatizzante dei contrattisti ex art.23di …..tutta la sicilia.Rivolto ai futuri governanti della regione sicilia.GETTATA DA PARTE LA SPADA,NON MI RESTA ALTRO DA OFFRIRE CHE LA COPPA DELL’AMORE A QUELLI CHE SI OPPONGONO.E’ CON L’OFFRIRE TALE COPPA CHE MI ASPETTO DI CONQUISTARLI.
SOSTENGO E CREDO CHE SIA DACODARDI RIFIUTARSI DI FAR FRONTE ALLE CONSEGUENZE DEI PROPRI ATTI.
di tutti i mali in cui l’uomo si e’ reso responsabile ,nessuno mi sembra cosi’degradante,cosi’sconvolgente o cosi’ brutale come l’ingiusto trattamento della parte migliore dell’umanita’,il sesso femminile,non il sesso debole.e’ il piu’nobile dei due,perche’e’ ancora oggi la personificazione del sacrificio,della sofferenza silenziosa,dell’umilta’ DELLA FEDE e della CONOSCENZA.
per tutti i futuri governanti della sicilia siate ONESTI VERI E PULITI ,NIENTE PROMESSE MA FATE SOLO IL VOSTRO DOVERE CIOE’QUELLO DI RAPPRESENTARE IL POPOLO CON ORGOGLIO ,E NE SARETE RIPAGATI.
I POLITICI DEVONO FARE LE ‘SFILATE PRIMA DELLE ELEZIONI REGIONALI’MA NOI PRECARI NON INTENDIAMO PIU’ESSERE PRESI PER ‘CARUSI’. O IL TEMPO INDETERMINATO SENZA DECLASSAMENTO,O BRUCEREMO I CERTIFICATI ELETTORALI E,ADDIO VOTI.
UN CONSIGLIO PER I POLITICI DI TURNO ,”SI RINASCE PER IMPARARE AD AMARE,CON AZIONI PIU’ MERITORIE.
penso proprio che sia arrivato il momento , imparare dagli errori passati ,i politici potranno secondo me per redimere la propria ‘anima’iniziare a comunicare onestamente e con maturita’con gli ormai stanchi precari,di tutti gli enti locali .
IL FAMOSO DETTO DICE CHI DI SPADA FERISCE DI SPADA PERISCE.
tutti noi non dobbiamo dimenticare chi eravamo .
una testa senza cultura e’ come una zucca vuota,chi si vanta di avere tante case in realta’ non possiede nulla ,perche’ le case possono crollare con un terremoto ma una mente piena di ‘sapere’ sara’ eterna.
dimezzate gli stipendi regionali ,puo essere mai che un usciere senza aver studiato alla regione siciliana prenda 4 mila euro e un insegnante precaria o non dopo aver studiato una vita non arriva a 2 mila euro ,i precari degli enti locali li dovete sistemare ,avete fatto tagli anche per lo sport cosi’ chi non ha soldi per fare sport sara’obeso a vita ,dovete richiudere le frontiere e tutto si sistemera’dovete equiparare gli stipendi ,equiparare gli stipendi un politico a roma ha stipendi da nababbo alle spalle del popolo ,prima che tutto il popolo italiano faccia una rivoluzione ,negoziate per far si che tutto il popolo stia bene gli articolisti sono esasperati ,chi ha studiato deve essere riguardato ,dovete sbloccare tutto gli stranieri devono ritornare a lavorare a casa propria cosi’ forse ritornera’ il lavoro per tutti .
io personalmente vorrei solo un po’di pace una tregua dopo tanto lavoro svolto sarebbe pure l’ora ,o no.
la scuola ha di bisogno di sport di arte di lettura di rispetto di …soldi..
i numeri 1 sono alla base di tutta la vita.la tenacita’ premia .
sul palco con il sipario aperto e’piu’emozionante,chi si nasconde dietro il sipario e’codardo ,e dio e’ risaputo da sempre premia i temerari e i puri di cuore.
PRIMA DI AVERE UN BUON RACCOLTO ,LA TERRA DEVE ESSERE LAVORATA .