Botta e risposta tra esponenti di destra e di sinistra sulla richiesta che un cartello di associazioni e partiti di sinistra hanno fatto al sindaco Enzo Alfano per cambiare il nome di via Giorgio Almirante in via dei Partigiani a Castelvetrano. «In un momento così difficile per la città, il pensiero delle forze politiche firmatarie del documento è quello di revocare il provvedimento che dedica una strada ad un grande italiano quale Giorgio Almirante, dimenticando tutti quei numerosi problemi che attanagliano la comunità che, invece, avrebbe bisogno di idee brillanti e di azioni propositive», scrive il Circolo di Fratelli d’Italia guidato da Davide Brillo. Gli esponenti di destra elogiano la figura di Almirante: «Esemplare fu il rispetto che ebbero tra loro Almirante e un altro grande italiano quale Enrico Berlinguer. Quel rispetto che, oggi, in piena e indiscussa democrazia non viene minimamente riconosciuto a coloro che, sulla scia degli insegnamenti costruttivi di Almirante hanno formato i propri ideali con la visione di una secondaRepubblica esclusivamente democratica e orientata all’amor Patrio e un’idea dell’Europa dei popoli e non delle banche». Nel documento del Circolo di Fratelli d’Italia viene anche citato l’attuale consigliere comunale Marco Campagna, che fu vice sindaco dell’ex sindaco Felice Errante.
«La decisione di dedicare la via ad Almirante fu presa dalla Giunta Pompeo in un momento in cui le forze di sinistra erano all’opposizione – replica l’avvocato Marco Campagna – la delibera che nel documento di Fli viene citata riguarda una manifestazione al teatro Selinus che non ha nulla a che fare con l’intitolazione della strada a Giorgio Almirante», ha concluso Campagna.

Brillo – Campagna
Siate seri, occupatevi della Città in rovina!
Se abbiamo le via Garibaldi, Bixio, Crispi, Vittorio Emanuele, Cavour, veri nemici e devastatori della Sicilia, perché non Almirante che ha quantomeno il merito di aver traghettato il MSI dal fascismo alla democrazia?
Chi avesse ancora qualche dubbio sul fatto che il partito guidato da Giorgia Meloni sia profondamente radicato nel sentire fascista, ebbene può toglierselo.
La questione non è tanto quella di cercare una rivalsa nell’ambito di una contrapposizione tra destra e sinistra quanto semmai porre un limite tra democrazia e fascismo che si escludono a vicenda. In quanto poi all’aggettivo grande usato per quella persona stenderei un velo pietoso…