Una società di diritto privato, la “Enel Longanesi”, ha deciso di ricercare idrocarburi nel nostro territorio.
Sono coinvolti più di 600 kmq nella Valle del Belice, in piena area sismica, tra parchi, bacini idrologici, aree di primaria importanza dal punto di vista agricolo, culturale, paesaggistico e zootecnico.
L’URIG, Ufficio Regionale per gli Idrocarburi e la Geotermia, ha dato il primo via libera.
Risale al 24 Agosto 2011 l’istanza presentata all’Assessorato Regionale dell’Energia e degli Uffici di Pubblica Utilità, mentre risale a quasi un anno dopo, precisamente al 15 Giugno 2012, la pubblicazione dell’avviso pubblico per la ricerca di idrocarburi, denominato Masseria Frisella ed esteso a un’area di 681,66 Kmq della Valle del Belice, sui quotidiani Il Sole 24 Ore e La Sicilia.
L’area cade nelle province di Agrigento (comuni di Montevago, Santa Margherita di Belice), Palermo (comuni di Bisacquino, Campofiorito, Camporeale, Contessa Entellina, Corleone, Monreale, Partinico, Piana degli Albanesi, Roccamena, San Cipirello e San Giuseppe Jato) e Trapani (comuni di Alcamo, Gibellina, Poggioreale e Salaparuta).
La richiesta di perforazione prevede la realizzazione di un pozzo esplorativo profondo dai 2000 ai 3500 metri entro 42 mesi dall’ottenimento del permesso.
Ebbene, nel silenzio più assoluto, il 10 Ottobre 2012 l’URIG ha dato il primo via libera.
In esclusiva, grazie al grande lavoro svolto dal Comitato ”No Trivelle nella Valle del Belice” di cui fa parte L’AltraSciacca, possiamo darvi le prime informazioni che non sono per nulla rassicuranti.
Da una lettura delle documentazione a disposizione si nota immediatamente che:
1) Sia la visura camerale che la dichiarazione di capacità economica, al momento del rilascio del parere favorevole da parte dell’uffico regionale di competenza (URIG), effettuato il 10 Ottobre 2012, sono datate; infatti la visura camerale risale al 21/07/2011 e la dichiarazione di capacità economica da parte della società e coeva dell’istanza risalendo al 24 Agosto 2011. E’ legittimo chiedersi se in quasi più di un anno sono avvenuti cambiamenti. Gli Uffici hanno investigato?
2) La relazione geologica e la sintesi della relazione geologica sono firmate, ma mancano i timbri di appartenza all’Ordine dell’estensore. Perchè mancano i timbri? Chi ha firmato gli studi ne aveva il titolo?
3) Molti comuni della Valle del Belice e la provincia di Trapani hanno presentato opposizione. Tra questi c’era anche il Comune di Montevago (26 Aprile 2012, prot. n. 32991). Nella relazione positiva dell’URIG però l’opposizone non viene menzionata. Il Comune di Montevago aveva posto l’attenzione all’elevato rischio sismico dell’area coinvolta nella ricerca. Perchè tale rischio è stato ignorato?
4) Il Comitato “No Trivelle nella Valle del Belice” ha richiesto gli atti amministrativi, l’URIG ha però consegnato una documentazione incompleta. In particolare mancano:
Il programma dei lavori (All. 10) ;
la sintesi della relazione geologico mineraria (All. 11) ;
la corrispondenza tra l’URIG ed il Comunedi Santa. Margherita (All. 7, All. 8 e All. 9).
5) In merito alla mancanza tra i dati consegnati “del programma preliminare di perforazione, della tipologia dell’impianto di perforazione, della tipologia delle macchine usate per le perforazioni etc.”, alla precisa richiesta del Comitato l’Ufficio risponde testualmente “si precisa che quanto in possesso di questo Ufficio è stato già fornito al richiedente” e specifica che “relativamente al programma lavori … i dati di carattere tecnico ed economico relativi alla prospezione, ricerca e coltivazione, forniti all’Amministrazione dai titolari dei permessi e concessioni … non possono essere resi pubblici senza il consenso scritto degli interessati”. E’ normale questo comportamento? Come è possibile fare delle opposizioni se non viene nemmeno fornita al pubblico l’ubicazione del pozzo esplorativo e la tecnologia con la quale questo viene scavato?
