Ieri, 22 aprile, oltre 8500 studenti hanno sostenuto il primo test di ammissione dell’anno per la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore “A. Gemelli”.
Nei padiglioni dell’Ente Fiera di Roma si sono ritrovati oltre 7000 studenti prevenienti dalle seguenti regioni del Centro Sud: Lazio, Umbria, Marche, Calabria, Sicilia, Sardegna, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata e Puglia; mentre a Milano son confluiti gli oltre 3000 studenti provenienti dal resto delle regioni dell’Italia settentrionale.
Solo 270 posti da assegnare per il corso di laurea in Medicina e Chirurgia e 25 posti per il corso di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria. Partendo dal presupposto che ogni studente, per essere ammesso al test ha dovuto pagare centoventi euro come contributo alle spese generali per l’espletamento concorso e che hanno fatto incamerare nelle casse dell’Università Cattolica Sacro Cuore oltre un milione di euro, vengo a descrivere le varie carenze e deficit dimostrati dalla macchina organizzativa.
A fronte di questo contributo, tanto per cominciare, i ragazzi non hanno avuto neppure una bottiglia d’acqua per dissetarsi; per “fortuna” la giornata è stata fredda e piovosa per cui questo bisogno fisiologico è stato parzialmente attenuato. Per affrontare la giornata che è stata per certi versi interminabile, l’appuntamento ai ragazzi è stato dato alle ore 8,00 per l’inizio del riconoscimento e la sistemazione, in base all’iniziale del proprio cognome, nei 4 padiglioni della fiera (dal n° 6 al n° 9) predisposti per accogliere i 7000 ragazzi.
In realtà i cancelli sono stati aperti attorno alle 10.00, dopo circa due ore di estenuante attesa sotto la pioggia e al vento, per i ragazzi e i genitori che li accompagnavano. L’inizio della prova previsto per ore 10.00 è slittato alle ore 12.00. Due le ore a disposizione per risolvere 120 domande, di cui venti in lingua inglese; un minuto a domanda fra cui tante domande di matematica che presupponeva lo sviluppo di formule o di sistemi senza un foglio bianco su cui poter lavorare per risolvere l’esercizio e con pennarelli a spirito che macchiavano dappertutto. Ragazzi che parlavano fra loro, adulti che sono stati ammessi nelle stesse aule dei ragazzi e che avrebbero potuto essere genitori dei canditati, iscritti, magari per aiutare i loro figli, poiché l’assegnazione ai banchi nei padiglioni non è stata rispettata da tutti, vista la facilità con cui ci si poteva alzare con la scusa di andare in bagno prima dell’inizio della prova.
Parlare di cattiva organizzazione è dire poco. Due piccoli bar che hanno dovuto “sfamare” migliaia di persone con code di attesa inimmaginabili, sia alle casse sia al bancone di servizio. Poche sedie dove i familiari potessero attendere i loro ragazzi. Ho visto una sola ambulanza, per le oltre 10.000 persone presenti con tre operatori sanitari. Ambulanza, fra l’altro sparita ancora prima che finisse l’esodo delle persone, al termine della prova. Infatti, ad esempio sono caduto sulla scala mobile, spinto da quest’orda di gente che come un fiume in piena si muoveva per conquistare l’uscita, senza aver avuto la possibilità di essere soccorso o di trovare qualcuno cui potermi rivolgere per avere almeno una prima assistenza.
Nessun sistema di vigilanza o di controllo di ordine pubblico: Carabinieri, Polizia e/o Protezione Civile, a parte qualche pattuglia di Polizia Roma Città Capitale nelle rotatorie per far defluire il traffico delle centinaia di auto presenti. Una sola Porta di uscita dell’Ente Fiera aperta, quella Nord. La Porta Est debitamente chiusa sia al mattino sia al pomeriggio mentre la sua apertura avrebbe potuto facilitare almeno il deflusso delle migliaia di persone alla fine della prova. Pensate che sono riuscito a guadagnare l’uscita alle ore 14,45 e sono arrivato ai binari, distanza circa 500 metri, alle ore16.00. Per raggiungere Roma o l’Aeroporto di Fiumicino o il servizio taxi o un Treno con pochi vagoni delle Ferrovie Regionali, che passava con una frequenza di venti minuti. Se tutto questo fosse successo a Palermo, avremmo gridato allo scandalo ma a “ROMA CAPUT MUNDI”, forse, tutto è concesso o si può perdonare.
