la grande bellezza

Fino a pochi giorni fa il web è stato invaso da notizie, discussioni, particolari del dietro le quinte, interviste agli interpreti e al regista. Fatto sta che sono rimasti pochi quelli che sanno ancora poco de “La grande bellezza”, il film di Paolo Sorrentino, acclamato vincitore dell’Oscar 2014 al miglior film straniero.

La vittoria ha alzato ampi dibattiti sulla premiazione, schierando uno di fronte all’altro sostenitori e detrattori del successo e del merito che ha riscosso il film. Indubbiamente, scavalcando i giudizi soggettivi positivi o negativi che siano, la vittoria agli Oscar di un film italiano, l’ultima risalente al 1999 con La Vita è bella di Roberto Benigni, deve essere prima di tutto fonte di orgoglio per il risultato artistico raggiunto e poi un grosso spunto di riflessione per tutti. Nonostante il premio Oscar sia ormai un riconoscimento simbolo di un’industria del cinema, il film di Sorrentino è denso di sfumature solidamente “italiane”, forse anche troppo.

Una Roma che il cinema ha già mostrato nel corso della storia italiana, diventa la scenografia – mezzo in grado di lasciare allo spettatore la visione di una “sterilità” ormai a noi quotidiana, nei costumi, nella cultura, nei rapporti umani, nel vivere e sentire ciò che abbiamo attorno. In tutta l’opera di Sorrentino, da “Le conseguenze dell’amore” a “This must be the place”, il regista ha voluto mettere a nudo un’umanità soffocata in se stessa e alla ricerca di un genuino che tanto ormai è difficile da trovare.

Nella grande bellezza quella ricerca è contornata da una fredda disillusione verso tutto quel superfluo da cui è difficile discernere le cose vere e belle della vita di ogni giorno. Tralasciando una vera e propria opinione critica, il talento del regista è da segnalare, e con esso la non ancora spenta fiducia nel prodotto artistico italiano di qualità. Il nostro paese è un serbatoio di grandi temi umani, grandi storie, teatro di idee, punti di vista, personaggi ed esperienze uniche nel mondo che il regista napoletano ha trasformato in un “exempla” moderno, un progetto a cui tutti dovremmo aspirare nel nostro piccolo creando le opportunità, senza aspettare di coglierle.

di Germano La Monaca

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