6) Un poco di attenzione alle date: il parere favorevole dell’URIG risale al 10 Ottobre 2012, la richiesta di accesso agli atti è di un solo giorno dopo, l’11 ottobre 2012. Il primo incontro del Comitato con il capo gabinetto dell’URIG, dott.ssa Bullara, avviene però il 5 Ottobre 2012 presso l’assessorato all’Energia di Palermo e serve per informare dell’esistenza del Comitato “No Trivelle nella Valle del Belice” e dell’intenzione dallo stesso ad accedere a tutti gli atti relativi alla richiesta del permesso di ricerca di idrocarburi presentato dalla società ENEL LONGANESI con lo scopo di produrre le necessarie opposizioni al progetto. Ricapitolando, appena 5 giorni dopo l’incontro in cui il Comitato ha manifestato l’intenzione di richiedere l’accesso agli atti per fare opposizione, gli uffici hanno autorizzato, per quanto di loro competenza, le trivellazioni nella Valle del Belice. Vista la manifestazione d’interesse di alcuni cittadini all’istanza, non sarebbe stato opportuno temporeggiare qualche giorno per dare l’opportunità alla popolazione di esprimersi?
7) Tra le opposizioni più corpose e pertinenti c’è quella del Comune di Santa Margherita di Belice. Vale la pena citare le condivisibili opposizioni di merito che sintetizziamo per punti ma che sono esaustivamente esposte nella corposa ed accorata relazione originale:
incompatibilità tra sviluppo agricolo di eccellenza e sfruttamento petrolifero e industriale del territorio ;
valenza del territorio come trinomio paesaggio/architettura/cultura;
incompatibilità con gli investimenti in essere di Regione ed Europa per lo sviluppo culturale, paesaggistico, agricolo, turistico e zootecnico con costruzione di impianti per l’estrazione di idrocarburi in territori
incompatibilità col redigendo piano paesaggistico della provincia di Agrigento
incompatibilità con la presenza del bacino idrografico del fiume Belice, in particolare con la presenza di aree individuate ad elevato rischio di inondazione (R3).
8) Il comune di Santa Margherita di Belice nota anche quelle che ritiene essere delle irregolarità di carattere amministrativo che qui riportiamo:
Violazione e falsa applicazione dell’articolo 5 della legge 241/90 e s.m.i, come recepita dalla normativa regionale, dato che non è stato indicato il nominativo del responsabile del procedimento;
Violazione e falsa applicazione degli articoli 9 e 10 della legge 241/90 che testualmente recitano: “Qualunque soggetto, portatore di interessi pubblici o privati, nonché i portatori di interessi diffusi costituiti in associazioni o comitati, cui possa derivare un pregiudizio dal provvedimento, hanno facoltà di intervenire nel procedimento” … I soggetti di cui all’articolo 7 e quelli intervenuti ai sensi dell’articolo 9 (portatori d’interesse) hanno diritto: a) di prendere visione degli atti del procedimento; b) di presentare memorie scritte e documenti, che l’amministrazione ha l’obbligo di valutare ove siano pertinenti all’oggetto del procedimento. L’Amministrazione regionale ha omesso di trasmettere gli atti, allegati al procedimento e prodotti dalla società richiedente il permesso di ricerca di idrocarburi, presso l’Ente comunale. Così facendo il Comune non è stato messo nelle condizioni di potere concretamente esercitare il proprio diritto di accesso, nonostante con nota al protocollo comunale n. 7768 del 18 maggio 2012 sia stata avanzata formale richiesta dei documenti allegati all’istanza.
Violazione e falsa applicazione della legge regionale 5 aprile 2011, n. 5: non risultano indicati nell’atto di avviso i tempi di conclusione del procedimento, che a norma di legge avrebbero dovuto essere resi pubblici con mezzi idonei ed in ogni caso pubblicati sul sito web dell’amministrazione procedente.
9) Alle osservazioni del Comune di Santa Margherita di Belice, l’URIG risponde che in realtà non ci sono state violazioni. Ma non possiamo verificare quanto detto dall’URIG perchè nella documentazione fornitaci mancano gli allegati relativi alla corrispondenza col comune di Santa Margherita. Di certo possiamo affermare che non possono avere ambedue ragione. Quello che possiamo sicuramente dire è che appare quanto meno curioso che la documentazione progettuale non sia spedita alle amministrazioni coinvolte, ma che sia necessario richiedere tale documentazione a Palermo. Si tenga inoltre conto che il tempo a disposizione per effettuare le osservazioni è di soli 30 giorni. Che possibilità c’è che un cittadino si accorga di tali progetti nel proprio territorio e che abbia il tempo, la forza ed il denaro per recarsi a Palermo e richiedere gli atti, trovando anche il tempo di studiarli e rispondere pertinentemente in soli 30 giorni? A voi la risposta!
Vista la gravità delle domande che ci siamo posti e gli effetti potenzialmente devastanti che lo sfruttamento di idrocarburi avrebbero nel nostro territorio, oggi una delegazione del Comitato No alle Trivelle nella Valle del Belice, si rechera all’ARS presso l’ufficio del Presidente della Commisione Ambiente, Giampiero Trizzino, accompagnati dal deputato regionale Matteo Mangiacavallo, per denunciare questi fatti e per richiedere maggiore attenzione nei confronti del cittadino da parte dei politici e degli uffici.
