san domenico castelvetrano

In questi giorni nelle nostre comunità parrocchiali e assemblee liturgiche riecheggia la parola “avvento”. Sappiamo benissimo, teologicamente, cosa sia il tempo di avvento: periodo di preparazione alla solennità del natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi.

C’è il rischio che tale affermazione rimanga una mera definizione scontata, senza nessuna aderenza con la vita cristiana di ciascuno di noi. L’avvento può essere seriamente un tempo liturgico che ci prepara al mistero dell’incarnazione in maniera dinamica e creativa, solo se riusciamo a cogliere quella luce che gli è propria.

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La Veglia di Avvento sarà celebrata dal Vescovo Domenico Mogavero, sabato 29 novembre alle ore 21:00 nella chiesa di San Domenico a Castelvetrano. La chiesa è stata riaperta al pubblico dal lontano ‘68 ed è chiamata la “Sistina di Sicilia” per gli stucchi di Antonio Ferraro.

L’eucologia dei testi liturgici dell’avvento contribuisce a illuminare il cammino della nostra Chiesa diocesana. Due collette, quella della seconda e della terza domenica d’avvento, approfondiscono alcune tematiche del Piano pastorale di quest’anno.

La prima propone all’ascolto questa preghiera: «o Dio, Padre di ogni consolazione, che agli uomini pellegrini nel tempo hai promesso terra e cieli nuovi, parla oggi al cuore del tuo popolo, perché in purezza di fede e santità di vita possa camminare verso il giorno in cui manifesterai pienamente la gloria del tuo nome» (ii domenica di avvento). In essa è possibile cogliere una Chiesa esodale, capace di raggiungere quelle parti del Corpo di Cristo che sono ferite, deluse, giudicate, abbandonate.

Una Chiesa che sia “famiglia di famiglie”, così come recita il sottotitolo del Piano pastorale, offrendoci come modello la Chiesa degli atti degli apostoli (2,36-47). la seconda colletta prega così: «o Dio, Padre degli umili e dei poveri, che chiami tutti gli uomini a condividere la pace e la gloria del tuo regno, mostraci la tua benevolenza e donaci un cuore puro e generoso, per preparare la via al Salvatore che viene» (iii domenica di avvento). in essa emerge l’immagine di una Chiesa sinodale, capace di camminare insieme e di dialogare con uomini e donne di culture e fedi differenti per una convivenza pacifica e costruttiva.

Il senso liturgico e spirituale dell’avvento diventa in tale prospettiva scuola ed esperienza di vita secondo lo Spirito perchè educa e forma all’incontro, all’accoglienza, al dialogo, al dono a immagine del Figlio unigenito amato dal Padre. Che l’avvento sia un tempo opportuno e santo, abitato e vissuto in fraternità aperta e solidale per «salire insieme al monte di Cristo Gesù», sostare alla Sua presenza e contemplare il volto di Dio fatto uomo per amore.

don Nicola Altaserse
per Diocesi Mazara

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