san vito lo capo

Comune da un lato. Ristoratori e gestori di locali pubblici dall’altro. A San Vito Lo Capo si sta consumando una battaglia che si annuncia agguerrita a colpi di ricorsi e proteste, in vista della stagione estiva che verrà.

L’oggetto del contendere è il nuovo regolamento per l’occupazione del suolo pubblico che il consiglio comunale ha approvato in silenzio qualche settimana addietro e che, di fatto, stravolge quello che fino alla scorsa stagione estiva succedeva. I ristoratori e i locali pubblici che montavano veri e propri gazebi di legno e vetro coi tavoli per i clienti davanti ai ristoranti, dovranno ora smontarli e metterli in deposito oppure venderli.

Il nuovo regolamento concederà (dal 31 marzo) soltanto l’uso di una piccola pedana, di ombrelloni o strutture leggere, piante e vetri. Ma c’è di più: i ristoratori dovranno rispettare il codice della strada, quindi marciapiedi liberi e lasciare 3,5 metri di spazio nella carreggiata per il passaggio dei mezzi di soccorso.

L’approvazione del regolamento ha aperto una vera battaglia tra l’amministrazione comunale (e la sua maggioranza) e i gestori di locali pubblici. Dapprima la protesta si è fermata allo scambio di lettere. Ora è finita nelle mani di un legale. Trentadue esercenti hanno dato mandato all’avvocato Massimo Blandi per presentare – entro il 15 febbraio – ricorso al Tar contro la delibera del consiglio comunale.

L’atto che non piace affatto ai ristoratori è proprio quella delibera approvata da nove consiglieri di maggioranza. In quella seduta Elena Valenza (anche lei di maggioranza), proprio al momento del voto, uscì dall’aula insieme ai 5 consiglieri di minoranza. Il vecchio regolamento in vigore era del 2008, poi aggiornato nel 2010. E da allora si era andato avanti con proroghe. «Suolo pubblico non significa proprietà privata e gazebi chiusi a chiave – spiega il sindaco Matteo Rizzo – alla luce di alcune sentenze emesse per casi in altri comuni, è stato necessario adeguarci».

Dal fronte della maggioranza Diego Ruggirello (San Vito Capitale) spiega che «la scelta non è stato indolore neanche per noi ma siamo stati obbligati a rispettare la legge». «Non siamo contro l’intero provvedimento ma lamentiamo il fatto che non abbiamo avuto la possibilità di concertare nulla – spiega Antonino Ciulla, titolare di un’agenzia di viaggi, che, secondo il regolamento, da oggi non potrà più richiedere il suolo pubblico per gli info point in piazza – riconosciamo che ci vuole una nuova regolamentazione ma che tenga in considerazione non soltanto il codice della strada ma anche le esigenze economiche e occupazionali delle aziende».

«E chi negli anni addietro ha investito decine e decine di migliaia di euro per i gazebi ora cosa dovrà fare?» si chiede Tonino Bua, proprietario del ristorante “Il Cozzaro”.

I fratelli Giovanni e Tonino Bua operano sul territorio di San Vito lo Capo da oltre 20 anni. Nella stagione estiva sono oltre 110 le persone che lavorano nei locali della famiglia castelvetranese.

«Perché si è arrivato a tutto questo? s’interroga Letizia Poma, capogruppo d’opposizione della lista “Insieme per San Vito”, non era il caso di chiedere ai commercianti di adeguarsi pian piano ed evitare una virata così drastica?». La questione è tutt’altro che chiusa. E già gli esercenti annunciano nuove iniziative di protesta.

Max Firreri
per GdS

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