Vi terremo informati degli sviluppi.
L’AltraSciacca
Comitato “No Trivelle nella Valle del Belice”
Certamente quelle persone che Hanno dato il via libera alle trivelllazioni si saranno intascate delle tangenti di una certa entita.
ci manca solo questo e siamo al completo. la nostra terra con vocazione agricola e turistica è stata già abbondantemente depauperata. Credo che non potrebbe sopportare altre violenze. ma l’impatto ambientale???? i vincoli idrogeologici???? oppure i tanti soldi dati nelle mani giuste coprono tutto?????? cosa ne pensate?
No questo no!!!! Un’area ad alta valenza archeologica come quella delle provincie di Trapani – Agrigento non può e non deve essere violentata dalle trivelle per il sempre e solito dio denaro. Sono nauseata da questo schifo di iniziative.
opporsi a questi progetti,la storia ci insegna che e’inutile.C’e’ un grande interesse economico che muove queste ricerche, (e non e’ detto che necessariamente siano dannose per il territorio)e sarbbequindi, piu’ opportuno, piuttosto che opporsi tout court,farsi spiegare quale potrebbe essere il ritorno economico per le zone in questione.La nostra e’ una economia molto povera, parlare di sviluppo turistico ormai ha stancato tutti perche’ non c’e’ volonta’ politica e allora forse converrebbe
sfruttare questa eventuale ulteriore risorsa,che offre il territorio, per creare una economia florida e un maggiore benessere per gli abitanti.
In un momento di crisi profonda, se ci fossero le garanzie che l’impatto ambientale è limitato sarei d’accordo con l’intervento a patto che buona parte dei proventi possano andare a stimolare l’economia locale.
Sara
La Sicilia è strana perchè imperano le contraddizioni. Mentre s’investe per valorizzare siti archeologici e si continuano a trovare reperti di varia natura, importantissimi. tra l’altro stanno nascendo nella nostra Regione importanti centri turistici e campi da golf, allo stesso tempo si ritorna a parlare di trivellazioni. Io sostengo che la Sicilia ha già dato in termini di scempio delle proprie coste, con la presenza delle raffinerie, impianti eolici ecc. ecc. senza ricavarne nulla. Abbiamo livelli di servizi da terzo mondo, e siamo collegati al resto d’Italia con traghetti dove si prende la scabbia.
dopo il veleno della lega lombarda, vorrei che si aprissero due pozzetti,raccogliere la somma necessaria e poi mandare a vaff..l’intero nord italia o tutta la penisola,e coloro che dicono che siamo dei pezzenti….mi sembra strano che ora si cerchi il petrolio qui..per me lo sapevano e ci hanno nascosto la verità..il petrolio non nasce in poco tempo…
Nessuno vuole le trivelle a “casa” propria però a tutti piace andare in auto, riscaldarsi ed altro.
Cominciate a non “spardare” carburante inutilmente!!!
proprio una bella idea, complimenti! un plauso alle nostre menti pensanti che ci rappresentano nelle istituzioni pagati più che profumatamente! domanda…a quanto è arrivata la benzina al distributore? noi siciliani abbiamo avuto dei vantaggi tangibili sullo sfruttamento del nostro territorio da parte di questi “signori”? ma la cosa più grave è che questi “signori” andranno a sondare terreni altamente sismici…qualcuno ha sentito mai parlare del fenomeno del fracking?ripeto,signori COMPLIMENTONI!
Ognuno la può pensare come meglio crede, ed io credo che se il nord fosse naturalmente e storicamente dotato di quanto ha la Sicilia le trivelle non le vorrebbe, non vorrebbe proprio dare posti di lavoro e creare ricchezza a spese del paesaggio dell’inquinamento etc. etc. Come si fa ad avere un basso impatto ambientale con le trivellazioni per il petrolio? E l’inquinamento? La riviere romagnola con un mare che chiamarlo mare è improprio ha un’organizzazione ricettiva e turistica da manuale. La zona occidentale della Sicilia è bella da mozzare il fiato, eppure lo sviluppo turistico non decolla, anzi. Perchè? Non si può leggere su questo blog della scoperta di uno scheletro dell’antica selinunte e subito dopo delle trivellazioni. Inoltre mi chiedo come si possa conciliare il parco della valle del Belìce (di qualche post fa) con le trivellazioni. Solo il turismo (non stagionale) può creare posti di lavoro correttamente retribuiti e fare circolare i soldini. Io la penso così.
che si cominciassero a trivellare il cervello…!!!!!!!
Che gente ci rappresenta?? ma le istituzioni dove sono?
Crocetta che dice<??