Torna in carcere il geometra di Castelvetrano, Antonino Lo Sciuto coinvolto nell’operazione Eden del 2013. La Squadra Mobile della Questura di Trapani e la Dia di Trapani, lunedi sera, hanno proceduto all’arrestato del 46enne da Castelvetrano, condannato, in appello, per associazione mafiosa 13 anni e 6 mesi di reclusione.
La sentenza è stata emessa dalla Terza Sezione Penale della Corte d’Appello di Palermo, presieduta da Raimondo Loforti che ha riformato l’assoluzione in primo grado emessa dal Tribunale di Marsala. Antonino Lo Sciuto era stato arrestato il 13 dicembre del 2013, nell’ambito dell’operazione di Polizia «Eden», portata a termine congiuntamente dalla Polizia di Stato, dalla D.I.A., dall’Arma dei Carabinieri e dalla Guardia di Finanza.
L’operazione, allora, portò in carcere diverse persone considerate vicine o affiliate alla cosca capeggiata da Matteo Messina Denaro. In quell’occasione venivano emessi 28 provvedimenti d’arresto a carico di numerosi indiziati di appartenenza all’organizzazione mafiosa trapanese. Tra questi Patrizia Messina Denaro, (sorella del boss); Francesco Guttadauro (nipote del boss), Lorenzo Cimarosa, Giovanni Filardo, Mario Messina Denaro: tutti legati, secondo gli inquirenti, al boss mafioso latitante di Castelvetrano.
In particolare, nel corso delle indagini, emergeva come gli stessi, attraverso l’esecuzione di numerosi lavori pubblici e di rilevanza strategica, favorivano direttamente la latitanza del boss mafioso castelvetranese, provvedendo, tra l’altro, ai bisogni della famiglia del superlatitante. Antonino Lo Sciuto,, l’uomo arrestato lunedi scorso, dopo 13 mesi di carcerazione preventiva, veniva assolto, nell’aprile del 2015, dai giudici di Marsala che lo ritennero, in primo grado, “non colpevole”. Nei giorni scorsi, i giudici di Palermo, hanno ribaltato il verdetto di Marsala condannando Lo Sciuto, per associazione mafiosa.
La vicenda del geometra di Castelvetrano, chiamato dagli amici “Nino”, è legata a vario titolo all’imprenditore a capo della “BF”. Secondo gli inquirenti, subito dopo l’arresto di Filardo, avvenuto nel marzo del 2010, nell’ambito dell’operazione «Golem fase II», Lo Sciuto avrebbe ereditato la conduzione della ditta “Bf Costruzioni di Castelvetrano, riconducibile a Giovanni Filardo che è anche cugino di Matteo Messina Denaro e attualmente in carcere, dove sta scontando una pena a 12 anni di reclusione.
La corte d’Appello di Palermo, in accoglimento della richiesta del Procuratore Mirella Agliastro, ribaltando il giudizio in primo grado, lunedi scorso ha condannato Antonino Lo Sciuto. Adesso i legali di Lo Sciuto attendono le motivazioni della sentenza per l’eventuale giudizio in Cassazione.
di Filippo Siragusa
per GdS