Alla fine di questa estenuante giornata cosa dire se non: “UN GROSSO IN BOCCA A LUPO” a questi ragazzi che, armati di tanta pazienza, determinazione e spirito di sacrificio, hanno riposto in questi concorsi, giacché oramai per tutti i corsi di laurea è previsto il numero programmato, la speranza di un futuro migliore attraverso il conseguimento di una laurea. C’è però da chiedersi è legittimo tutto questo? Sbaglio o la costituzione prevede il diritto di accedere liberamente al sistema scolastico, enucleabile dalla lettera dell’art. 34, 1º comma della Costituzione che recita: “La scuola è aperta a tutti”.
Davvero siamo convinti che in questo modo si selezionano a monte “ i migliori”?
Siamo sicuri che un test di 120 domande cui rispondere in 120 minuti possa davvero selezionare la migliore classe Dirigente? Non dimentichiamo che per conseguire poi qualsiasi tipo di laurea occorrerà studiare con impegno e serietà tantissime materie, quindi secondo il mio modesto parere non è attraverso il test che si fa la “scrematura” ma, come si suol dire in questi casi “AI POSTERI L’ARDUA SENTENZA”!
Il genitore di uno dei tanti studenti
Paolo Guerra
Giustissimo Paolo,
la COSTITUZIONE RECITA”La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.”
Non vedo l’utilità dei tests a numero chiuso in quanto la selezione avviene naturalmente durante gli anni di studio; quello dei tests è solo un modo per spillare denaro agli italiani e rimpinguare le tasche di alcuni docenti che già godono di una stipendio mensile e che, privatamente o legalmente riconosciuti dalle stesse università, preparano i ragazzi i quali poi non hanno nemmeno la certezza di entrare in quanto alcune domande non sono inerenti agli argomenti studiati, ergo STU DIA’ RE è diventato un lusso riservato a pochi.
Ma siamo sicuri che tutti questi ragazzi siano in grado di affrontare un corso di laurea di medicina? Già al I° esame di FISICA ne cadranno giù almeno 5000,non parliamo poi del secondo: CHIMICA ….ma supponendo che li superino, la vera batosta arriva con l’ANATOMIA : in quel momento si vede chi ha davvero i requisiti x continuare. NON CI VOGLIONO TEST ma la voglia di stare incollato alla sedia 6-8 ore al giorno e poi 8 ore in reparto ad apprendere ciò che il primario spiega.
Invito tutti coloro che dicono no al numero chiuso nelle università a firmare questa petizione. Se paradossalmente Albert Einstein, per la sua difficoltà nelle materie letterarie non fosse riuscito a superare un ipotetico test formulato come quelli attuali, come avrebbe potuto dare il suo inestimabile contributo? Questo genera le fughe di cervelli di cui tanto ci lamentiamo e porta la nostra società a fare a meno del contributo di menti come le sue, che incorrono in difficoltà insormontabili come quelle prospettate. Questo è il danno che si sta arrecando al progresso, alla civiltà alla cultura e alle nostre generazioni future.
Il diritto allo studio è per tutti, il merito in questo modo è falsato. Non è un test a decidere il merito, ma il cursus di un cammino di studio e lavoro in cui la mente cresce e spazia come meglio è più consono a se stessa. Il dovere di uno stato è quello di mettere i nostri giovani nel condizioni più adatte ad essere produttivi per il bene proprio e della nostra cultura.
http://firmiamo.it/diciamono/
Vari casi di medici, autori di note pubblicazioni scientifiche e primari non sono stati ammessi, o hanno compiuto numerosi errori. Ecco la fonte (Corriere della Sera) http://www.corriere.it/cronache/12_agosto_30/altro-primario-bocciato-medicina-ribaudo_ccaec704-f26a-11e1-9efb-e78611c7bd41.shtml