Pertanto una soluzione operativa, quale piano di intervento predisposto dal comune, per la gestione e la valorizzazione del nostro centro storico e delle borgate marinare di Marinella di Selinunte e Triscina, potrebbe essere la seguente:
1. Favorire tutte le attività di marketing e le iniziative promozionali che, migliorandone l’immagine complessiva, possono rafforzare l’attrattività del centro storico come luogo piacevole da visitare e da frequentare;
2. Valorizzare l’area del centro storico come asset per i residenti, per gli operatori privati e per i turisti;
3. Migliorare l’offerta complessiva dei servizi del centro storico;
4. istituire « zone a burocrazia semplificata o zero », limitatamente per le località di Marinella di Selinunte e Triscina;
5. Incentivare gli sforzi degli operatori privati e della comunità locale attraverso un utilizzo più efficiente delle risorse, a sua volta seguite da un più “generoso e responsabile” approccio alla risoluzione dei problemi al fine di favorire quel clima di comune entusiasmo e “voglia di fare” che deve alimentare le imprese presenti nel territorio;
6. Approvazione di un regolamento attuativo o atti di indirizzo a sostegno delle attività commerciali già avviate o da avviare, mediante politiche fiscali a favore di iniziative come “zero tasse al Commercio” [ niente Tosap, niente IMU o T.I.A./Tares ect. ] o “affitti abbordabili e detassazione degli stessi”, perché …………..«quando si spegne un’insegna, è un pezzo di città che muore».
Su detti aspetti le istituzioni pubbliche possono fare molto e la nostra Castelvetrano oggi fortemente penalizzata dalla crisi economica, ne godrebbe solo in termini di vantaggi.
Basti riportare un dato per ricordare che i posti di lavoro persi in Italia nell’ultimo anno sono 567 mila di cui il 40% nel settore commerciale.
Ad oggi invece, quello a cui assistiamo sono gli effetti di processi giustificati dall’ideologia di uno «sviluppo» che oltre a lasciare macerie urbane ha anche vuotato le casse delle amministrazioni comunali. Ciò che resta della comunità castelvetranese è l’idea di una città “saccheggiata” dietro lo scherma dello sviluppo con un Bilancio che peserà inevitabilmente sulle spalle delle future generazioni.
AUTORE. Altre Fonti
sono d’accordissimo con Bertolino, inoltre aggiungo che a mio parere per far ripopolare il centro storico ci vorrebbero degli aiuti Europei o Nazionali quel che si voglia per far modo che tutte quelle case inabitate si possano ristrutturare e non far cadere a pezzi come è successo pochi giorni fà in via Mannone con la demolizione d’urgenza, così facendo si incentiverebbero i proprietari di queste case e sono sicuro che la tendenza di cercare casa nelle periferie degli ultimi decenni si possa fermare rivalutando il centro storico della nostra città
Concordo pienamente con l’arch. Bertolino, volevo rassicurarlo che prima delle elezioni erano stati annunziate valanghe di milionate con i consorzi fatti fare ai negozianti artefice l’attuale sindaco debbo dire che ora sembrano evaporate!!!!
Sempre di piu nelll’Italia virtuosa, piccole citta’ come Castelvetrano, dotate di un passato da raccontare e rivivere, dotate di un patrimonio immobiliare fatto di costruzioni di pregio, troppo spesso abbandonate, hanno scoperto nuove fonti di reddito e, quindi, posti di lavoro e recupero ambientale, dal ritorno a nuova vita del “centro storico”. Senza andare lontano, si pensi al fenomeno che ha caratterizzato, in questo senso, tutto il territorio a cavallo delle province di Ragusa e Siracusa. Si osservi cosa sta facendo a Favara un privato, il notaio Andrea Bartoli e a Sambuca, un grosso imprenditore alberghiero con la costruzione del primo “hotel diffuso” della Sicilia. Non sto qui a dire quanti danni al centro storico di Castelvetrano sono stati perpetrati dall’insensata, anacronistica, anticulturale e speculativa azione centrifuga. La critica e’ improduttiva quando non smuove le coscienze. E nella nostra citta’ muovere le coscienze e’ molto difficile. Meglio impiegare il tempo al “fare” e dare esempi emulabili di buona volonta’. Molti sono i lavori pubblici in atto e molti, per fortuna, sono gia’ orientati a migliorare la vivibilita’ del centro storico. L’abbattimento degli immobili cadenti e’ facile, oltre che imposto da motivi di sicurezza. Ma si dovrebbe fare di piu’; e non credo sia soltanto un problema di risorse. Chi ha titolo per agire (non solo amministratori ma anche tecnici colti e sensibili) agisca. Credo sia opportuno raccogliere idee e proposte ed elaborare un piano organico che permetta alle istituzioni pubbliche ed ai privati di muoversi su linee guida comuni, che travalichino anche le resistenze di chi non ha interesse ad agevolare l’unica vera possibilita’ di crescita della nostra comunita’.