[di Franco Messina] Perché non coltivare l’idea dell’affermazione di un principio che dovrebbe essere congeniale a tutte le anime per bene di questa cittadina? “#SONOCASTELVETRANESE E NON SONO MAFIOSO” vuole essere la rappresentazione di ciò che ogni cittadino di Castelvetrano dovrebbe affermare con grande forza e determinazione.

La naturalezza e la normalità di una simile affermazione vuole essere una reazione civile al tentativo mediatico di far apparire Castelvetrano come l’altra Corleone, per aver dato i natali ai Messina Denaro ed essere stata al centro di indagini di mafia, tanto da aver subito una rappresentazione criminologica eccessiva ad opera di trasmissioni televisive che, pur nella legittimità del loro ruolo giornalistico, hanno volutamente ecceduto in una visione parziale e ingenerosa della nostra cittadina.

Non è una manifestazione che vuole avversare l’operato dello Stato attraverso i suoi commissari straordinari, nonostante costoro non abbiano ingiustamente riconosciuto quale collaborativa l’autentica disponibilità delle varie associazioni del territorio cittadino e nonostante che il provvedimento di scioglimento del consiglio comunale colpisca più un preteso humus culturale dell’elettorato che un consiglio dimissionario oramai da mesi di una città senza Sindaco né Giunta.

Non è neppure una iniziativa nata “soltanto” a seguito di alcune interviste televisive, poiché già ad agosto 2017 era stata lanciata la stampa del “Libro Bianco per Castelvetrano Selinunte” che ha raccolto le testimonianze delle associazioni di volontariato, dei club service e degli artisti e musicisti castelvetranesi per affermare che non tutto può essere considerato sub cultura mafiosa, per intestarsi una donazione degli arredi di una nuova sala relax del reparto oncologico del nosocomio castelvetranese, appena inaugurata, per puro solidarismo.

In un corteo antimafia, non vi è alcun retrostante diverso pensiero e alcuna possibilità che vi si possa annidare un tentativo di isolare l’affermazione di legalità dello Stato, anzi tutt’altro.

Stupiscono i vari tentativi di critica, anche attraverso toni di inaudita aggressività, che provengono da altri cittadini che, loro in verità, ritengono di ergersi a difensori unici della legalità e della giustizia, in una città in cui vi è bisogno dell’aggregazione di tutti per l’affermazione corale di non essere mafiosi anche se cittadini castelvetranesi.

Questa semplice affermazione non può e non deve dividerci e chi vuole provocare una divisione su tale tema dovrà ravvedersi e unirsi al corteo delle ore 18 del 16 giugno 2018 per una Castelvetrano che nel segno dell’antimafia e della legalità, dovrà dimostrare di proseguire in un percorso di rinascita civile e sociale, scrollandosi di dosso un’infamante nomea che tanti cittadini per bene non meritano per colpa di pochi altri collusi o compiacenti.
Ma poi saremo davvero tutti in città a non pagare le tasse, così come ha blaterato la TV?

Avv. Franco Messina castelvetranese non mafioso.

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